Servizi pubblici in rotta, sta arrivando Lanzillotta!

Con una relazione di accompagnamento sulle magnifiche sorti e progressive della mano invisibile del mercato, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, Linda Lanzillotta, ha presentato un Disegno di Legge per la riforma dei servizi pubblici locali, che verrà sottoposto all’approvazione del Parlamento a partire dal prossimo mese di settembre.
La relazione di accompagnamento è un ideologico inno al mercato, alle liberalizzazioni e alle privatizzazioni, come se venti e più anni di politiche liberiste non avessero dimostrato i fallimenti del mercato, come se decine di esperienze nazionali e internazionali non avessero reso chiaro a tutti il vero volto delle liberalizzazioni dei servizi pubblici : disoccupazione e precarietà del lavoro, aumenti delle tariffe, peggioramento della qualità dei servizi, perdita di spazio pubblico, di saperi collettivi, di democrazia.
In una assurda gara a chi è più capace di mettere i servizi sul mercato, il Ministro si scaglia contro la normativa esistente – introdotta dal precedente governo- che permette, sempre nell’inaccettabile orizzonte aziendalista delle SpA, la gestione ‘in house’ attraverso società a capitale totalmente pubblico, bollandola come “involuzione del processo di riforma (..) ritorno al passato” e via dicendo. Ed ecco pronta la “moderna” soluzione : ricorso generalizzato a procedure competitive ad evidenza pubblica per l’affidamento delle nuove gestioni e per il rinnovo delle gestioni esistenti!
Per chi intenda ricorrere all’’in house’, dovrà essere chiaro come questa debba essere una procedura eccezionale, adeguatamente motivata e corredata da un piano di superamento entro un arco temporale definito.
Non c’è che dire : un disegno di legge che senz’altro guarda alle istanze dei movimenti che in questi anni hanno parlato di beni comuni e di servizi pubblici come luogo fondativo di un nuovo spazio pubblico, di un nuovo contratto sociale basato sulla democrazia partecipativa. E che al recente Forum Sociale Europeo di Atene hanno costruito la prima Rete Europea per i Servizi Pubblici per affermare i diritti sociali come indisponibili al mercato.
Ma è il re è nudo e tutti lo possono guardare. Perché dal disegno di riforma dei servizi pubblici viene esplicitamente esclusa l’acqua, sulla quale in questi anni decine di vertenze si sono aperte nei territori e un intero movimento ha costruito il primo Forum italiano e sta producendo una legge d’iniziativa popolare per la totale ripubblicizzazione.
Dunque il mercato va bene, ma se le lotte non lo permettono i beni comuni ridiventano tali e non possono finire in mano al tanto decantato privato.
La lotta paga e per questo la mobilitazione sociale dev’essere estesa. Abbiamo prodotto una fortissima mobilitazione contro la direttiva Bolkestein, abbiamo prodotto centinaia di vertenze per l’acqua, per l’energia, per il trasporto pubblico, per una diversa politica dei rifiuti, del territorio e dell’ambiente. Ora più che mai dobbiamo costruire una vertenza nazionale per il ritiro del disegno di legge Lanzillotta.
Contro l’orizzonte della solitudine competitiva, in cui le politiche liberiste ci vorrebbero relegare, occorre affermare l’indisponibilità dei beni comuni e dei servizi pubblici alle leggi del mercato, la loro totale ripubblicizzazione fuori dallo stesso orizzonte delle gestioni attraverso SpA, il loro governo pubblico attraverso la democrazia partecipativa delle comunità locali.
E’ una battaglia di civiltà e di democrazia. Nessuno potrà chiamarsene fuori.