Il presidente nazionale dell’Arcigay: «Se non ci fosse stato un grosso lavoro di movimento non saremmo arrivati alle coppie di fatto nel programma dell’Unione. Vigileremo perché non lo mandino in frantumi»
Sergio Lo Giudice è il presidente nazionale dell’Arcigay. Oggi sarà presente sul palco di piazza Farnese, a Roma, per il “Tutti in Pacs”, la manifestazione che promuove i diritti civili delle coppie di fatto etero, gay, lesbiche, bisessuali o transessuali. Un appello, dice, che vuole essere trasversale, e cioè rivolto al centrosinistra e al centrodestra insieme. Sperando che l’Unione vada al governo e che voti la legge sui Pacs. Anche se, ammette, il cammino è comunque tortuoso, «perché al movimento omosessuale nessuno ha mai regalato nulla».
Zapatero nel 2005 ha legalizzato i matrimoni gay, concedendo loro il diritto di adottare dei bambini. Perché i gay italiani non chiedono altrettanto e invece si limitano ai Pacs?
Perché la situazione italiana è molto diversa. Qui nessun partito politico si è mai preso carico della questione. Siamo stati noi, come movimento omosessuale, a compiere una mediazione politica e a presentare delle proposte. Nessuno, finora, ci aveva mai aiutati.
Stai dicendo che anche la sinistra ha svicolato?
Certo. E se non ci fosse stato un grosso lavoro di movimento – anche dal punto di vista giuridico -, non saremmo arrivati ora alle coppie di fatto nel calendario programmatico dell’Unione.
Arcigay e Arcilesbica vorrebbero dunque arrivare al matrimonio?
Quello è il nostro punto di arrivo. Ma viviamo in un Paese strano, un Paese dove la classe politica è in parte subordinata alla gerarchia ecclesiastica. Poi bisogna dire che la Spagna di Zapatero è un caso eccezionale in Europa, dove prima si è arrivati al riconoscimento pubblico delle coppie di fatto, e poi alle nozze gay.
Vi convince il riferimento ai Pacs nel programma dell’Unione?
Siamo contenti che ci sia. Ma vigileremo affinché pezzi della coalizione non lo mandino in frantumi.
Ti riferisci alla Margherita?
Sì. Il fatto che il 10 gennaio quattro dei suoi consiglieri all’XI municipio di Roma abbiano determinato la bocciatura del registro delle unioni civili ci fa diffidare.
Sei ottimista o pessimista?
In me convivono l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione. Noi dell’Arcigay ci aspettiamo sempre il peggio, pronti però a cogliere le opportunità migliori. Anche perché al movimento omosessuale nessuno ha mai regalato nulla. Le dichiarazioni di Prodi (che si è detto «amareggiato» per i simbolici Pacs che si celebreranno oggi, ndr) ci sorprendono e ci dispiacciono. La manifestazione è in nome di diritti civili sanciti dalla Costituzione italiana. E la festa non avrà alcun tratto folcloristico, ma sarà una protesta seria e responsabile.