Scure su pensioni e pubblico impiego

Tagli e risparmi sul pubblico impiego e sulle pensioni. Sta prendendo forma la manovra finanziaria da 25 miliardi del ministro Tremonti. E non è un bel volto. Le indiscrezioni sulle misure anticrisi, dopo l’ennesima giornata nera nelle Borse, sono su tutti i giornali e dovrebbero essere approvate dal governo entro metà giugno.

Il sistema pensionistico italiano, come confermato dall’Inps e dal Fondo monetario internazionale, è in buona salute. Eppure, a quanto riferisce “Repubblica”, sarebbe allo studio un “intervento tampone su una o due ‘finestre’ di uscita del 2010 che cadono a luglio e a dicembre. Con il nuovo sistema a ‘quote’ – spiega il quotidiano romano in un articolo di Roberto Petrini – circa 100 mila dipendenti privati stanno raggiungendo ‘quota 95’, cioè 59 anni di età e 36 di contributi. Il blocco congelerebbe la loro uscita per sei mesi o addirittura per un anno”.

Si parla anche di stretta su pensioni d’oro e di invalidità, e di una riapertura del capitolo “donne”.

Per quanto riguarda il pubblico impiego, circola l’ipotesi di “congelare” i rinnovi in busta paga previsti dal contratto di lavoro scaduto a dicembre 2009, così come gli aumenti e le integrazioni già previste dal contratto. Le misure riguarderebbero anche Regioni ed enti locali. Tra le indiscrezioni, spunta l’ipotesi di ritardare l’erogazione delle liquidazioni dei dipendenti pubblici. La conferma viene all’Agi da fonti parlamentari vicine alla maggioranza. Sul tavolo, c’è anche la possibilità di non rifinanziare la detassazione del 10 per cento della parte variabile sul salario. Le stesse fonti tengono a far presente inoltre che “tra spesa sociale e spesa della Pa si arriva al 33% del Pil”. Sarebbe inoltre bloccato il turn-over.

Dura la reazione del sindacato del pubblico impiego. “La manovra finanziaria predisposta dal Ministro Tremonti, se confermate le indiscrezioni apparse oggi sulla stampa, si prefigurerebbe come una mannaia per i dipendenti pubblici e per i pensionati”. Questo il commento della segretaria generale della Fp Cgil, Rossana Dettori. “I dipendenti pubblici, quindi, non vedrebbero rinnovato il loro contratto, aggiornate le loro retribuzioni, e non riceverebbero il salario accessorio, persino per i contratti già sottoscritti. I pensionati vedrebbero rinviata la corresponsione delle loro liquidazioni con l’ulteriore beffa della chiusura di una o due “finestre” d’uscita. Tutto ciò – continua Dettori – senza un minimo di equità sociale, senza una soluzione che riequilibri il prelievo fiscale che strozza il lavoro, senza mettere mani all’insopportabile disparità di trattamento che vede i dipendenti pagare persino per gli speculatori. Nemmeno un intervento di solidarietà sui redditi alti, che sarebbe necessario e auspicabile, se si esclude la populistica e francamente risibile riduzione del 5% degli stipendi dei Ministri: patetico”. Per il sindacato sarebbe, dunque, “l’ennesima umiliazione del lavoro”.