Scuola, i sindacati al governo: subito i contratti e le assunzioni dei precari

Non si fa attendere la risposta dei sindacati alle prime indiscrezioni sulle intenzioni governative circa i tagli per la scuola pubblica da inserire nella prossima finanziaria. Con una lettera congiunta i segretari generali di Flg Cgil, Cisl scuola e Uil scuola hanno posto al ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni le priorità da seguire: rinnovo contrattuale, lotta al precariato e politiche di investimento. Altro che blocco delle assunzioni, «il rinnovo del contratto deve rappresentare una chiara priorità e le risorse necessarie devono essere previste nella legge finanziaria», scrivono Enrico Panini, Francesco Scrima e Massimo Di Menna.
Il contratto dei lavoratori della pubblica istruzione è scaduto da otto mesi e sui fondi per rinnovarlo già c’è stata battaglia contro il precedente governo Berlusconi. Gli stanziamenti previsti sono stati giudicati «insufficienti» dai sindacati e riguardo a quelli previsti per il 2007 «non ci sono certezze». Un dato certo, continuano i sindacalisti, è che «il nuovo anno scolastico si aprirà con un incremento ulteriore di lavoratori precari, considerato che le assunzioni effettuate nel mese di luglio non coprono neanche il numero di coloro che sono andate in pensione». Carta e penna quindi, per sollecitare il governo e l’Aran ad aprire una trattativa per «un piano di immissione in ruolo che in tempi brevissimi copra l’insieme dei posti vacanti e disponibili dando una prospettiva chiara e certa al personale interessato».

Oltre alle rivendicazioni di merito, Cgil Cisl e Uil chiedono al governo Prodi un cambiamento anche nelle politiche per la scuola e nei metodi adottati per prendere le decisioni: «Si ponga fine ad una stagione di continua riduzione di risorse, che ha caratterizzato in particolare la legislazione precedente e che ha messo la scuola pubblica in grande difficoltà, e di avviare invece da subito una politica di investimenti.

La sede di confronto fra governo e sindacati va attivata urgentemente con una regia da parte della Presidenza del consiglio a Palazzo Chigi». La nota dei leader sindacali si chiude con l’annuncio della convocazione dei rispettivi direttivi nazionali in seduta congiunta per il 20 settembre, paventando anche mobilitazioni «se necessarie».

Le prime sortite del ministro, così come le indicazioni dei tagli in Finanziaria, non sono piaciute nemmeno a Loredana Fraleone, responsabile scuola di Rifondazione comunista: «C’era un impegno del governo a non toccare quelli che non possono neanche essere considerati dei servizi, ma istituzioni che garantiscono la democrazia in questo paese e che, fra l’altro, non fanno altro che subire tagli da decenni. E la riduzione degli insegnanti di sostegno sarebbe davvero qualcosa di cui vergognarsi». Un’altra esternazione indigesta è quella fatta a Rimini da Fioroni sull’opportunità di restituire alle scuole private i soldi tolti da Berlusconi: «Sono delle boutade che Fioroni fa per accattivarsi la sua area politica, – commenta Fraleone – ha la pessima abitudine di parlare lingue diverse in luoghi diversi e questo non fa bene né a lui, né al governo. Piuttosto si diano meno soldi alle private a vantaggio della scuola pubblica».

A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico quindi la polemica sindacale e politica si accende, in attesa di conoscere i contenuti della Finanziaria e di capire se nei 4 miliardi di euro promessi dal ministro Luigi Nicolais per il rinnovo dei contratti pubblici ci saranno risorse anche per gli insegnanti. Nel frattempo, Fioroni si trova nella contraddittoria posizione di dover rispondere alle critiche dei suoi alleati e dei sindacati e di incassare gli elogi dell’altra parte politica, come quelli di ieri a firma dei giovani di Forza Italia e di Alternativa studentesca che lo invitano a resistere alle «pressioni dei sindacati che vogliono solo difendere interessi di categoria».