Scordate Alexis de Toqueville e la “Democrazia in America”

Scordate Alexis de Toqueville. Il suo studio sulla “Democrazia in America” non è più di moda. Il testo di riferimento per la nuova classe politica americana è la Bibbia.
Negli ultimi anni il numero delle scuole evangeliche che preparano gli aspiranti delegati di Capitol Hill è cresciuto in maniera esponenziale. E tutte invitano i propri studenti a leggere le vicende politiche del mondo di oggi alla luce sempre viva di vecchio e nuovo testamento. La parola di Dio – affermano i teocon di oltreoceano – deve indicare ai politici la retta via. Non solo per quanto riguarda le materie più legate all’etica (dalla clonazione all’aborto), ma in ogni settore dell’esistenza. Sfogliando le pagine del testo sacro della cristianità si può trovare la risposta alle questioni di oggi, in materia fiscale come in politica estera.

Lo Statesmanship Institute (Si) del reverendo James Kennedy è il più famoso di questi centri. Quando l’istituto nacque, due anni fa, il predicatore evangelista era già noto negli Stati Uniti. I suo sermoni, trasmessi in diretta televisiva dalla Florida, venivano seguiti ogni giorno da tre milioni e mezzo di tele-fedeli. Fu proprio allora, nel bel mezzo del confronto col proprio gregge, che il reverendo Kennedy capì di avere anche un’altra missione: «Preparare la prossima generazione di statisti cristiani». Oggi, per soli 345 dollari il centro offre un corso di preparazione politica della durata di sei mesi. Il piano di studi non è vario – spaziando dalle “Basi bibliche per il diritto” ai “Fondamenti biblici per la politica estera” – ma alla fine il risultato è garantito: un esercito di aspiranti deputati pronti a rendere conto del proprio operato a dio, prima che agli elettori.

Quello dello Si, tuttavia, non è affatto un caso limite. Stando ai dati del dipartimento dell’Educazione, negli Stati Uniti esistono circa quattromila istituti di istruzione superiore – tra college e università – di cui oltre il venti per cento si auto-definisce religiously affiliated. In dieci anni (dal 1992 al 2002) il numero di studenti iscritti alle scuole che aderiscono al Council for Christian Colleges and Universities è cresciuto di quasi il settanta per cento.

Come i fondamentalisti islamici, che fanno riferimento alla salafiya (purezza) delle origini, anche gli evangelici americani amano ricordare il passato mitico dell’America, il momento della nascita della Nazione, quando nessuno osava mettere in discussione i valori cristiani. «I nostri padri fondatori – dicono al Center for Christian Statesmanship (Ccs) di Washington – credevano fer mamente che solo Dio potesse assicurare i benefici della libertà, ma i leader di oggi hanno problemi anche a riconoscere Dio, per paura di violare i principi della Costituzione».

Il problema – spiegano i seguaci di Kennedy – è «il modo di pensare degli americani di oggi» e in particolare dei politici di Capitol Hill. Molti si dicono cristiani ma non permettono alla fede di entrare nella propria vita pubblica. «Lo Statesmanship Insitute – si legge sul sito internet – è stato pensato apposta per riempire questo gap di fede e applicare le verità bibliche nella vostra intera vita parlamentare».

Sui principi di Cristo si fonda anche il Patrick Henry College (Phc), una delle più autorevoli università della rete evangelica, che mira alla «trasformazione della società americana, addestrando studenti cristiani a servire Dio e gli uomini». Nel campus di Purcellville, in Virginia, si studia politica, giornalismo, storia e letteratura per formare una nuova generazione che «guiderà la nostra nazione e formerà la nostra cultura sugli eterni valori biblici». Studenti, insegnanti e impiegati del college firmano al loro ingresso un “Attestato di fede”, un decalogo di principi condivisi che vanno dal riconoscimento della “trinità” divina fino all’attestazione dell’esistenza di Satana e dell’Inferno.

I punti chiave dell’insegnamento sono, invece, sanciti in una “Dichiarazione della visione biblica del mondo” in cui si spiega il concetto di matrimonio («unione tra uomo e donna») e della famiglia («i mariti sono capi delle proprie mogli, così come Cristo è il capo della Chiesa»), il creazionismo (come «verità biblica» e «migliore scelta sulla base dei dati osservati») e la difesa della proprietà privata («sistemi di governo come il comunismo e il socialismo rappresentano violazioni dell’ordine della creazione di Dio»).

L’impegno evangelico in politica è un fenomeno piuttosto recente. I settori più conservatori della chiesa protestante si sono tenuti a lungo lontani dalle vicende della Capitale, lasciando il campo ai liberali. La svolta è avvenuta nel 1973 con la legalizzazione dell’aborto. «In quel momento – ha dichiaratoli direttore del Ccs Gorge Roller al Los Angeles Times – ci siamo resi conto di aver e i nostri piccoli santuari, ma di non avere alcuna influenza a Washington». Gli effetti del cambio di rotta non hanno tardato a farsi sentire. Prima, negli anni ottanta, con la presidenza di Ronald Reagan e poi, più di recente, con l’avvento della famiglia Bush. Oggi i conservatori cristiani sono diventati il blocco elettorale di fiducia per il partito Repubblicano, garantendo un fondamentale contributo nella vittoria elettorale dello scorso anno. Gorge W. junior – con le sue maldestre citazioni bibliche e gli appelli alla guerra del Bene contro il Male – è diventato il campione dell’universo politico evangelico statunitense.

Per completare il disegno politico degli evangelici Usa, però, manca ancora qualcosa. «I cancelli della cultura americana – scrivono indignati sul proprio sito web i responsabili di un altro istituto ispirato ai valori biblici, il Witherspoon Fellowship (Wf) – sono presidiati non da cristiani o da altre persone di fede, ma piuttosto da funzionari laici, che dominano il governo, l’università, l’informazione, l’arte, la sanità, il commercio e l’industria. Questa piccola cerchia di leader è in larga parte estranea ai principi trascendenti, ma ciò nonostante creano l’indirizzo della nazione». Nel prospetto informativo del centro studi di Washington – finanziato dal Family Research Council – c’è la soluzione per la «decadenza morale» dei costumi americani: sostituire questa classe dirigente «all’interno di una generazione» con una nuova «legione». «Immaginate tremila uomini e donne cristiane, tra i 20 e i 50 anni, che vengono chiamati e preparati per la leadership pubblica», si infervora il Wf.

Appunto. Immaginate.