Sconciafomi (Prc): «Non ci sto, voglio la falce e martello»

Il capogruppo del Prc, Roberto Sconciaforni non entrerà nella Cosa Rossa, la federazione chiamata «Sinistra l’Arcobaleno» destinata a costruire una nuova casa per Prc, Pdci, Verdi e Sinistra democratica. «Non posso che esprimere—spiega — una profonda critica complessiva verso un progetto moderato incapace di affermare le istanze del mondo del lavoro. Un progetto per il quale il governo diventa un fine a cui sacrificare tutto il resto».
Sconciaforni pesa le parole, ma la sua decisione è netta e senza possibilità di ripensamenti. La Cosa Rossa ha avuto il suo battesimo ufficiale a Roma nello scorso week-end e ad essa guarda con grande interesse anche l’attuale segretario di Rifondazione, Tiziano Loreti.
“La mia idea di unità a sinistra — spiega l’esponente del Prc — è molto diversa. Penso ad un’unità di azione basata sui contenuti e sulla lotta ma ogni forza politica deve conservare la sua autonomia e la propria identità”.
Per Sconciafomi, l’operazione della Cosa Rossa è di stampo politicista e ha contenuti poco chiari, anche perché è difficile «costruire un partito unico insieme a forze come Sinistra democratica unico insieme a forze come Sinistra democratica del 9 giugno scorso contro la guerra».
Quale sarà allora il suo futuro politico? «Penso che sia fondamentale la presenza di un partito comunista autonomo, non nostalgico, ma capace di intervenire contro le nuove e vecchie forme di oppressione. Anche perché di fronte alla deriva di destra, c’è bisogno di una forza che sappia difendere gli interessi dei lavoratori, dei migranti e dei precari e che sappia rilanciare il conflitto sociale». Fino a che esisterà Rifondazione comunista Sconciafomi si sentirà a casa. Se poi si scioglierà, allora lui lavorerà per un nuovo partito comunista. Quel che è certo, dice l’esponente del Prc, “è che la Cosa Rossa fa un grave errore politico a cancellare il simbolo che mai come oggi incarna le istanze del mondo del lavoro”.
La scelta dell’esponente del Prc determinerà importanti conseguenze politiche sullo scacchiere bolognese. A spiegare perché è lo stesso Sconciaforni: «Se nel 2009 si arriverà ad una lista unica Arlecchino, io lavorerò con tutte le mie forze perchè comunque ci sia un partito comunista con il simbolo della falce e del martello».