Scienza: la prigione di Vanunu e appello su Falluja

lunedì, 21 novembre, 2005

Mordechai Vanunu – l’ingegnere che rivelò l’esistenza del programma nucleare militare israeliano – è stato arrestato venerdì 18 novembre mentre viaggiava a bordo di un autobus nella parte nord di Gerusalemme. La sua “colpa” è stata quella di non aver dichiarato il suo ultimo “spostamento”. Dopo due giorni lo scienziato è stato rilasciato e tutto è avvenuto nel silenzio della quasi totalità della stampa italiana. Lo scienziato israeliano era stato rilasciato su cauzione nell’aprile dello scorso anno dopo aver scontato 18 anni di reclusione per aver rivelato i tremendi e micidiali piani nucleari del suo paese. Rapito in Italia dal Mossad subito dopo aver preso contatto con giornalisti britannici e prima che il loro articolo fosse pubblicato, fu processato a porte chiuse (in Israele) e condannato. Sebbene gli sia vietato di contattare la stampa, in un’intervista per il ‘Réseau Voltaire’, Mordechai Vanunu racconta di sentirsi in una grande prigione. “ Mi si proibisce di lasciare Israele. Vorrei lasciare questo paese, andarmene a godere della libertà nel vasto mondo. Ne ho abbastanza del potere israeliano. L’esercito può venirmi ad arrestare in ogni momento, può punirmi. Sento di essere alla loro mercé. Vorrei tanto vivere lontano da qui, molto lontano da qui…”

Rispetto al Trattato di non proliferazione nucleare Vanunu ricorda che Israele non l’ha firmato e che invece 180 paesi l’hanno fatto, tra cui tutti i paesi arabi. L’Egitto, la Siria, il Libano, l’Irak, la Giordania…: tutti i paesi vicini di Israele hanno aperto le frontiere alle ispezioni dell’AIEA. “Israele è il peggiore esempio. E’ l’unico paese che si è rifiutato di firmare il Trattato di non proliferazione nucleare. Gli Stati Uniti e l’Europa dovrebbero cominciare per risolvere il caso di Israele; Israele deve essere considerato alla pari di qualsiasi altro paese. Dobbiamo farla finita con l’ipocrisia, e costringere Israele a firmare il Trattato di non proliferazione nucleare”. Una denuncia che va oltre è scopre il sostegno internazionale a Israele. “C’è una cooperazione segreta tra Israele e la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti. Dossier Armi e Disarmo
Questi paesi hanno deciso di contribuire alla potenza nucleare d’Israele per fare di questo paese uno stato coloniale nel mondo arabo. Aiutano Israele, perchè vogliono che questo paese sia al loro servizio, in quanto paese colonialista che controlli in Medioriente, il che permette loro di impossessarsi delle ricchezze petrolifere e tenere gli arabi nel sottosviluppo e coinvolgerli in conflitti fratricidi. Questa è la ragione principale di una simile cooperazione”. Vanunu è simbolo di una comunità scientifica che si rifiuta di progettare armi di morte come le bombe nucleari.

In Italia, gli “Scienziate e scienziati contro la guerra” intervengono nel dibattito sollevato dalle immagini shock dell’assedio di Falluja con il fosforo bianco . “L’utilizzo del fosforo bianco sulla popolazione civile e` di gravita` inaudita, suscita il nostro orrore, e ci impone di denunciare con forza l’abominio che rappresenta: la trasformazione di conoscenza, bene comune dell’umanita`, in strumento di distruzione di massa. L’episodio (ammesso che di episodio si tratti e non di strategia deliberata) e` reso ancora piu` grave dai tentativi di impedire le testimonianze, facendo pagare prezzi altissimi e personali ai giornalisti non-embedded per il coraggio delle loro denunce (…) Ma le conseguenze di tale gesto potrebbero essere ancora piu` gravi: ci domandiamo infatti su quale base si potranno ritenere vincolanti tutti i trattati e le convenzioni con cui si e` cercato di costruire un mondo vivibile, nonostante la propensione umana alla guerra”.

Un forte atto di accusa che parte dalla comunità scientifica. “ E` necessaria ed urgente una reazione molto decisa, che gia` si intravede nelle prime mobilitazioni popolari. A queste aggiungiamo da parte nostra la ferma richiesta che sia fatta piena luce su questo come su altri episodi recenti di guerra da parte di USA e NATO, e “coalizioni di volenterosi” di cui disgraziatamente fanno parte anche forze del nostro Paese. Chiediamo chiare prese di posizione ed azioni conseguenti dei nostri esponenti politici, che devono decretare il rientro immediato delle nostre truppe e farsi portatori di richieste presso tutti gli organismi internazionali specifici (CWC) e generali (ONU) affinche` essi si pronuncino su questa guerra, su questo episodio, su questo criterio di due pesi e due misure nei rapporti tra Stati. Per parte nostra, ribadiamo il nostro impegno a non collaborare con qualsiasi attivita` connessa con l’industria bellica. Rifiutiamo il coinvolgimento della scienza per questi scopi ed invitiamo tutte le persone, scienziate/i in particolare, ad operare per un mondo di pace”. L’invito è a tutto il mondo scientifico di aderire all’appello degli “Scienziate e scienziati contro la guerra” [AT]