Schröder collaborazionista Usa

In Iraq, nella primavera del 2003, i servizi d’informazione tedeschi (Bnd) hanno sostenuto le truppe statunitensi in guerra con informazioni utili a individuare target per i bombardamenti. «Durante tutta la durata del conflitto – così un uomo del Pentagono – i tedeschi ci hanno aiutato molto». La notizia, diffusa ieri dal quotidiano Süddeutsche Zeitung e da Ard (primo canale pubblico), sprofonda oggi anche la non-belligerante Germania nel pantano iracheno. La scelta di cooperare con gli Usa, stando alle fonti del quotidiano di Monaco, sarebbe stata una «decisione politica» dell’ex-governo rosso-verde di Schröder. Almeno dodici civili uccisi, quattro palazzine ridotte a un mucchio di macerie e un Dick Cheney fiducioso che annuncia: «Credo che abbiamo preso Saddam Hussein». Ecco il risultato della collaborazione tra l’esercito Usa e i servizi segreti tedeschi. Era il 7 aprile del 2003, poco più di due settimane dopo l’inizio del conflitto, quando i soldati Usa si impossessavano di Baghdad e la testa del «dittatore iracheno» era la ciliegina da mettere sulla «guerra lampo» di Bush. Al comando statunitense giunse la notizia che di fronte a un ristorante del quartiere Mansur, dove era stata segnalata la presenza del rais, si era riunito un carosello di Mercedes. La verifica dell’informazione, difficile per gli statunitensi, venne affidata a un agente del Bnd rimasto su ordine di Berlino con un collega in Iraq, ospiti dei francesi dopo la chiusura dell’ambasciata tedesca. Sul perché proprio i tedeschi vennero chiamati a una verifica così delicata, un funzionario del Bnd non ha dubbi: «Gli americani non sapevano nulla sull’Iraq. Noi avevamo buoni collegamenti anche con uomini del vecchio regime di Saddam».

La richiesta statunitense, passata verosimilmente per la centrale dei servizi a Pullach, in Baviera, fu esaudita dall’agenzia. Che la Germania avesse «lasciato» uomini sul territorio iracheno era questione da tempo nota. L’ex-ministro dell’ambiente, il socialdemocratico Jürgen Trittin, ha ricordato ieri come già nei primi mesi di guerra, nel 2003, la notizia fosse diventata di pubblico dominio. Secondo le dichiarazioni del ministro degli esteri socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, allora ministro alla cancelleria e coordinatore dei servizi, l’attività della Bnd era però limitata alla raccolta di informazioni per Berlino. Poco oltre va un funzionario dell’agenzia interpellato dal quotidiano di Monaco: «Abbiamo passato informazioni agli americani, ma solo per l’identificazione di cosiddetti non-target», (scuole, ospedali e altri obiettivi da non colpire).

«Dal momento in cui ricevemmo la notizia al bombardamento passarono dodici minuti. Quelli lì sotto avevano fatto un buon lavoro», ha dichiarato il pilota che sganciò le quattro bombe da 1000 chili l’una sui civili – premiato dall’esercito con un’onorificenza insieme all’agente tedesco. Il carosello di macchine si era allontanato già da qualche minuto, hanno poi riferito testimoni iracheni. «L’ordine di bombardare quelle case nel quartiere Mansur, a Baghdad, – così il generale di brigata statunitense Vincent Brooks – era stato disposto in seguito a informazioni attendibili».

Con un curioso tempismo che torna a ripetersi – il caso del rapimento el-Masri e dei voli segreti Cia in Germania esplose poco prima della visita berlinese del segretario di stato Condoleezza Rice – la notizia giunge mentre la cancelliera Angela Merkel è in volo sull’Atlantico. Nell’agenda del presidente Bush, alla data di oggi, sono segnate tre ore per il colloquio con la collega tedesca che, pochi giorni fa, auspicava in un’intervista la prossima chiusura di Guantanamo.

Di un coinvolgimento diretto dell’allora governo «rosso-verde», per ora non ci sono conferme. Stando alle notizie dell’Ard, i servizi avrebbero deciso di continuare a collaborare con gli americani indipendentemente dalle decisioni del governo. «Noi siamo a favore della guerra e vi sosteniamo in tutto e per tutto» avrebbero affermato membri dell’agenzia d’informazione in un incontro con gli statunitensi avvenuto a Pullach nel 2002, scusandosi per la posizione di Schröder.