Oltre mille persone hanno sfilato e cantato domenica a Schio, in una ferma e ordinata risposta alla manifestazione dei “reduci di Salò”, autorizzata per il quarto anno nonostante la palese violazione delle leggi che vietano la “ricostruzione del partito fascista” e “l’apologia del fascismo”.
All’appello del locale circolo del Prc sono arrivati da tutto il Veneto, dal Friuli, dalla Lombardia, dall’Emilia, dalle Marche e dal Lazio vecchi partigiani, giovani (tantissimi, forse la maggioranza), famiglie intere con zaini e bambini, organizzati dal nostro partito, dal PdCI, dai Cub, dalle associazioni resistenziali, dai centri sociali, a riempire Piazza Duomo in mezzo alla quale si alzava fin sopra le case, visibile da tutta la città, un enorme striscione con la scritta “Resistenza”, sostenuto da un adeguato grappolo di palloncini rossi. Qui hanno parlato rappresentanti dell’Anpi, dei sindacati, degli studenti vicentini, dell’Associazione antirazzista “liberazione”, col suo furgone già pronto alla partenza per Bari dove lunedì si è svolta la manifestazione contro i CPT indetta da Nichi Vendola, oltre ai parlamentari Tiziana Valpiana (Prc) e Gianfranco Pagliarulo (PdCI) e al compagno Claudio Grassi della direzione del nostro partito.
Tutti gli interventi hanno ricordato la Resistenza di Schio e i suoi caduti e condannato duramente il comportamento del sindaco e della giunta di centro-sinistra, grandi assenti, che hanno limitato il loro impegno a un invito alla cittadinanza a chiudersi in casa per “isolare” i fascisti. I quali, protetti da un imponente schieramento di polizia e guardia di finanza, hanno svolto in solitudine i loro lugubri riti a base di croci celtiche, camicie nere, saluti romani e inni fascisti. Una triste mascherata alla quale nemmeno la presenza di Alessandra Mussolini ha richiamato il popolo di Schio, gran parte del quale – disobbedendo al sindaco – era a Piazza Duomo mentre da molte finestre striscioni, bandiere e famiglie plaudivano al corteo dell’antifascismo militante.
Una risposta che sarebbe piaciuta ai partigiani delle Brigate Garibaldi “Anteo Garemi”, attive in questa valle per tutti i venti mesi dell’occupazione nazifascista.