«Scalo a Roma per il Guantanamo express»

I voli segreti della Cia hanno toccato anche il suolo francese e l’hanno fatto in almeno due occasioni. E nella prima di queste un bireattore Learjet decollato dall’Islanda con destinazione l’aeroporto di Brest – da dove sarebbe ripartito con destinazione finale la Turchia – secondo la direzione dell’aeroporto di Brest, si sarebbe diretto verso Roma per un altro scalo. La notizia viene lanciata ieri mattina dal quotidiano Le Figaro, nel pomeriggio il ministero degli esteri non conferma e non smentisce: «È assolutamente possibile che ci siano stati dei voli – ha spiegato il portavoce Jean-Baptiste Mattei – ogni giorno ci sono centinaia di aerei che decollano dalla Francia. Quanto alle conclusioni da tirare, è tutt’altra cosa». «Stiamo valutando le informazioni – continua Mattei – soprattutto con i servizi dell’aviazione civile, la questione è sapere cosa trasportavano questi aerei». Secondo la stampa statunitense ed europea e secondo alcune Ong, tra cui Human rights watch, si tratta di presunti terroristi islamici da condurre in paesi, come Giordania, Marocco ed Egitto (ma anche Kossovo, Polonia e Romania), in cui potrebbero essere stati privati dei loro diritti e torturati. Per il ministero degli esteri non dovrebbe essere particolarmente difficile controllare i dati dei voli visto che Le Figaro è assai preciso, parla di un bireattore Learjet decollato il 31 marzo da Keflavik, in Islanda, atterrato all’aeroporto di Brest-Guipavas e ripartito per la Turchia. Il secondo volo è datato 20 luglio 2005 e si tratterebbe, citando il giornale norvegese Ny Tid, di un Gulfstream III proveniente da Oslo e atterrato a Parigi-Le Bourget.

Carceri segrete in Romania e Polonia (e Kossovo), rapimenti di presunti terroristi in Germania ed Italia, scali in Spagna, Danimarca, Islanda, Norvegia ed ora Francia e Turchia, sorvolo dello spazio aereo dell’Austria, l’elenco delle vicende continentali, segrete e illegali della Cia si allunga di giorno in giorno mentre Washington continua nel suo impacciato mutismo. Lunedì scorso il ministro degli esteri britannico Jack Straw ha inviato alla sua collega nordamericana Condoleezza Rice una lettera a nome dei 25 in cui si chiedono lumi sulle attività della Cia. Mercoledì le autorità statunitensi hanno promesso delle risposte «opportune» e «dirette» ai loro partner europei; dando un’occhiata al calendario l’occasione buona per aprire finalmente bocca sembra l’ormai imminente viaggio europeo della Rice.

Lunedì il Segretario di stato atterra in Germania, poi prosegue per la Romania, l’Ucraina ed infine tocca Bruxelles, prima versante Nato e quindi Ue. «I nostri alleati ed in particolare gli alleati dell’Ue – ha assicurato ieri Victoria Nuland, ambasciatrice Usa alla Nato – sanno che il mio governo risponderà alle questioni poste nella lettera». Ma non è detto che la Rice parli, visto l’andazzo di concordia che si respira in Europa. Per il nuovo governo tedesco non c’è infatti fretta: «Non vogliamo mettere il governo americano sotto pressione», ha affermato Thomas Steg, portavoce di Angela Merkel. Profilo basso anche in Romania, dove al di là delle prigioni segrete, la Rice porterà a casa un accordo per la costruzione di basi militari a stelle e strisce sul Mar Nero, un ottimo punto di vista sul Caucaso e sulle reti del trasporto di greggio che proviene dal Mar Caspio.

Intanto prosegue l’indagine del Consiglio d’Europa di Strasburgo (l’istituzione, completamente indipendente dalla Ue, che vigila sul rispetto della Convenzione europea dei diritti umani) su 31 voli sospetti e sulle prigioni segnalate nell’Est Europa. Vanno avanti anche le investigazioni lanciate da alcuni paesi, come la Danimarca, mentre sul caso del rapimento italiano di Abu Omar, ieri il Guardasigilli Castelli ha assicurato che lui ed i suoi collaboratori «stanno esaminando le carte per valutare quale decisione prendere» sulla richiesta di estradizione avanzata dal Pm Spataro contro 22 agenti della Cia. Cosa strana, ieri i ministri della giustizia e degli interni dei 25 non hanno affrontato il soggetto Cia, mentre non è ancora chiaro se la Rice incontrerà o meno il presidente della Commissione Barroso. Nei giorni scorsi il Commissario agli interni Frattini ha minacciato i paesi che eventualmente hanno coperto delle prigioni segrete di perdere il loro potere di voto nel Consiglio.