Sardegna, manifestazioni di solidarietà con i “sovversivi”

Per i dieci militanti dell’organizzazione politica sarda “A manca pro s’indipendentzia” arrestati martedì scorso con l’accusa di associazione sovversiva è arrivato il giorno della solidarietà. Una manifestazione alla quale hanno aderito trecento persone si è svolta lunedì davanti al carcere cagliaritano di Buoncammino. Alla chiamata di “A manca” che si rivolgeva a «tutte le organizzazioni indipendentiste, comuniste» e a «tutti i sinceri democratici», compresi coloro che «non condividono il nostro progetto politico», hanno risposto davvero in tanti. Il senso dell’iniziativa era ben espresso in un volantino dell’Assemblea spontanea contro la criminalizzazione delle opinioni politiche: «Le idee non si ingabbiano. La libertà di pensiero e di espressione politica non può essere processata». Su questi principi si è ritrovata una folla eterogenea che spaziava dal Cagliari Social Forum a Sardigna natzione, dalle Individualità anarchiche alla Rosa nel pugno, da Rifondazione comunista alla Confederazione sindacale sarda. Alcuni studenti universitari portavano al collo dei fogli di cartone con le scritte: «La cultura sarda è sovversiva, la storia sarda è sovversiva, le minoranze sono sovversive». Ironia amara confortata dalle parole del consigliere regionale di Rc Paolo Pisu: «Dietro questi arresti sospetto che esista una mano politica tendente a compromettere la lotta del popolo sardo». L’esponente di Rifondazione e presidente della Commissione diritti civili del Consiglio regionale poco prima della manifestazione ha fatto visita ai detenuti: «Denuncio le gravi condizioni di salute dei due arrestati Roberto Loi e Massimiliano Nappi». Il primo, studente universitario sassarese di 27 anni, in seguito a un incidente stradale ha riportato delle ferite al naso e agli occhi che devono essere curate urgentemente. Nappi, anche lui sassarese, docente di filosofia trentottenne, non può camminare a causa di una grave invalidità. In questo caso il Gip ha disposto una perizia medica i cui risultati sono attesi nelle prossime ore. Oltretutto Nappi e Loi stanno portando avanti uno sciopero della fame da cinque giorni. «Unico modo di protestare nei confronti di un provvedimento destituito di ogni fondamento», ha detto l’insegnante tramite il suo avvocato Elisabetta Udassi per spiegare le ragioni della sua decisione. Allo stesso modo ha iniziato a rifiutare il cibo anche Emanuela Sanna, sassarese di 31 anni, come pure Marco Peltz, docente di 37 anni nato a Cagliari ma residente a Sassari dove insegna in una scuola, e Stefania Bonu, ristoratrice sassarese di 28 anni. «Sono visibilmente dimagriti e stanno passando il tempo ad analizzare le 220 pagine di ordinanza per l’applicazione della custodia cautelare», dice l’avvocato di Petzl e Bonu Gianfranco Sollai, ripetendo che «nulla sarà lasciato al caso. Appena i 36 faldoni delle intercettazioni ambientali saranno depositati, nominerò un consulente di parte per la trascrizione e un altro eventuale consulente per ulteriori accertamenti tecnici». Sollai spiega: «Dal punto di vista giuridico l’accusa pone come indizi gravi intercettazioni ambientali di conversazioni. I miei assistiti sostengono che tali conversazioni non sono corrispondenti alla realtà. Per questo andremo avanti senza lasciare nulla di intentato».
L’operazione che ha portato in carcere anche Bruno Bellomonte e Salvatore Sechi, di Sassari, Marco Delussu e Pierfranco Devias, di Nuoro, Alessandro Sconamila di Macomer è coordinata dalla Direzione distrettuale antiterrorismo di Cagliari. Agli arrestati si aggiungono più di 50 indagati. La lente degli inquirenti è puntata sugli attentati che dal settembre 2002 sono riconducibili alle sigle “organizzazione indipendentista rivoluzionaria” e “nuclei proletari per il comunismo”. Si tratta di una trentina di atti terroristici contro sedi sindacali, economiche, politiche e istituzionali. Tra le iniziative che destarono più scalpore, l’ordigno inesploso ritrovato a Porto Rotondo nell’agosto 2004 durante la visita del premier inglese Blair ospite dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi. «L’unica “colpa” di cui ci riconosciamo colpevoli è quella di essere militanti di un’organizzazione indipendentista e comunista che si batte per l’autodeterminazione del Popolo Lavoratore Sardo e per il Socialismo», fa sapere “A manca pro s’indipendentzia” in un comunicato, «consideriamo le imputazioni attribuiteci come un attacco politico nei nostri confronti, tendente non a dimostrare un nostro eventuale coinvolgimento nei fatti, ma a criminalizzarci e a reprimerci in quanto soggetto politico attivo nella realtà sarda».

Venerdì è attesa la visita a Buoncammino del senatore dei Verdi-Insieme con l’Unione Mauro Bulgarelli mentre sabato a Cagliari si terrà un corteo.