Sanità, a caccia di tre miliardi

Una miscela che può essere esplosiva: altri ticket sulle prestazioni (ad esempio, sull’assistenza nei pronto soccorso) e un aumento dell’Irpef e dell’Irap da parte di quelle Regioni che hanno accumulato un debito o hanno sforato – nel corso dell’anno – il tetto di spesa (un 7%?). Già un accordo tra la ministra Livia Turco e il ministro Tommaso Padoa Schioppa è stata raggiunto: per l’anno 2007, il Fondo sanitario non potrà essere superiore ai 97 miliardi di euro. Il risparmio è di ben 3 miliardi di euro sulla valutazione di spesa fatta in precedenza, alla vigilia della conferenza Stato e Regioni; che aveva stabilito una quota non inferiore ai 100 miliardi di euro, per l’anno a venire.
Purtroppo, però la sanità – come al solito – fa le spese di un settore dai cui si pensa, tradizionalmente e subito, di ottenere dei ricavi adducendo la tesi che si spende troppo. Cambiano le amministrazioni ma si stringe la spesa; da anni, si parla di lotta agli sprechi ma, alla fine, questa intenzione si riduce a un ricorso a nuovi ticket.
Che potrebbe succedere, ad esempio, nel Lazio dove il presidente Pietro Marrazzo ha vinto le elezioni sulla promessa di togliere i ticket sulla ricetta, qualora questa misura fosse modificata a causa del superamento di un tetto? O, per sanare il debito – pari a circa 4 miliardi di euro (lasciato in eredità dalla precedente amministrazione Storace) – si dovesse pagare una «penale»? Tramite una maggiore contribuzione a carico del cittadino. La stessa sorte potrebbe toccare alla regione campana.
Nella finanziaria è stato, comunque, stabilito un ticket sulle prestazioni di pronto soccorso. Quelle identificate con il «codice bianco» (nel triage o «accoglienza») sarebbero pagate con circa 23 euro da non esenti; cifra che salirebbe ad una media, tra i 36-41 euro, per il «codice verde». Quello di maggiore gravità. Novità assoluta, invece, è l’introduzione di un ticket tra 5-10 euro per gli assistiti che figurano nella categoria dei non esenti. Sulla specialistica ambulatoriale c’è, ancora, un pò di confusione: potrebbe essere stabilito un rimborso del ticket per i non esenti della misura – tra i 5-7 euro – a ricette. Non dovrebbe, invece, essere sborsato nessun quattrino per l’ingresso in un day hospital; ma, sul tappeto, è in discussione per i non esenti la richiesta di un pagamento fino alla concorrenza della franchigia. Rimane il dubbio – giustificato sempre come una mossa antispreco – di far pagare gli esenti nel caso quesi ultimi non ritirassero i risultati delle prestazioni
Non si deve dimenticare che l’accettazione al pronto soccorso è, generalmente, condotta da personale paramedico che stabilisce autonomamente la gravità di chi deve usufruire della prestazione ed assegna un relativo codice. Non per sfiducia verso gli infermieri ma spesso capita che questo servizio venga gestito frettolosamente; in mancanza di un più severo controllo (medico?)e secondo la logica che «è meglio fare pagare piuttosto che evitare certi rischi», dell’invio del paziente al dottore. E per mala sorte questa situazione è più frequente, durante un weekend. Il governo punta ad un risparmio di 800 milioni di euro sulla spesa farmaceutica e complessivamente vuole raggiungere la quota/buco di 3 miliardi di euro: questo risparmio elude una politica di razionalizzazione sulla riduzione di spesa delle convenzioni ai privati e agli istituti religiosi.