Sale solo la disoccupazione . Il 2009 sarà un anno terribile in tutta Europa.

I numeri della crisi sono neri perché, per dirlo con il commissario Ue agli affari economici Almunia , il futuro è decisamente «nero» e la recessione sarà durissima, soprattutto nel primo semestre. E non solo in Italia, per la quale, confermando le previsioni della Banca d’Italia, la Ue prevede una caduta del Pil del 2,0% nel 2009. Ma, come avverte il rapporto presentato ieri con un mese di anticipo rispetto alla scadenza tradizionale di febbraio, le cose potrebbero andare anche peggio delle già nere previsioni perché «ci troviamo di fronte alla peggiore crisi che l’economia mondiale abbia attraversato dalla seconda guerra mondiale».
Secondo il Rapporto della Commissione Ue, quest’anno nei 16 paesi dell’euro il Pil segnerà complessivamente una caduta dell’1,9%. A diminuire saranno i consumi, ma soprattutto gli investimenti. E uno dei tonfi maggiori sarà registrato in Germania: quella che un tempo era la locomotiva d’Europa, con una discesa del prodotto lordo del 2,3% nel 2009, sta trascinando ora tutti gli altri paesi all’ingiù. Il paese più colpito dalla recessione sarà l’Irlanda (-5%), massacrata dalla crisi finanziaria. In Spagna, la crisi del settore delle costruzioni, spingerà il Pil al ribasso del 2%, mentre in Francia la discesa sarà dell’1,8%.
A fronte della caduta del prodotto, in tutti i paesi aumenterà il deficit pubblico che nell’eurozona si attesterà al 4% rispetto al Pil, con voragini in Irlanda (11%), Spagna (6,2%) e Francia (5,4%).
Il crollo più preoccupante è però quello dei posti di lavoro: la disoccupazione è prevista in forte crescita sia quest’anno che nel 2010. Solo nel 2009 andranno distrutti 3,5 milioni di posti di lavoro. Secondo le stime dalla Commissione, il numero delle persone senza lavoro nei 16 paesi dell’euro salirà dal 7,5% del 2008 al 9,3% del 2009, per portarsi al 10,2% nel 2010. Nell’insieme dei 27 membri dell’Unione, dove lo scorso anno il tasso di disoccupazione si è attestato a quota 7%, si prevede che nel 2009 si passerà all’8,7% e nel 2010 al 9,5 per cento. Il paese più colpito dalla disoccupazione sarà la Spagna: nel 2010 il tasso di disoccupazione salirà a quasi il 19%, che significa un disoccupato ogni 5 lavoratori. In questa situazione recessiva, ovviamente l’inflazione (3,3% nel 2008) è attesa per quest’anno in discesa (all’1,0%), mentre se a fine 2009 dovesse esserci una leggera ripresa, l’inflazione risalirebbe all’1,8% nel 2010 (3,3% nel 2008).
Ma veniamo all’Italia. I pessimi numeri italiani non sono peggiori rispetto a quelli degli altri paesi di Eurolandia. Forse perché un paese che in condizioni normali cresce meno degli altri, risente in modo più contenuto degli sbalzi dovuti alla crisi. Ad ogni buon conto, la decrescita nel 2009 (dopo il -0,6% del 2008) è fissata al 2%, mentre per il 2010 si attende una modesta ripresa dello 0,3%, comunque minacciata da mille variabili negative. Sul fronte dei conti pubblici, non stupisce che il deficit tornerà in forte crescita e quest’anno schizzerà – sforando il parametro di Maastricht del 3% al 3,8% (un punto in più rispetto al 2008), scendendo appena di un decimale (cioè al 3,7%) alla fine del 2010. La crescita del deficit sarà accompagnata da un fortissimo aumento del debito pubblico – il più alto d’Europa – che nel 2008 è arrivato al 105,7% del Prodotto interno lordo, nel 2009 schizzerà al 109,3% e nel 2010 continuerà la sua corsa toccando il 110,3%. E questo, a meno di un nuovo crollo dei tassi di interesse – costerà molto caro all’erario. Inoltre, avverte Bruxelles, il debito potrebbe ulteriormente lievitare nel caso lo stato si trovi costretto a «ricapitalizzare» qualche banca in crisi. Come per il resto dell’Europa, la discesa del Pil sarà accompagnata da una forte crescita del tasso di disoccupazione che passerà dal 6,7% dello scorso anno all’8,7% del 2010. Il che significa che avremo almeno un milione di nuovi disoccupati, visto che accorre aggiungere a chi perde il posto anche le nuove forze di lavoro giovanili che non riusciranno a trovare occupazione.
La misura della crisi è stata data dal commissario Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia, che presentando a Bruxelles le sue previsioni economiche straordinarie ha indicato che il primo semestre del 2009 «sarà la fase peggiore della recessione, quindi nella seconda metà dell’anno dovrebbe esserci una ripresa, anche se modesta e graduale». Almunia ha annunciato una raffica di procedure per deficit eccessivo, spiegando che il 18 febbraio inoltrerà al consiglio dei ministri delle finanze Ue (Ecofin) una serie di rapporti sulla situazione (anticamera del procedimento). Ma, rispetto al passato, per non mettere il cappio al collo di chi sta male, le procedure non imporranno risanamenti immediati e non dovrebbero scatenare scontri con i governi. Almunia ha anche detto di non vedere un rischio deflazione (1% nel 2009 per zona euro, 1,2% per l’Italia) e ha definito irrealistica la possibilità che gli stati messi peggio vadano in default o escano dalla zona euro.