Rutelli in bilico. SinArc trema

E’ preoccupata la sinistra romana, e non lo nasconde. L’ultima settimana prima dell’appuntamento con le urne per scegliere il nuovo sindaco della capitale sarà al cardiopalma. La candidatura di Francesco Rutelli alleato con la SinArc non carbura: gli ultimi sondaggi lo davano sulla fatidica soglia del 50%, e l’aria non sembra cambiare. Il rischio ballottaggio è vicino. Un secondo turno «non banale», come ripetono tutti. E allora l’Arcobaleno si dà da fare, tanto da far scendere in campo i vertici dell’alleanza per dire che votare Rutelli si può, anzi si deve. Il segretario di Rifondazione Franco Giordano lo ha spiegato senza tanti giri di parole ieri mattina in una conferenza stampa appositamente convocata: «La forza della Sinistra Arcobaleno e il voto a Rutelli viaggiano insieme». Più chiaro di così si muore: la SinArc si è fatta quattro conti in tasca, e sa che se non porta a casa un buon
risultato sarà più difficile trattare con Rutelli quando si dovrà scongiurare l’ascesa in Campidoglio della coppia da brivido Alemanno-Storace (sul cui riawicinamen-to in caso di possibile vittoria sono tutti pronti a scommettere). Il patto pre elettorale con la Rosa bianca di Baccini, d’altronde, è stata stoppata in extremis proprio mettendo sul piatto l’innegabile radicamento elettorale della sinistra a Roma. Ma se le urne dovessero segnalare un’emorragia eccessiva di voti proprio dal fianco sinistro della coalizione, Rutelli -che al momento non smette di ripetere quanto sia «chiaro e leale» il patto con la sinistra – non ci penserà due volte a chiedere aiuto ai suoi naturali alleati, quei centristi che nella capitale vaticana possono comunque garantire un 5-6%. Proprio ieri Pierferdinando Casini a esplicita domanda ha risposto: «Non so se in caso di ballottaggio l’Udc appoggerà Rutelli. Non lo escludiamo».
Per la SinArc un vero scenario da incubo. I nemici sono due: il voto disgiunto a favore del socialista Grillini e, in parte, della Lista Amici di Beppe Grillo, ma anche l’astensionismo. «Il voto disgiunto indebolisce la sinistra – ha tuonato Giordano – il voto utile a Roma è far vincere Rutelli al primo turno votando la sinistra, che può far sentire la propria forza e la propria voce».
Ma come convincere un elettorato «sfiduciato», come lo ha definito lo stesso segretario romano del Prc Massimiliano Smeriglio, che sia utile affidarsi per la terza volta a Rutelli, colpevole oltretutto dell’ingresso in parlamento di personaggi del calibro della teodem Binetti? Giordano la mette così: «La vera vocazione di Rutelli è fare il sindaco, sono sicuro che lo farà bene e rispettando il programma». La coordinatrice della campagna della SinArc, Patrizia Sentinelli, ha sottolineato l’importanza della «dinamica del consiglio comunale». Cioè: se la sinistra non occupa abbastanza seggi è chiaro che sarà un problema far marciare un programma. Che, secondo la Sentinelli, mostra «importanti segni di discontinuità».
E qui siamo a un altro punto clou della questione: la SinArc romana ha ormai scaricato definitivamente l’ex sindaco Walter Veltroni. «soprattutto la seconda giunta ha avuto molti punti critici, lo sappiamo e lo verifichiamo in questa difficile campagna elettorale», ha detto Smeriglio. Ma la sinistra non lo ha appoggiato? «Non siamo mai stati silenti, e abbiamo sempre criticato apertamente la politica dei grandi eventi veltroniana, che ha abbandonato le periferie». Smeriglio è quello che più punta il dito sul rischio astensionismo: «Potrebbe essere alto, e questa tendenza va assolutamente combattuta. Noi non la pensiamo come il Pd che considera il 30% delle astensioni quasi naturale, in una prospettiva di americanizzazione delle elezioni. Noi vogliamo recuperare quei voti. Restare a casa è il vero voto inutile».