RUSSIA: LA FORZA DEL DIRITTO E NON IL DIRITTO DELLA FORZA

Si tratta di un commento alla costituzione in Russia del movimento
civico-sociale
denominato “Per il rafforzamento dell’ordine democratico mondiale e in
appoggio
all’ONU”. L’articolo, apparso nel giornale russo “Pravda”, è stato tradotto
in spagnolo da Josafat Sanchez Comin per il sito “rebelion.org”.

E’stata celebrata la prima conferenza della sezione moscovita del movimento
civico-sociale “Per il rafforzamento dell’ordine democratico e in appoggio
all’ONU”. La fondazione di questo movimento è stata preceduta dalla
pubblicazione
di un appello firmato da 22 insigni scienziati e diplomatici russi. In
questo
appello si parla delle pericolose tendenze che sono da mettersi in
relazione
alla politica di instaurazione di un mondo unipolare. Gli autori
dell’appello
reclamano l’adozione di strumenti capaci di far fronte all’attuale sviluppo
degli avvenimenti. Il movimento è capeggiato dal membro dell’Accademia
Russa
delle Scienze, Anatolij Gromyko.

I promotori di questa nuova organizzazione sociale segnalano che nelle
relazioni
internazionali si sta manifestando un tendenza impegnata a dichiarare come
“appestati” popoli interi. Tale concetto, sconosciuto fino ad oggi nel
diritto
internazionale, non può e non deve continuare ad esistere. Viola la
convenzione
dell’ONU, alterando la stabilità strategica in regioni concrete e nel mondo
in generale. Contro i paesi “appestati” si adottano sanzioni e operazioni
militari, condannando i loro popoli a crudeli conseguenze. Con la scusa
della
“difesa dei diritti umani e della democrazia” si coinvolgono i cristiani
in un conflitto di civiltà. Il confronto sta aumentando pericolosamente.
E’ indispensabile arrestarlo.

A una grande pressione da parte delle forze egemoniche ed espansioniste
vengono
sottoposti Iraq, Iran, Corea del Nord, Cuba ed altri stati. Il dominio
militare,
finanziario e informativo degli USA nel mondo, fa continuo ricorso
all’adozione
di strumenti di forza, compresa la guerra. Le bombe e i missili appaiono
come il principale mezzo, a cui si ricorre negli affari internazionali.
L’aria
comincia veramente a puzzare di guerra.

Il mondo è testimone del trattamento informativo che stanno riservando
i
grandi “media”, al fine di giustificare la necessità delle azioni punitive,
non solo all’Iraq, paese di antichissima civiltà, ma anche ad altri paesi
che non piacciono ai nuovi padroni del mondo. E’ fondamentale evitare che
la comunità internazionale venga coinvolta nell’arbitrio e in soluzioni
che
prevedano l’utilizzo della forza. Gli abitanti del pianeta non devono più
soffrire per le guerre. Non erano forse queste le aspirazioni dei popoli
quando furono fondate le Nazioni Unite?

Gli scienziati sono convinti che è venuto il momento di azioni decise in
difesa dell’ordine democratico internazionale e delle Nazioni Unite. Solo
così si potrà garantire una sicurezza reale e giusta per tutti.

I partecipanti al movimento rilevano che una sola superpotenza sta creando
una minaccia per tutta la comunità internazionale. E’ triste constatare
come
né l’ONU né le altre organizzazioni internazionali abbiano saputo
intervenire
contro l’arroganza e l’arbitrio degli USA. Nonostante l’evidente illegalità
delle azioni degli USA, l’ONU ha adottato una posizione evasiva di
sottomissione.
Ciò conduce irrimediabilmente a una straordinaria perdita di autorità del
diritto internazionale nel suo complesso, ponendo le basi per giganteschi
conflitti.

La situazione attuale non si è creata sul pianeta “all’improvviso”, in
un
momento. Già nel suo discorso dell’11 settembre 1990 di fronte alla
sessione
congiunta del congresso degli USA, Bush padre parlò della necessità di
instaurare
un nuovo ordine mondiale, basato sul diritto all’autodeterminazione, sulla
dissuasione nucleare e sulle azioni congiunte contro le aggressioni. Erano
i principi che indirizzarono in seguito la politica dell’amministrazione
Clinton.

Subito, in poco tempo apparvero numerosi partigiani dell’applicazione di
nuove misure di forza, che mettevano in discussione il principio stesso
di
cooperazione multilaterale. Così, nel 1991, lo scienziato americano Charles
Krauthammer intervenne con una dichiarazione, in seguito ripetuta da molti
altri. ” Nel mondo c’è una sola potenza di prima grandezza, e nel prossimo
futuro non si riesce a scorgere una forza che le possa fare da
contrappeso”.
Sebbene non fosse ancora arrivato il momento per questo tipo di
dichiarazioni
a livello governativo. (.) Tutte le componenti del potenziale americano,
le forze armate, in primo luogo, hanno raggiunto all’inizio del XXI secolo
dimensioni mai viste in precedenza. Nel 2003, gli USA hanno speso nella
difesa
più dei 15 paesi più forti in capacità militare. Secondo gli scienziati
russi,
l’America ha una superiorità schiacciante nell’armamento atomico, nelle
forze
aeree e la sua marina regna in tutti i mari e gli oceani. Gli USA spendono
in ricerca e costruzione a fini militari più che le sei potenze militari
che la seguono. Solamente nella sperimentazione scientifica e sul terreno
della tecnica militare, spendono una somma maggiore che quella di tutto
il
bilancio militare del Regno Unito e della Germania messe insieme. Il potere
americano poggia su una base solida. L’economia degli USA è talmente
solida,
che il mantenimento della sua superiorità militare le sottrae appena il
3,5%
del prodotto interno lordo.

Così, gli Stati Uniti si sono gettati nella guerra dell’Iraq, con
conseguenze
imprevedibili. Hanno messo il mondo sull’orlo di un confronto di civiltà,
cristiana e musulmana, che minaccia la distruzione di tutta l’umanità.
Per
questo i partecipanti al movimento rilevano che, solo con uno sforzo
congiunto
si potrà difendere il diritto internazionale e delle Nazioni Unite. Il
movimento
si augura che si allarghi il numero dei partecipanti, con l’adesione di
nuovi
scienziati ed anche studenti, che non siano indifferenti al destino del
pianeta.
Ciò senza dubbio assicurerà il futuro del movimento e permetterà ai giovani
di partecipare alla salvaguardia del normale funzionamento del sistema
di
relazioni internazionali e alla difesa degli interessi di ogni individuo
e dell’umanità nel suo insieme. Non a caso nel documento si afferma: “Un
mondo per noi non deve essere creato senza di noi”.

Traduzione a cura del C.C.D.P.