Come battere Sarkozy, che tutti i sondaggi continuano a dare in testa e che, sempre più sicuro di sé, cita Jaurès (27 volte in un solo intervento a Tolosa giovedì) e poi, dopo l’identità nazionale e la lotta alla «feccia» delle banlieues, manda in esplorazione il suo braccio destro, Brice Hortefeux, per aprire al Fronte nazionale e promettere una «dose di proporzionale» che porterebbe l’estrema destra all’Assemblea?
L’ex primo ministro socialista della «seconda sinistra», Michel Rocard, pioniere dell’apertura al centro nell’88 (per evitare l’appoggio del Pcf), ha la sua risposta: stabilire un accordo elettorale per le legislative di giugno, prima del primo turno, tra Ségolène Royal e François Bayrou. «Se Nicolas Sarkozy verrà eletto tra qualche settimana, non avremo più nessuna scusa – scrive in un’intervento su Le Monde -. L’Ump vincerà le elezioni legislative che seguiranno; e per cinque anni la Francia soffrirà». Una sofferenza diversamente distribuita: «Non tutti i francesi soffriranno allo stesso modo: i più ricchi vivranno ancora meglio. Le classi medie e i lavoratori con bassi stipendi vivranno peggio. Gli esclusi saranno più soli che mai». Per Rocard «questo spreco sociale che la maggioranza dei francesi rifiuta» può essere evitato: «Come? Semplicemente unendo le nostre forze con coloro che sono più vicini a noi. Coloro che pensano come noi che il mercato debba essere regolato, che lo stato debba difendere la solidarietà, che le pari opportunità debbano essere assicurate a tutti e tra tutte le generazioni». Rocard è il primo socialista ad allinearsi alla proposta di unione della «sinistra social-democratica con il centro democratico-sociale», in cui dovrebbero essere coinvolti i Verdi, già avanzata dal Verde Daniel Cohn Bendit e poi ripresa da due gruppi di alti funzionari vicini al Ps, che si sono fatti conoscere sotto gli pseudonimi collettivi di Spartacus e dei Gracques. Anche se Rocard non ha più nessuna carica ufficiale nel Ps, nella campagna in corso Royal gli ha affidato il compito di redigere un rapporto sulle sfide del digitale.
Le reazioni sono divergenti. François Bayrou si rallegra, «finalmente qualcosa si muove» afferma, ma resta prudente su un eventuale accordo anti-Sarkozy e si limita ad auspicare «di essere capaci di oltrepassare le frontiere del passato, per proporre alla Francia un’azione differente e una maggioranza diversa». Ma malgrado Rocard pensi che i socialisti e i centristi condividono visioni e valori sull’occupazione, la casa, il debito pubblico, la scuola, l’Europa, la società, la democrazia, le donne, l’integrazione e la nazione, Ségolène Royal ha respinto la proposta dell’ex primo ministro di Mitterrand. «Preferisco occuparmi dei veri problemi dei francesi » ha affermato alla conclusione di una visita alla fabbrica Alstom di Belfort. Il suo direttore di campagna, Jean-Louis Bianco, conferma: no comment sulla proposta di Rocard, perché «io parlo solo di cose importanti : precariato, disoccupazione, calo del potere d’acquisto, sfascio della sanità, pensioni minime». Più esplicito François Hollande, segretario del Ps : «Non c’è alleanza concepibile tra la sinistra e parte della destra». Per l’ex ministro socialista Pierre Moscovici, la proposta «non ha senso», visto che Bayrou «non sarà al secondo turno» e dopo il ballottaggio ci sarà tempo per pensare alle alleanze.
Mentre sinistra e centro si dividono, Sarkozy continua a lavorare le terre del Fronte nazionale. Il suo braccio destro, Brice Hortefeux, per la prima volta ha parlato di riforma delle modalità del voto alle legislative, con l’introduzione di una «dose di proporzionale». Tutti i partiti sono in realtà d’accordo su questo punto, ma è la prima volta che la proposta viene accettata in ambito gollista. L’Ump ha subito smentito e parla, in un comunicato ufficiale, di «iniziativa personale» di Hortefeux. Ma con un po’ di proporzionale il Fronte nazionale entrerebbe all’Assemblea.
Le Pen ha respinto l’avance e parla di «briciole che vengono distribuite a fine campagna, per mostrarsi diversi da quello che si è». Bayrou vi vede invece «un segno» che mostra che «Sarkozy ha deciso di riavvicinarsi al Fronte nazionale al primo turno».