Ritornano le donne. In difesa della 194

«Sarà un boato di donne». Tante, femministe di lungo corso, giovanissime donne che si sono organizzate tra di loro- web miracoloso- e hanno ri-cominciato a parlare di temi su cui troppo spesso, troppo a sproposito, chiacchierano gli uomini della politica e quelli della Chiesa. Sarà un boato di donne, il 14 gennaio (ma la data non è certa) a Milano, promettono da Roma, domenica pomeriggio pre-natalizia, ore 15.30, vento tagliente di tramontana, Casa delle Donne, via della Lungara, Trastevere, cuore rosso della città eterna. Ieri in molte città italiane le donne si sono incontrate in assemblea, così come avevano deciso dopo il 29 novembre scorso a Milano, alla fine della prima convetion organizzata dal gruppo «usciamodalsilenzio.org» (l’omonimo sito è un pullulare di interventi e contributi), per preparare la grande manifestazione in programma nel capoluogo milanese. «La prima di molte altre», promettono. Certo, il tema principale è la difesa della legge 194, sulla maternità consapevole e l’aborto, a cui il centrodestra- facendo l’occhiolino al cardinale Camillo Ruini- sta cercando di dare una spallata. Ma non solo. I teocon italiani avanzano con le loro politiche di regressione – non solo economica ma anche culturale- e le donne cogliendo tutti di sorpresa, se stesse per prime, si riorganizzano con lo stesso vigore di tanti, tanti anni fa. La sorpresa romana è l’età delle partecipanti all’assemblea: finalmente tornano le giovanissime. «Non è vero che la politica la osservano da lontano- dice Elena Doni, giornalista e scrittrice -. Semplicemente non ci eravamo accorte di come si fossero organizzate». Dai venti ai sessant’anni sono tutte rappresentate le età. Si discute molto: in ballo non c’è soltanto la legge 194, c’è il ruolo dei consultori, il tentativo di piazzarci dentro i volontari di Scienza e vita (sponsorizzati da Ruini); il depauperamento delle strutture che delle donne dovrebbero occuparsi, il boicottaggio di qualunque tentativo di garantire la rappresentanza nelle istituzioni. Francesca Koch, una delle colonne portanti della Casa osserva che oggi ci sono molte donne «che facevano già dallo scorso anno volantinaggio nei consultori». C’è chi chiede perché proprio il 14 gennaio, «lo stesso giorno in cui a Roma c’è la manifestazione in difesa dei pacs» e chi spiega, come Bianca che dovendo scegliere andrà a Milano. Susanna, della Cgil milanese, una delle organizzatrici della manifestazione, spiega che quella data è stata decisa quando «ancora non si sapeva dall’altra manifestazione romana», tutto qui. Si ragionerà però su quella data. Sarebbe meglio spostare di una settimana. Arriva notizia che ci si sta pensando anche a Bologna. C’è chi propone di organizzare «un treno per andare» e chi, più modestamente, pensa a un «vagone». Sono presenti collettivi femministi, e comitati di donne. Da «Siamo più della metà», studentesse di Scienze politiche organizzate, (quelle dello slogan davanti al Senato “No donne-No voto”), a «Donne in genere», «La mela di Eva», «Controparola» e «Facciamobreccia». Poi ce ne sono molte arrivate qui a titolo personale. Perché sono stanche di sentire parlare di famiglia da difendere e santificare, quando nessuno «affronta seriamente le politiche familiari e le donne sono sempre più sole». C’è chi critica la destra – tutte – e chi la sinistra – alcune, non poche -, per la poca convinzione con cui a volte «combatte le battaglie». Stato laico, per davvero, pillola abortiva, no all’ingerenza della Chiesa… Temi antichi eppure così attuali. Molte delle donne che oggi stanno qui sono le stesse che negli anni settanta manifestavano in difesa dell’aborto legale, contro quello con i ferri da calza, le mammane, i danni irreparabili, la clandestinità. La novità è che adesso ci sono anche molti uomini pronti a manifestare per i diritti delle donne. «Bene, benissmo, ma i megafoni li teniamo noi», avvertono le interessate. Arrivederci l’8 gennaio, ore 15 Casa delle Donne.