Rinaldini: Prodi cancelli la Legge Biagi

“L’abrogazione della legge 30 e la ridefinizione della legislazione del lavoro deve essere una priorità” del prossimo governo. Lo ha affermato Gianni Rinaldini, segretario
generale della Fiom, che intervenendo al congresso della Cgil si
è rivolto direttamente al leader dell’Unione, Romano Prodi, seduto in prima fila.
“A Prodi dico – ha proseguito Rinaldini – che vogliamo un nuovo governo che rappresenti una discontinuità e una rottura rispetto al passato”. ”Le aspettative sono tante” ha aggiunto Rinaldini – “Berlusconi e’ necessario che vada a casa, se no sarebbe una sciagura. Ma il disagio sociale cresciuto in questi anni, infatti, non e’ detto -spiega ancora Rinaldini- che abbia uno sbocco politico predeterminato: dipende dalla credibilita’ del nuovo governo”. E’ per
questo, dunque, che ”deve, tra le prime misure, rendere visibile e leggibile alla gente che c’e’ una rottura con l’esperienza precedente. Deve sancire l’abrogazione della legge 30 e ridefinire tutta la
legislazione sul lavoro, compresa quella sull’orario ed il ramo d’azienda, e deve da subito ritirare le truppe dall’Iraq e dall’Afghanistan. Sarebbe, questo un segnale preciso di cambiamento
rispetto al passato”, dice ancora sommerso dagli applausi, compreso quello dello stesso Prodi.
Il futuro Governo deve ”ridefinire il ruolo dell’intervento pubblico nelle sue scelte”. In Italia – ha detto Rinaldini – ”e’ aperto uno scontro tra poteri economici e finanziari. E siamo solo alla fase iniziale. Si discute di cordate e super cordate e l’unica cosa che non si fa e’ parlare di politica economica”. Dietro la questione Enel-Suez – ha concluso – ”ci sono problemi di questa natura”.
”Dico all’amico Pezzotta, di cui ho sempre apprezzato la franchezza, che condivido il fatto che per
il sindacato non c’e’ un Governo amico. Ma ci sono Governi, come quello attuale, avversari del movimento sindacale”. Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, nel suo
intervento al XV Congresso della Cgil. Un Governo amico del sindacato e’ impossibile, per Rinaldini, perche’ ”vogliamo essere autonomi e perche’ siamo un’organizzazione che ha come unica fonte di legittimazione i lavoratori e le lavoratrici che vogliamo rappresentare”.
Rinaldini si e’ poi soffermato sulle difficolta’ che si riscontrano nelle fabbriche, nei quartieri, fra i giovani.
”C’e’ – ha detto – una miscela esplosiva di disagio sociale, che deriva dall’incrocio del peggioramento delle condizioni lavorative, dal processo di precarizzazione, con la drastica
riduzione del potere d’acquisto”. Se si parte da questa analisi – ha concluso – ”e’ addirittura banale pensare che la risposta sia ripartire dall’accordo del 23 luglio: la situazione non e’ piu’ quella”.