Congresso Cgil, l’alternativa Fiom
Nel dibattito pre-congressuale in Cgil irrompono le tute blu dei metalmeccanici della Fiom. A pochi giorni dal direttivo nazionale della Cgil che metterà nero su bianco l’avvio della fase congressuale non più basata su documenti contrapposti ma su un documento unitario “a tesi”, il segretario della Fiom Gianni Rinaldini lancia un segnale chiaro al leader della Cgil Guglielmo Epifani. Dalla tribuna dell’assemblea nazionale della “Rete 28 aprile” annuncia la possibile presentazione di almeno due tesi alternative. Anche se la formula usata da Rinaldini contempla ancora la classica “riserva”, le formulazioni del documento unitario, in particolare su democrazia sindacale e modelli contrattuali, lasciano poco spazio per un accordo che soddisfi tutti. ‘Tutto verrà deciso tra lunedì e martedì prossimi, quando della faccenda si occuperà il Comitato direttivo nazionale della Cgil.
La nuova presa di posizione della Fiom ha messo in allarme Federmeccanica che si è affrettata a chiedere un intervento di Epifani. «Quella parte del sindacato – ha detto Massimo Calearo, presidente dell’associazione degli industriali deve modificarsi. Noi vediamo dei cambiamenti importanti anche dalle segreterie nazionali e direi che fino ad adesso la più ferma nelle posizioni è certamente la Fiom: non è la scoperta dell’ America, è un dato di fatto». Calearo intervenendo a margine di un convegno della Fondazione Nord Est ha invitato il segretario generale della Cgil a parlare con la Fiom. Nel suo intervento di ieri all’ assemblea della “Rete 28 aprile” (Centro congressi Frentani a Roma) Rinaldini ha sottolineato che la battaglia sul modello contrattuale assume un valore strategico nel momento in cui la Confindustria vuole l’unico vincolo di solidarietà ancora esistente tra i lavoratori. E la stessa possibilità di decidere sui contratti deve essere intesa come «un diritto dei lavoratori» e non una “concessione” straordinaria. L’annuncio in diretta di Rinaldini è stato giudicato un «fatto importante» da parte del segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, che ha tenuto la relazione introduttiva all’assemblea nazionale della “Rete 28 aprile”. «Non accade dal 1945 – ha commentato – che un segretario generale dei metalmeccanici presenti tesi alternative a quelle del leader della Cgil». «Il nodo da sciogliere – spiega Cremaschi – è la garanzia del pluralismo. Chiederemo al segretario generale della Cgil che la scelta di tesi alternative rappresenti un pluralismo reale e che ci sia corrispondenza tra i voti alle tesi, i delegati e i gruppi dirigenti. Questo sarà decisivo per noi per sciogliere il nodo se presentare o no il documento alternativo».
L’assemblea della rete non è riuscita a decidere sulla difficile questione del documento alternativo anticoncertativo, e sulla relativa costituzione in area programmatica.
Il processo, comunque, assicurano i promotori, è ancora aperto e va avanti sulla base del metodo del consenso e non su quello dèlla votazione. «Nasce una nuova soggettività in Cgil fondata sulla democrazia radicale e contro la concertazione», ha aggiunto Cremaschi. Il dibattito è stato molto articolato. E, tra l’altro, ha registrato un “fermo macchina” del gruppo di “Eccoci” (Danini e Baldini), che paventa il pericolo di un isolamento della Fiom in caso di documento alternativo. Nel corso del dibattito sono stati presentati due ordini del giorno, uno sulla presentazione del documento alternativo (primo firmatario Grisolia) e l’altro sull’aggregazione programmatica (Sergio Bellavita). L’assemblea ha fissato un altro appuntamento a settembre. Paolo Ferrero, della segreteria nazionale del Prc, ha dichiarato: «L’elemento che mi sembra positivo è che la proposta della Fiom esce dall’assemblea di Roma come la strada maestra da percorrere nel congresso Cgil»,
Una parte di “Lavoro e Società”, quella guidata da Gian Paolo Patta che invece ha scelto il patto unitario proposto da Epifani, ha tenuto a Firenze la sua assemblea regionale. All’appuntamento, secondo gli organizzatori, hanno partecipato quasi cinquecento persone.
«Siamo nati, ha detto Gian Paolo Patta nelle sue conclusioni, per spostare a sinistra l’asse politico della Cgil cosa che è avvenuta, da qui la scelta di andare ad un congresso unitario per tesi. Permangono, ha aggiunto, alcune diversità e non a caso la nostra area congressuale resta in pedi, queste diversità potranno sfociare in emendamenti nazionali alle tesi e dunque diventeranno elemento del confronto nei congressi ad ogni livello». Uno degli scenari possibili è che la sinistra in Cgil diventi un arcipelago molto articolato con soggetti che svolgono ruoli anche su piani diversi. In questo modo verrebbe superato il concetto classico dell’area programmatica.