«Parliamoci chiaro. Non può essere che quando c’è la crisi si chiede ai lavoratori di stare tranquilli e quando c’è una fase di ripresa economica gli si dice di stare buoni lo stesso per rendere duratura la crescita». Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, replica così al fuoco di sbarramento con cui gli industriali hanno accolto il varo della piattaforma per il contratto dei metalmeccanici, in scadenza a fine giugno. Adesso la parola passa ai lavoratori. A breve partiranno assemblee informative in tutte le fabbriche che culmineranno nel referendum del 22, 23 e 24 maggio.
Secondo il presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo, le vostre richieste «sembrano fatte apposta perché non si arrivi alla firma del contratto».
La nostra piattaforma è un punto d’incontro tra posizioni diverse che erano state anche rese pubbliche, in particolare penso alla parte relativa agli aumenti retributivi. E’ chiaro che la piattaforma unitaria ha un valore in sé: basti pensare che l’ultimo contratto nazionale unitario dei metalmeccanici risale al 1999. In più stavolta è una piattaforma molto corposa. Nella parte normativa c’è l’ipotesi di una modifica sostanziale dell’inquadramento, visto che quello vigente risale all’accordo del 1973. L’ipotesi di nuovo inquadramento sviluppa l’intreccio tra operai e impiegati ed è costruita in modo tale da permettere percorsi di avanzamento professionale assegnando anche alle Rsu un ruolo importante nella definizione dei profili professionali e nella crescita. Sulla precarietà del lavoro abbiamo sviluppato una posizione – che spesso era già comune – sui tetti massimi per il lavoro a termine e il lavoro interinale, con la definizione di percorsi precisi di trasformazione a tempo indeterminato di questi contratti. Nello stesso tempo sulla partita dell’orario di lavoro, che sappiamo essere delicatissima, è prevista la possibilità, peraltro già sperimentata nel biennio precedente, di allargare le causali per l’orario plurisettimanale a situazioni particolari, confermando però il ruolo negoziale delle rappresentanze sindacali. Faccio presente che nella piattaforma c’è un punto molto preciso sugli appalti, che rappresenta una richiesta di modifica sostanziale rispetto a come è stata attuata la legge 30 su questo capitolo. A tutto ciò si aggiunge la parte retributiva, con una richiesta di 147 euro che, mi pare evidente, va ben oltre l’inflazione programmata perché assume come ulteriore elemento di valutazione l’andamento economico del settore. E’ chiaro che non rompi una piattaforma unitaria per 10 euro in più o in meno. Meglio chiedere 10 euro in meno se ciò serve ad essere uniti, perché fare piattaforme separate vuol dire mettersi nelle mani di Federmeccanica.
Ora l’economia va bene, si può però obiettare che la ripresa non è uguale per tutti e che la produttività non va redistribuita sui minimi tabellari ma sul secondo livello.
Il fatto che la situazione delle aziende sia differenziata non c’entra nulla con la funzione che ha, da quando è nato, il contratto nazionale. Il quale definisce un minimo salariale che riguarda tutti i lavoratori. Poi interviene la contrattazione di secondo livello, più aderente con l’andamento produttivo di ogni azienda. Parlare di inflazione programmata, come fa Confindustria, vuole dire un aumento retributivo medio di 65 euro, che per il terzo livello equivale a 40 euro lordi. In pratica, qualche caffè.
Hai detto che per la vostra richiesta salariale avete preso a riferimento i 101 euro dell’aumento concordato per gli statali. Però lo sciopero del pubblico impiego è ancora in piedi. Non temete che a loro volta gli industriali possano prendere come riferimento Padoa Schioppa?
Non lo so. Quello che mi sento di dire è semplicemente che rispetto a due anni fa questo contratto si svolge in una situazione diversa. Una situazione cioè, dove buona parte del settore metalmeccanico chiede straordinari. E queste sono da sempre le condizioni migliori per trattare un rinnovo.
Il problema è che chiedendo 101 euro per il terzo livello non avete più margini per trattare. Qualunque accordo sotto di quella cifra porterà a dire che i metalmeccanici hanno ottenuto meno dei lavoratori pubblici.
Tengo a precisare che, seppure il rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici ha fatto parte della nostra discussione, in realtà ci siamo basati più sull’esperienza del biennio precedente, nel quale avevamo ottenuto 100 euro medi al V° livello.
A proposito: questa piattaforma è anche una risposta al malcontento emerso in occasione del precedente contratto, con alcune clamorose bocciature?
E’ stato un elemento di valutazione. Teniamo conto però del fatto che i metalmeccanici due anni fa hanno approvato l’accordo all’85%, mentre il contratto del ’99 fu approvato con il 67% di voti. Le bocciature ci furono alla Fiat ma in una situazione in cui da dieci anni quei lavoratori non portavano a casa niente, perché l’integrativo era fermo. Soprattutto, in quella consultazione è emerso il problema delle linee di montaggio. I lavoratori ci rimasero male quando scoprirono che i 100 euro per loro erano in realtà 86. Abbiamo quindi convenuto sul fatto che stavolta per i lavoratori del terzo livello non era possibile fare una richiesta inferiore ai 100-101 euro. Da qui è partita la riparametrazione che ha portato ai 117 euro al quinto livello.
Gli industriali però insistono. Dicono che se accettassero le vostre richieste, le piccole imprese sarebbero costrette a chiudere mentre a quelle medio-grandi verrebbe la voglia di scappare all’estero.
Io sono molto tranquillo, la trattativa deve ancora iniziare. So bene che la piattaforma è corposa e quindi non mi aspettavo una reazione positiva della Federmeccanica.
C’è da dire che le imprese di questi tempi hanno poco da lamentarsi. Oltre ai benefici della ripresa, si sono pure messe in tasca gli sgravi per 5 miliardi di euro frutto della riduzione del cuneo fiscale…
Per essere precisi, ne stanno per beneficiare, perché la prima tranche del cuneo fiscale partirà entro l’estate e in autunno andrà a regime, cioè esattamente quando saremo nel pieno della nostra trattativa. Che Confindustria continui a strillare facendo finta di non sapere che da questa finanziaria hanno ottenuto cose che, da un punto di vista fiscale, non avevano mai ottenuto, è persino paradossale.