Rinaldini: «Confindustria strilla perché vuole alzare il prezzo»

«Una espressione indecente per un segretario della Cgil». Gianni Rinaldini uscendo dalla grande assemblea regionale della Fiom sulla precarietà è piuttosto irritato. Il segretario generale della Cgil regionale ha appena lanciato un comunicato in cui ammonisce la Fiom ad occuparsi dei metalmeccanici. «In giro c’è troppo nervosismo», aggiunge. Ma è la finanziaria ad appassionare di più Rinaldini, che paventa il pericolo di una sgradevole “secondo tempo”.

Una finanziaria dettata dalla Cgil?

E’ una sciocchezza dirlo per la semplice ragione che si parte da due dati, due scelte del governo: la prima è quella della dimensione dell’operazione, che probabilmente deriva dal fatto che qualcuno si era impegnato con l’Europa; la seconda è che il sindacato non ha mai rivendicato il cuneo fiscale; viceversa, era l’impegno che il governo si era assunto in campagna elettorale nei confronti degli elettori. Se non si chiarisce questo si corre il rischio di generare solo una gran confusione, fino alla situazione paradossale che la Confindustria, che porta a casa un risultato di assoluta rilevanza sulle tasse attraverso la riduzione dell’Irap, si lamenta. Gli industriali appaiono come i tartassati, mentre dall’altra parte i lavoratori apparirebbero come i beneficiari di una grandiosa redistribuzione delle risorse con un elevato guadagno immediato.

E quindi cosa pensi?

In realtà è a partire da quei due elementi che si può dire che il giudizio sulla finanziaria – poiché pare evidente che non c’è nessun accordo e quindi si deve parlare di giudizio – non può non rilevare come aspetti positivi l’impegno ad intervenire sul lavoro sommerso e illegale ed un’operazione sul terreno complessivo aliquote-detrazioni-assegni famigliari che non penalizza le fasce sociali. Di questo si tratta, e pur non realizzando una operazione di drenaggio fiscale, più cuneo fiscale, rappresenta certamente un elemento di discontinuità rispetto alle precedenti.

Quali sono gli elementi da modificare?

I tickets e poi l’operazione, di cui stanno ancora discutendo, rispetto agli enti locali. Al di là delle dichiarazioni spropositate dei sindaci resta il fatto che la stessa finanziaria prevede l’introduzione della possibilità di una ulteriore addizionale.

Poi c’è questa vera e propria zona d’ombra sulle pensioni…

Sul capitolo sulle pensioni è evidente che il memorandum non può che essere considerato una agenda di argomenti che non può avere nessun vincolo, né rispetto alla trattativa né tanto meno rispetto alla piattaforma che deve essere presentata dal sindacato e sottoposta al voto ed alla consultazione di tutti i lavoratori. Anche da questo punto di vista, è importante che sia stato evitato l’intervento sulle finestre che avrebbe rappresentato un segnale politico esplicito rispetto alla trattativa. Aggiungerei la considerazione e la forte impressione, però, che una serie di nodi politici sindacali delicati, dalle pensioni alla legislazione sul lavoro – e aggiungo, perché non l’ho ancora capito se ci sarà o no il sistema contrattuale – sono temi che saranno affrontati tra due mesi.

La Confindustria si prepara al secondo tempo e ai supplementari…

Penso che la Confindustria stia in realtà avendo un atteggiamento di chi si prepara a presentarsi come creditore nella partita che si apre tra due mesi, perché i nodi politici fondamentali sono rinviati a quella data. Parlo delle pensioni, della precarietà e di questo patto per la produttività. Ci vuole un bella faccia tosta per dichiarare come ha fatto Montezemolo l’altro giorno che nella finanziaria sono prevalse le posizioni massimaliste. Nel patto per la produttività prevedono un aumento dell’orario di lavoro di almeno 100 ore. Sono senza freni.

Il sindacato non sembra aver percepito il pericolo.

Le proposte del sindacato non potranno che essere formulate in termini precisi, certamente più precisi del documento unitario. Il documento va discusso e sottoposto alla consultazione e al voto dei lavoratori. Da questo punto di vista ritengo sbagliato l’avviso comune sottoscritto dalle confederazioni con la Confindustria e il ministro sui call center che fa propria la distinzione tra in-bound e out-bound, e alla vigilia del confronto sulla nuova legislazione del lavoro. Fino a prova contraria la Cgil nei suoi documenti ha sempre chiesto la modifica dei contratti a progetto non l’applicazione della legge 30. Per questo ritengo che quella firma vada ritirata.

Come vi state preparando alla manifestazione del quattro novembre?

La manifestazione unitaria contro il caporalato a Foggia è un fatto di assoluta importanza, così come la manifestazione a cui parti rilevanti del sindacato hanno aderito e che vede la Fiom fortemente impegnata. La Fiom è impegnata ad organizzazre la partecipazione ad ambedue le manifestazioni. La manifestazione del 4 novembre è una manifestazione contro la precarietà e per una nuova legislazione sul lavoro che vede la parteciazione di soggetti anche con posizioni diverse sulle questioni di carattere generale ma che ritengono in questa fase di porre al centro dell’iniziativa la necessità urgente di una legislazione sul lavoro come discrimine per le stesse scelte del governo.