Il giorno dopo la Direzione del partito con cui la maggioranza di Ferrero ha sfiduciato il direttore di Liberazione Sansonetti e che ha prodotto, con la scelta di lasciare il parlamentino del Prc, la prima mossa scissionista della famiglia degli ex bertinottiani, le acque mosse della Sinistra si placano, almeno apparentemente, lasciando emergere in superficie i prossimi passaggi politici che l’attendono.
Primo fra tutti l’appuntamento di Chianciano previsto per il 24 e il 25 del mese in cui l’area dei giordano-vendoliani farà il punto su quanto accaduto nelle ultime settimane sul caso Liberazione e sancirà l’uscita dal partito. In una intervista doppia rilasciata a La Stampa e a La Repubblica il governatore pugliese ha infatti ratificato, ancora una volta, l’impossibilità di permanere nella formazione. Una storia, quella durata 18 anni, che “si è ormai compiuta, finita dentro una prigione di risentimenti” che di fatto fa in modo che il Prc “non è più casa nostra”, perché è “un luogo che ha chiuso i conti con la parola rifondazione”, preferendo far nascere “un’altra cosa”, quella che gli ricorda molto da vicino “quei gruppi extraparlamentari degli anni Settanta”, spiega il leader dell’area scissionista. E che non sia più una dimora accogliente lo dimostra il “vulnus”, lo definisce proprio così, inferto al quotidiano comunista, che ha rappresentato per Vendola “qualcosa di più profondo”. Che fare allora? “Meglio ricostruire qualcosa di nuovo”, “mettere ordine”, “riscrivere lo spartito della sinistra del futuro”, che tradotto più semplicemente vuol dire “partecipare alla costruzione di un nuovo soggetto della sinistra italiana”. Occasione per scegliere il da farsi sarà comunque l’appuntamento di Chianciano con cui side finiranno anche tempi e modi per la scissione: “decideremo insieme tra dieci giorni, cercando di convincere più gente possibile dentro e fuori Rifondazione”, promette il governatore della Puglia rilanciando dunque l’obiettivo della costituente della Sinistra che lo vedrà impegnato a riannodare i fili del legame con Sd, con cui è nata l’associazione Per la Sinistra.
D’accordo su tutta la linea è anche l’ex segretario Giordano, che ribadisce come la situazione sia tutt’altro che recuperabile: “gli spazi sono veramente ristretti, quasi inagibili”, perché “la maggioranza va avanti solipsisticamente”. Dunque è tempo di nuove imprese, anche se specifica Giordano “nessuno parla di nuovi partiti”, visto che semmai “è tempo di ridefinire un progetto politico di sinistra credibile nella società”. Comunque anche di questo si parlerà a Chianciano, come delle prospettive che si aprono in merito alle elezioni, europee e amministrative: la discussione dell’ipotesi di una lista unitaria per Strasburgo, spiega Giordano, è infatti rinviata all’assise che l’area terrà a fine mese.
Se qualcuno se ne va, per altro nomi pesanti nel partito (oltre a Vendola e Giordano, anche Migliore, Gianni, Gagliardi, Mascia), qualcun altro, pur fedele alla mozione 2 e al progetto della costituente della sinistra, sceglie invece di restare e dare battaglia dentro il Prc. Si tratta della pattuglia di giordano-vendoliani antiscissionisti che ieri in Direzione, nella veste di Rosa Rinaldi, Luigi Cogodi e Augusto Rocchi, sono rimasti nel parlamentino e, pur votando contro l’allontanamento di Sansonetti, hanno comunque garantito il numero legale per la votazione contro il direttore di Liberazione. Gli stessi che oggi hanno reso pubblico un documento con cui spiegano la loro scelta. “Proseguiamo il nostro impegno politico in e da Rifondazione comunista”, si legge nel testo, perché contrari “a ogni ulteriore divisione della Sinistra o a troppo generici processi unitari”, anche se il fine resta sempre quello di lavorare “all’avvio di un processo costituente della Sinistra”. La loro critica si rivolge al fatto che questo stesso tentativo, almeno attualmente, si sta realizzando con modalità non rassicuranti: “non può avere né i tempi della prossime elezioni amministrative ed europee né l’indeterminatezza dell’agire politico”, ammoniscono gli antiscissionisti che prediligono la strada “dei tempi medi”, ovvero un nuovo soggetto politico che nasca come “sbocco di un lavoro che deve ripartire dal cuore della crisi della Sinistra, cioè dal suo reinsediamento sociale e territoriale”.
Oltre ai tre esponenti della Direzione, questa area di bertinottiani che sceglie di restare conta sull’adesione di diversi esponenti nazionali e locali, almeno una trentina: Milziade Caprili (già vicepresidente del Senato), Ezio Locatelli (ex deputato e segretario della federazione di Bergamo), l’ex deputata Marilde Provera, Rosario Rappa (segretario uscente del Prc in Sicilia), Gianluca Schiavon (membro della Commissione nazionale di Garanzia), Raffaele Tecce (già senatore e responsabile Enti Locali del Prc), Tommaso Sodano (già presidente della commissione Ambiente del Senato e responsabile Ambiente del Prc), oltre che i dirigenti di Sardegna e Calabria, come Damiano Guagliardi, esponente della direzione del Prc e assessore regionale in Calabria, Fernando Aiello, assessore provinciale di Cosenza e membro del Comitato politico nazionale del Prc, Angelo Brocco e Rocco Tassone, a loro volta membri del Cpn.
Sul fronte Liberazione è ufficiale da sabato ed è stato confermato ieri col voto della Direzione, l’arrivo a via del Policlinico del sindacalista cigiellino Dino Greco. Ad affiancarlo, in quanto non giornalista professionista, Fulvio Fania, storica firma del quotidiano ed esperto vaticanista. Fino ad oggi comunque non si avevano notizie del secondo direttore, così che il segretario Ferrero era stato costretto a chiedere al dimissionato Sansonetti di restare per consentire l’uscita del giornale. A seguito del suo rifiuto, mentre la redazione nella serata di ieri confermava lo sciopero, la società editrice Mrc Spa ha fatto sapere di non essere in condizioni, a norma di legge, per dar corso alla pubblicazione della testata, che mercoledì e giovedì infatti non sarà in edicola. Prosegue comunque l’iter per la sua vendita che vede in campo come protagonista principale Luca Bonaccorsi, editore di Left e Alternative per il socialismo. Un’acquisizione che preoccupa i lavoratori che denunciano la mancanza di certezze lavorative e sindacali.
Gli eventi di Rifondazione comunque destano interesse anche nel resto delle formazioni della Sinistra. Il Pdci, in tutte e due le sue versioni, quella dei vicini alla costituente (Belillo e Guidoni) e quella della maggioranza di Diliberto che vorrebbe la sintesi fra i due partiti della falce-martello, è in fibrillazione. Per l’eurodeputato dell’associazione Unire la Sinistra, infatti, “non possiamo più perdere tempo”, perché “Vendola ha ragione: non possiamo continuare una politica nevrotica del contrasto all’interno dei nostri partiti”, dice Guidoni rinnovando il suo impegno e quello della sua area per “contribuire alla nascita del nuovo partito della Sinistra”. Al contrario per la maggioranza dilibertiana, l’uscita dei giordano-vendoliani è l’est ist zeit per la riunificazione dei due partiti fratelli: “ci batteremo per tornare in Parlamento. Ma da comunisti”, afferma, rispondendo al governatore pugliese che se il Prc è ridotto a un gruppo extraparlamentare è certo grazie a lui e Bertinotti “che hanno abbandonato gli ideali comunisti”.
Cosa accadrà è difficile stabilirlo. Soprattutto perché a rendere il quadro più complesso è il mistero sulla riforma della legge elettorale. Dalla presenza o meno della soglia di sbarramento, oltre che dalla misura che verrà stabilita se si deciderà di porla, dipendono anche le riorganizzazioni a Sinistra e i loro tempi. La riunificazione, da un parte, tra Prc e Pdci con conseguente unità agli appuntamenti elettorali prossimi venturi? La nascita, dall’altra parte, di una lista comune fra scissionisti di Rifondazione, Sd, comunisti minoritari e parte dei Verdi? In che forma, poi, si realizzerà quest’ultima? Già come partito da testare alle amministrative e alle europee oppure come semplice cartello per rinviare la nascita della nuova formazione al dopo elezioni? Sono tutti interrogativi a cui, senza certezza sul sistema di voto, appare molto difficile dare risposta.