Rifondazione comunista, congresso a passo di reggae

Scelta la musica di Bob Marley per le assise che si aprono domani a Venezia. Non parlerà alcun leader del centrosinistra. Ci saranno Casini e Follini

ROMA L’Inno di Mameli lo lasciano alla Federazione dell’Ulivo (oltre che a Sanremo). Quelli di Rifondazione comunista il loro congresso lo aprono sulle note di Bob Marley e dopo, solo dopo, passeranno all’Internazionale. Bella ciao i 691 delegati la sentiranno venerdì, giornata dedicata al sessantesimo anniversario della liberazione, fatta dal vivo da un gruppo in cui suonano ex musicisti dei veneziani Pitura Freska, mentre Bandiera Rossa per ora non è in scaletta, forse per quell’«avanti popolo, tuona il cannone rivoluzione vogliamo far» che mal si concilia con la tesi sostenuta da Fausto Bertinotti secondo cui «il nuovo comunismo passa per la nonviolenza».
Se è vero che le colonne sonore dei congressi raccontano molto di un partito, Rifondazione comunista con le scelte fatte per l’appuntamento che si svolge da domani a domenica a Venezia Lido ha già messo in chiaro che pacifismo e rapporto con i movimenti, incarnati nell’icona rasta, sono i principali punti di riferimento.
Poi c’è la parte visiva a completare il quadro, e allora il logo che domina l’interno del palazzo del cinema, disegnato dall’architetto Massimiliano Fuksas, rappresenta un mondo in cui i continenti si avvicinano l’uno all’altro, e sopra lo slogan delle assise: «Verso un mondo nuovo». Un mondo e una trasformazione descritti da parole, scelte insieme a Edoardo Sanguineti, che verranno proiettate fuori, sulla facciata del palazzo, su una superficie di 900 metri quadri.
E poi ci sarà il confronto congressuale. Per la prima volta nella storia del partito sono state presentate cinque diverse mozioni. Quella di Bertinotti si è attestata sul 59,17% dei consensi e quella che fa capo a Claudio Grassi sul 26,2%, mentre le tre mozioni trotzkiste hanno incassato il 6,51% (primo firmatario Marco Ferrando), il 6,5% (primo firmatario Gigi Malabarba) e l’1,64% (primo firmatario Claudio Bellotti). Domani ci sarà l’intervento del segretario, mentre venerdì, venti minuti ciascuno, parleranno i rappresentanti della altre quattro mozioni, tutte critiche con l’adesione all’Unione e l’eventualità di entrare in un governo di centrosinistra. Grassi ha comunque proposto ieri al segretario una gestione unitaria del partito, mentre Ferrando invita le altre minoranze a presentare una candidatura alternativa a quella di Bertinotti. L’elezione del segretario sarà domenica pomeriggio.
Nell’arco dei quattro giorni parleranno anche membri di partiti aderenti alla Sinistra europea, ma non i politici italiani. «È la nostra tradizione», è stato spiegato ieri in una conferenza stampa in cui non c’era Bertinotti («per una questione di igiene politica», hanno spiegato i suoi facendo riferimento al fatto che è il primo firmatario di una delle mozioni). In realtà, al congresso di Rimini erano intervenuti politici di altri partiti del centrosinistra, e c’è chi sostiene che si sia preferito non far intervenire Romano Prodi (che ha parlato in tutti i congressi degli altri partiti del centrosinistra svolti dal suo rientro in Italia) per il rischio contestazioni. Sono stati invitati tutti i partiti dell’Unione e anche le alte cariche istituzionali (Casini dovrebbe esserci domani), ma non Berlusconi «per ragioni politiche». Della Cdl è stato invitato soltanto l’Udc.