Decidendo di riavviare le operazioni nucleari, «l’Iran ha dimostrato di aver scelto il confronto con la comunità inter¬nazionale piuttosto che i negoziati e la cooperazione», ha detto il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice parlando di «escalation deliberata».
In una giornata convulsa, tesa e infine decisiva per il nucleare degli Ayatollah, Washington ha confermato il suo appoggio agli europei, e si è detta favorevole a una riunione di emergenza dell’ Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) a Vienna, che a sua volta dovrebbe poi chiedere al Consiglio di Sicurezza di pronunciarsi sulla vicenda, con alla fine eventuali sanzioni.
Il trio europeo, composto da Germania, Francia e Gran Bretagna ieri riunito a Berlino, dopo aver blandito Teheran con la promessa di un rapido ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio, e aver quindi giocato la carta di un aumento dell’interscambio, ha dovuto arrendersi alla .volontà di potenza” dell’Iran. Così, dopo aver ammesso che la trattativa. è finita «a un punto morto» tutto è stato rinviato a Vienna, all’ Agenzia dell’Onu per il deferimento al Consiglio di Sicurezza a New York.
Che la questione iraniana stia salendo di tono lo dimostra l’episodio di Samuel Alito, il giudice candidato dal presidente George W. Bush alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che rispondendo nel corso di un’ audizione parlamentare a una domanda del senatore democratico Joe Biden, ha detto di non essere «sicuro che il presidente possa decidere d’invadere l’Iran, o la Siria, senza prima avere un’autorizzazione parlamentare».
Insomma a Washington si parIa apertamente in Parlamento, anche se solo a livello di ipotesi, di una possibile invasione di un Paese mediorientale e di chi debba autorizzarla.
Anche la Russia, in passato strenuo difensore della soluzione diplomatica, fa parziale marcia indietro. «La mancanza di una logica economica e l’assenza di una reale necessità’ pratica sono questioni che alimentano il sospetto che questo programma potrebbe presentare un segreto aspetto militare», dichiara il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov citato da Radio Ekho Moskvy.
Resta la Cina, (con diritto di veto al Consiglio di Sicurezza) fortemente interessata al petrolio iraniano cui la Rice spera di far cambiare politica.
Di fronte a questo assedio l’Iran risponde come è di consueto in questi casi con baldanza e arroganza. «Non siamo preoccupati dal fatto. che il nostro caso nucleare venga rinviato al Consiglio di Sicurezza», dice Abdol Reza Rahmani Fazli, vice di Ali Larijani, il segretario del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale’ dell’Iran responsabile delle trattative con gli europei.