Rete Ebraica Internazionale Antisionista – Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto 2009

Come sta solitaria la città un tempo ricca di popolo! E’ divenuta come una vedova!…

Essa piange amaramente nella notte, le sue lacrime scendono sulle guance: nessuno le reca conforto fra tutti i suoi amanti.

(Libro delle Lamentazioni)

La settimana scorsa, dopo avere assassinato 1400 persone – di cui 400 bambini – dopo aver bombardato ospedali e moschee, scuole, università, soccorsi umanitari e decine di case, Israele ha dichiarato una tregua. Una parata vergognosa di leader europei si è immediatamente recata a Gerusalemme per abbracciare gli assassini di massa e per impegnarsi ad appoggiare la continuazione dell’assedio di Gaza.

L’obiettivo principale di questo massacro era quello di spezzare il morale dei palestinesi, per ottenerne la loro resa e il riconoscimento del loro destino di esseri umani inferiori. Come ebbe ad affermare il primo Capo dello staff Moshe Yaalon nel 2002: “I palestinesi devono capire nel profondo della loro coscienza che sono persone sconfitte”. I leader europei appoggiano questo obiettivo, esattamente come hanno fatto in passato le amministrazioni USA, come fanno le élite dominanti di Egitto, Giordania e Arabia Saudita, a dispetto della rabbia dei loro popoli. Noi siamo in attesa di vedere se l’Amministrazione Obama appena insediata romperà con sessanta lunghi anni di attacchi ai palestinesi, armati e finanziati da USA ed Europa.

Noi proviamo lo stesso dolore della gente di Gaza. Vediamo le facce dei bambini, delle donne e degli uomini; sentiamo le loro voci. Noi sentiamo anche il silenzio dei leader dei paesi Occidentali, a intermittenza rotto da evasive insulsaggini. E ricordiamo il tempo in cui il mondo girava lo sguardo dall’altra parte, mentre i nostri predecessori e le nostre famiglie venivano macellati.

100,000 palestinesi sono stati privati della casa a Gaza nel corso di questo mese. La maggior parte di loro si erano trasformati in rifugiati nel 1948, quando furono intenzionalmente espulsi dalle loro città e villaggi. Ora si trovano di nuovo senza casa, anche nella loro terra di esilio, ed a rischio di essere allontanati di nuovo dalla Palestina.

Ancora una volta il 27 gennaio, giornata della Memoria dell’Olocausto i leader di USA ed Europa si aggiungeranno nell’onorare il ricordo dei nostri morti. E mentre anche noi cerchiamo di ricordare ed onorare l’immensità di quella perdita, allo stesso tempo lottiamo per trovare le parole che svelino l’ipocrisia di queste cerimonie, in cui coloro che mantengono il silenzio su quanto accade oggi, rendono omaggio alle vittime del silenzio di ieri.

Lo scrittore radicale ebreo Walter Benjamin, morto per non cadere nelle mani dei nazisti, scrisse: “neppure il morto sarà al sicuro dal nemico, se questo è vittorioso. E il nemico non ha cessato di vincere.” Il terzo Reich è stato sconfitto, ma tuttavia “il nemico non ha cessato di vincere.” Il razzismo, l’assassinio di massa, e il genocidio continuano ad essere considerati strumenti dell’arte di governo. Ed anche i nostri morti non sono al sicuro. Essi sono stati chiamati in causa, disturbati, sottratti ai loro sepolcri di massa e costretti a testimoniare contro loro simili, esseri umani sofferenti, a confessare un odio a loro alieno ed offrirsi come giustificazione per un nuovo ciclo di sofferenze in Palestina. I loro fantasmi sono stati arruolati per aiutare a separare gli ebrei dalle terra natia araba, e a trasmettere a loro quello stesso odio alieno, costringendo quelli di noi che discendono da terre arabe a divenire nemici della propria memoria e passato.

Il Deputato britannico ebreo Gerald Kaufman ha parlato con toni angosciati mentre erano in corso i massacri a Gaza: “Mia nonna non è morta per dare copertura ai soldati israeliani che assassinano le nonne palestinesi a Gaza.” Noi condividiamo e facciamo eco a quel rifiuto. Non avvenga che la memoria degli ebrei assassinati dal regime nazista serva come copertura al tentativo di distruzione del popolo palestinese!

Anche se le armi sono relativamente silenziose, questo attacco genocida al popolo palestinese non è finito. L’assedio, la mancanza di cibo ed acqua fresca, le fognature distrutte e le malattie incombenti, il crollo economico e la crisi umanitaria persistono a Gaza con il pieno appoggio di USA, Europa e governo egiziano. Mentre l’assedio di Gaza continua, continua la lenta pulizia etnica della West Bank e di Gerusalemme Est, continuano le demolizioni di case, l’edificazione del muro di segregazione razziale, gli insediamenti, la devastazione economica delle città e dei villaggi strangolati dai posti di controllo, l’assalto ai quartieri palestinesi a Jaffa, Akka, Lydda, in Galilea e nel Negev, l’imprigionamento di massa di Palestinesi (più di 11.000), e tutti i grandi ed i piccoli espedienti con i quali l’Israele sta cercando di schiacciare il morale e cancellare la presenza del popolo palestinese nella sua terra natia.

Minacciati dall’annientamento in Europa, gli ebrei hanno resistito. Dai ghetti ai campi di concentramento ed all’interno di paesi sotto occupazione, gli ebrei hanno condotto la resistenza nei confronti del regime nazista. Oggi, dal ghetto di Gaza ai Bantustans della West Bank e dai quartieri di Jaffa ed Akka alle città di tutto il globo, i palestinesi resistono al tentativo di Israele di distruggerli come popolo. Il 27 gennaio, onorare la memoria dei nostri morti è per noi inseparabile dall’onorare più di sessanta anni di lotta per la sopravvivenza e di resistenza dei palestinesi. Solamente quando il popolo palestinese realizzerà la propria volontà di libertà i morti potranno riposare in pace. Allora noi tutti celebreremo un’altra vittoria per la vita.

Rete Ebraica Internazionale Antisionista
Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto 2009
http://www.ijsn.net

Traduzione dall’inglese di Mauro Gemma per http://www.lernesto.it