Rete della Cia in tutta Europa

C’è chi ha collaborato, chi ha tollerato e chi più semplicemente ha guardato da un’altra parte. Differiscono le formema la sostanza è che 14 paesi d’Europahanno contribuito alle operazioni della Cia nel vecchio continente. Nel gruppo compare anche l’Italia, inchiodata dal sequestro di Abu Omar e dai 22 ordini di cattura internazionali per altrettanti agenti della Cia chiesti dalla procura diMilano e mai firmati dal Guardasigilli Castelli. «Gli Stati uniti hanno tessuto una ragnatela di sparizioni, detenzioni segrete e trasferimenti illegali con la collaborazione o l’indulgenza di Stati membri del Consiglio d’Europa», si legge nella risoluzione presentata ieri a Parigi da Dick Marty e adottata poi dall’Assemblea parlamentare dello stesso Consiglio d’Europa (organizzazione formata da 46 paesi europei che non ha nulla a che fare con la Ue). Tra le raccomandazioni, approvate dalla Commissione giuridica del Consiglio d’Europa, quella alle capitali «di rivedere gli accordi bilaterali firmati con gli Usa, in particolare quelli relativi allo status delle forze Usa di stanza in Europa », per garantire il rispetto dei diritti umani. «Numerosi fatti documentati e convergenti – indica sempre la risoluzione – hanno ormai dimostrato inconfutabilmente l’esistenza di detenzioni segrete e di trasferimenti inter-statali di persone private di ogni diritto che hanno coinvolto alcuni paesi europei». «E’ chiaro che le autorità di vari paesi europei hanno partecipato attivamente alle attività illegali della Cia – afferma Marty – altri paesinon hanno partecipato attivamente, mahanno preferito ignorare ciò che succedeva sui loro territori, non hanno voluto saperlo. Questi sono responsabili di collusione (patto illecito a pregiudizio di terzi) attiva o passiva nelle detenzioni segrete e nei trasferimenti illegali». I «collusi» sono Polonia, Romania, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo e Grecia, mentre Varsavia e Bucarest sono accusate anche di aver ospitato carceri segrete, anche se Marty riconosce di non avere prove formali sull’esistenza di queste strutture. Italia, Regno unito, Germania, Svezia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Turchia sono invece sulla graticola per «violazione dei diritti della persona» nei trasferimenti illegali, le extraordinary rendition praticate da Washington per trasportare presunti terroristi in posti sicuri. Londra è pure accusata di aver trasmesso all’intelligence Usa informazioni su cittadini di suamaestà. Come da copione, le affermazioni di Marty sollevano un coro di indignazione dalle capitali europee. Tony Blair interviene in Parlamento e rassicura il paese, amodo suo. «Abbiamo detto tutto ciò che avevamo da dire sull’argomento ed il rapporto non aggiunge alcunché di nuovo alle informazione che abbiamo». Da Varsavia il premier Kazimierz Marcinkiewicz, ex ministro degli interni, va giù più duro: «non valenemmeno la pena rispondere ad accuse che non sono sostenute da prove». Il romeno Norica Nicolai, vice presidente della commissione Difesa del Senato, segue la linea: «Vogliamo capire bene le affermazioni di Marty e siamo anche interessati a vedere se ha le prove a sostegno di quanto afferma. Non si può giocare sulla base di voci che possono minare la credibilità di un Paese», peraltro in procinto di entrare nella Ue. Da Madrid è il titolare agi esteri Moratinos a negare qualsiasi implicazione «attiva o passiva» del suo paese nelle operazioni della Cia. Gli Usa avevano già snobbato il rapporto quando a novembre fu presentata la versione preliminare. «Siamo sulla buona strada – commenta Claudio Fava, relatore del rapporto sulla Cia per la Commissione ad hoc del Parlamento europeo – il rapporto di Marty conferma che esiste unconcorso di colpe generalizzato tra molti paesi europei che hanno negato, taciuto, finto di nonvedere o partecipato attivamente ad una caccia a terroristi fatta senza guardare in faccia ai nostri parametri fondamentali sui diritti umani. Il rapporto conferma anche – insiste Fava – che l’Italia non poteva non sapere del sequestro di Abu Omar, con buona pace di Castelli e del governo Berlusconi che hanno collezionato menzogne su menzogne su questo caso. Speriamo che ora Mastella dia seguito alle richieste di estradizione per i 22 agenti Cia”.Nonparla invece ilCommissario agli interni Frattini, preferisce prenderetempo e rimandare qualsiasicommento al dibattito che si terrà sempre al Consiglio d’Europa il prossimo 27 giugno. Lunedì la Commissione ad hoc del Parlamento dovrebbe approvare il rapporto di Fava, che verrà poi discusso nella plenaria di luglio. Per martedì l’eurodeputato Ds si è impegnato ad illustrare uno per uno i 1.080 voli della Cia in Europa.