Report incontro nazionale di quadri de l’Ernesto

Nei giorni 22-23 novembre 2008, si è svolto a Bologna, presso i locali della federazione del PRC, un incontro nazionale di quadri dell’area politico-culturale de l’Ernesto, cui hanno partecipato una novantina di compagne/i, in massima parte delegate/i a rappresentare i rispettivi territori.

Al fine di garantire il massimo di effettiva rappresentatività democratica, non si è trattato – per decisione condivisa e concordata in precedenza – di una riunione di tipo assembleare (“chi vuole viene”), che avrebbe penalizzato la presenza e la rappresentatività di chi proveniva dalle situazioni geograficamente più lontane (tanto più che, salvo eccezioni, non erano previsti rimborsi spese centrali); ma è stato scelto insieme il criterio per cui ogni realtà regionale organizzata poteva inviare 5-10 delegate/i, designati dalle compagne/i stessi sui rispettivi territori.

Oltre il 90% delle presenze all’incontro si sono effettivamente realizzate sulla base di tali criteri. E tutto ciò al fine di garantire alle realtà territoriali il massimo di rappresentatività, tanto più in una situazione caratterizzata da problemi così complessi per la stessa ristrutturazione dell’area, segnata nella fase precedente da criteri di gestione burocratica e verticistica, che sono stati da tutti (anche autocriticamente) evidenziati. E che non hanno consentito di affrontare per tempo, in modo democratico e trasparente, problemi politici, ideologici e/o di natura personalistica e di ruolo che hanno poi prodotto l’uscita dall’area di alcuni compagni.

Erano presenti compagne/i rappresentativi della realtà di 13 regioni (tra cui quasi tutte le principali) e di 39 province. La presenza in contemporanea di alcuni congressi regionali del PRC, convocati all’ultimo momento, ha determinato alcune assenze, più che giustificate.

La sera prima, venerdì 21 novembre, si è tenuta negli stessi locali una cena di autofinanziamento dell’Ernesto, aperta a tutto il partito, cui hanno partecipato una settantina di persone, il cui ricavato ha permesso di pagare il grosso delle spese dell’incontro nazionale.

La relazione politica introduttiva è stata svolta dal compagno Fosco Giannini, della Direzione nazionale del PRC e direttore de l’ernesto. Ed è stata integrata da una comunicazione sullo stato dell’area e dei suoi strumenti (rivista, sito web, newsletter, collegamenti informatici…) e da un contributo (scritto) di Andrea Catone, sulle problematiche del dibattito e della formazione culturale e teorica dei comunisti in Italia, che verrà pubblicato sul prossimo numero della rivista.

La relazione di Giannini ha avuto come base politica principale l’editoriale dell’ultimo numero de l’ernesto (“Per l’unità dei comunisti”) e l’articolo redazionale -Comunisti uniti: mettiamo qualche puntino sulle “i”-, pubblicato sullo stesso numero, entrambi reperibili nel sito: www.lernesto.it , nell’archivio rassegna stampa di novembre 2008.

Nella discussione sono intervenute/i – nelle due giornate – 36 compagne/i, dirigenti nazionali, regionali, provinciali del PRC e dei Giovani Comunisti, sindacalisti, intellettuali. L’incontro si è concluso con un intervento di Fosco Giannini, che ha messo in evidenza i punti di convergenza che si sono espressi, sia pure con diversità di accenti, sulle questioni di fondo, che hanno caratterizzato la discussione (e che si evidenziano nei due articoli citati della rivista); e i punti che vanno invece considerati come questioni aperte della discussione dell’area, in buona parte legati agli sviluppi imprevedibili della dialettica nel PRC e del processo di “unità dei comunisti”.

CONTENUTI DELLA DISCUSSIONE

La discussione ha toccato vari temi, ma si è concentrata soprattutto su 3 questioni;

1)il bilancio dell’area dalle elezioni del 13 aprile 2008 fino al congresso di Chianciano, e la nascita dell’Appello Comunisti Uniti;

2)le valutazioni sull’esito del congresso di Chianciano;

3)le prospettive del PRC e del processo di unità dei comunisti nella prossima fase.

Non è possibile riportare in dettaglio tutta la complessità della discussione, molto viva e con diversità di accenti. In generale si può dire che, a fronte di una relazione coraggiosa e con forti elementi autocritici, la discussione si è articolata tra chi poneva l’accento sul bicchiere mezzo pieno, e chi sul bicchiere mezzo vuoto.

Ad esempio:

-tra chi pone l’accento sui limiti, le incertezze, gli ondeggiamenti con cui abbiamo operato nella fase congressuale precedente a Chianciano, nel partito e nella terza mozione, limiti che hanno contribuito a penalizzare il nostro risultato congressuale (e che in buona parte derivano dalle mancata unità del gruppo dirigente ristretto dell’Ernesto in quella fase); e chi invece ritiene che – posto tutto ciò – limiti e incertezze erano presenti in buona misura nella imprevedibilità (per tutti) degli sbocchi del congresso di Chianciano, come si è visto nella dialettica interna che ha attraversato anche le altre mozioni, e che pertanto non dobbiamo esagerare nella riflessione autocritica;

-tra chi ritiene che l’appello Comunisti Uniti è stato gestito in modo non adeguato e troppo presto messo in sordina per non disturbare la fase congressuale; e chi ritiene viceversa che – al di là delle migliori intenzioni – esso è stato gestito in modo troppo imperniato mediaticamente sul binomio Ernesto-PdCI, e che proprio ciò ha disturbato la battaglia congressuale;

-tra chi mette l’accento sulle novità e sulle potenzialità della nuova maggioranza uscita da Chianciano, anche per quanto attiene un processo di avanzamento del processo unitario tra i comunisti, dentro e fuori il partito. E ritiene che prima di Chianciano abbiamo sottovalutato le potenzialità di inversione del processo di decomunistizzazioine del PRC ; e chi invece pone l’accento sulla diversità politiche e ideologiche che permangono all’interno di questa maggioranza, e sulla volontà di emarginazione che – soprattutto in alcune federazioni – persiste nei nostri confronti da parte di questa o quell’area;

-tra chi pone l’accento sulla gradualità (a tappe) del processo di avanzamento dell’unità dei comunisti e del rapporto tra PRC e PdCI; e chi invece pone l’accento sulla necessità che esso non sia troppo subordinato (né ridotto) alle esigenze tattiche dei gruppi dirigenti dei due partiti e guardi con maggiore interesse e apertura a quello che di “comunista” o potenzialmente tale si muove anche fuori dai partiti, per farlo pesare anche sulle dinamiche interne dei due partiti.

Generale è stata la critica ad una modalità verticistica e poco democratica di gestione dell’area in questi due anni (alimentata da quelle che sono poi emerse come divergenze, protagonismi o rivalità tra alcuni suoi esponenti) che ha sicuramente contribuito a far sì che alcuni errori politici fossero corretti in ritardo. Tutti si sono augurati che si volti pagina, apprezzando le modalità con cui è stato organizzato questo incontro e con cui sono state definiti il nuovo coordinamento e le sue modalità di funzionamento.

ORIENTAMENTI E IMPEGNI DI LAVORO

-Operare nel partito, ovunque possibile, con spirito unitario e sostegno dialettico alla maggioranza uscita da Chianciano, senza rinunciare ad esporre costruttivamente le nostre opinioni sui punti controversi.

-Operare a tutti i livelli per favorire il processo di unità dei comunisti, coinvolgendo soggettività serie e responsabili, interne ed esterne ai partiti. Riprendere, zona per zona, i rapporti con gli oltre 6.000 firmatari dell’Appello “Comunisti Uniti”.

-Operare, con l’insieme del partito, per la ricostruzione di un sindacalismo unitario di classe, fondato sulla convergenza in primo luogo dei settori più avanzati della CGIL e del sindacalismo di base.

-Dare il nostro contributo per il rafforzamento del radicamento sociale del partito, tra i lavoratori, gli studenti, i giovani, gli immigrati, le donne, i vari movimenti.

-Operare per la diffusione di una coscienza e di una attività internazionalista e antimperialista, in particolare su quei temi su cui più debole è l’informazione e l’orientamento nel partito e nella sinistra.

Promuovere iniziative di approfondimento teorico e formative, coinvolgendo – insieme all’Ernesto – riviste e intellettuali di orientamento marxista e comunista, promuovendo la collaborazione tra essi, superando realtà persistenti di separatezza e incomunicabilità.

-Promuovere l’autofinanziamento dell’Ernesto, soprattutto con la crescita degli abbonati (oggi sono circa 800, reali e paganti; puntiamo a raggiungere i 1.300 nel corso del 2009). Almeno un centinaio debbono essere abbonati sostenitori, a 100 euro l’uno.

-Qualificare il lavoro del sito web (“meglio meno, ma meglio”) che ha avuto in questi ultimi mesi un exploit, raddoppiando le sue visite giornaliere (oggi sono circa 7-8.000), la newsletter e i nostri collegamenti informatici, che già oggi raggiungono alcune decine di migliaia di militanti comunisti e di sinistra, interni ed esterni al PRC.

-Promuovere come Ernesto iniziative pubbliche unitarie (la campagna è in corso, con una buona esposizione mediatica su Liberazione e con un’ottima riuscita delle iniziative, quasi sempre almeno un centinaio di persone), puntando entro i primi 3 mesi del 2009 ad organizzare almeno una iniziativa pubblica in ogni realtà provinciale dove siamo presenti.

GRUPPO DI LAVORO E DI COORDINAMENTO NAZIONALE

La riunione si è conclusa con la designazione (all’unanimità) di un gruppo nazionale allargato, composto con i seguenti criteri:

-una larga maggioranza (circa l’80%) scelti direttamente dai territori, in modo che nessuna situazione provinciale significativa sia assente;

-un 20% di compagni/e, designati dai presenti, che hanno incarichi o ruoli essenzialmente nazionali, e tra questi i nostri intellettuali di punta.

Nel complesso ciò significa un coordinamento di una settantina di persone che si riunisca almeno 4 volte l’anno, con incontri di due giorni, in modo che si tratti di discussioni e approfondimenti effettivi, con una reale e non formale capacità di incidere.

Tale coordinamento esprimerà nei prossimi giorni un gruppo di lavoro più ristretto e operativo. I componenti di entrambi saranno collegati tra loro in tempo reale da una lista mail di discussione, che consenta contatti e consultazioni rapide ed efficaci.

Allo stato attuale le compagne sono il 13% del coordinamento allargato: una percentuale che abbiamo considerato del tutto insoddisfacente. Si è chiesto a queste compagne di sentirsi e di formulare proposte su come ovviare in modo non meramente formale a questo deficit.

Nel complesso la riunione ha avuto un buon impatto politico e psicologico sui presenti, ed ha fortemente contribuito a riorganizzare e motivare l’area, dopo un periodo piuttosto travagliato.

La redazione de l’ernesto