report Ancona 9 Dicembre

Ancona, 9 dicembre: dall’iniziativa de l’ernesto, un segnale forte per l’unità dei comunisti

Ancona, martedi 9 dicembre: l’ernesto organizza, nella bella e grande sede del Circolo Prc “ Ernesto Che Guevara”, un dibattito pubblico dal titolo: “ Crisi del capitale, attacco al lavoro, governo Berlusconi : ruolo e proposte dei comunisti”.

Verso le 18.00 la Sala conferenze del Circolo è piena di compagne/i, ma anche di cittadini e lavoratori. Il “ Guevara” è il Circolo della nuova e vasta periferia della città (i Nuovi Quartieri), un’area popolare, operaia e proletaria: è per questo che molti sono i lavoratori presenti, assieme ad esponenti di diversi Comitati di lotta ( scuola, ambiente, casa).

Ma in sala vi sono anche molte/i compagne/i del Prc ( soprattutto de l’ernesto e di Essere Comunisti) e del PdCI, poiché forte è la curiosità di assistere e partecipare ad una vera e propria “prova di unità dei comunisti”, in quanto a parlare sono consapevolmente venuti proprio i dirigenti locali del Prc delle due aeree de l’ernesto e di Essere Comunisti e del PdCI. Nelle manchette pubblicate in grande evidenza da “Liberazione” e nei manifesti locali spiccano infatti i nomi di Enrico Massera, segretario del Circolo “Che Guevara” dei Nuovi Quartieri (l’ernesto); Massimo Marcelli Flori, segretario della Federazione Prc di Ancona (Essere Comunisti); Cesare Procaccini, segretario regionale PdCI Marche; Ruggero Giacomini, storico, segretario comunale PdCI Ancona e direttore del Centro culturale “ La città Futura ” e Fosco Giannini, della Direzione Nazionale del Prc e direttore de l’ernesto.

Dopo l’apertura del segretario del Circolo, Enrico Massera (che spiega le ragioni dell’iniziativa) : “fluidificazione dei rapporti, superamento delle divisioni tra comunisti, dentro il Prc e tra Prc, PdCI e diaspora comunista”) prende significativamente la parola il compagno Michele Giacchè, operaio del Cantiere Navale di Ancona, RSU-Fiom- Rete 28 aprile. Giacchè pone la questione della centralità del lavoro e del sostanziale abbandono, da parte dei sindacati e delle forze di sinistra, di tale centralità. Ricorda che sia la drammatica questione degli infortuni nei luoghi della produzione ( “al Cantiere Navale è un inferno quotidiano, inimmaginabile per i borghesi” ); sia l’altrettanto drammatica questione salariale, che quella del contratto nazionale di lavoro, non sono al centro dell’interesse e della lotta. Giacchè rammenta ai presenti i giorni in cui, prima della caduta del governo Prodi, i dirigenti del Prc furono fischiati davanti ai cancelli di Mirafiori e aggiunge che “ se non abbandoniamo alcune stravaganze mediatiche e spettacolari e non ritorniamo a fianco degli operai, degli sfruttati, dei giovani, dei precari, siamo destinati alla consunzione politica e sociale”.

Tra i relatori e il “pubblico”, molti sono gli interventi, dopo quello di Giacchè; di grande rilievo politico e intellettuale è l’intervento del compagno Ruggero Giacomini, del PdCI : “ la questione sociale è drammatica; la stessa, profonda, crisi del capitale dimostra – se mai ve ne fosse stato bisogno – l’attualità stringente del pensiero e dell’analisi di Marx , del socialismo e del ruolo dei comunisti. Il punto è che questo ruolo – probabilmente da tempo – non viene svolto ed oggi si impone come necessità sociale il processo di unificazione dei comunisti e la ricostruzione di un più forte partito comunista in Italia”.

A nome dell’intera segreteria provinciale della Federazione Prc di Ancona, interviene Fabio Pasquinelli, che oltre che membro della segreteria è anche Coordinatore regionale dei Giovani Comunisti delle Marche.

Pasquinelli parte proprio dalla condizione giovanile e dalla grande lotta che l’Onda studentesca porta avanti, oggi, per tutti : “ Ci sbagliamo sempre sui giovani. Leggiamo le cose con le lenti della nostra presunzione, diamo lezioni a destra e a manca e non ci accorgiamo che sia i giovani che “la classe” sono spesso più avanti di noi. Così è certamente per l’Onda. E il problema vero non sono i giovani, ma siamo noi, incapaci di “sentire” il polso sociale e di metterci a fianco e alla testa delle lotte. Certo è che così, con questa debolezza prospettica, organizzativa e di radicamento sociale i comunisti non possono andare più avanti. L’unità dei comunisti – per un nuovo, più radicato, politicamente e teoricamente più conseguente partito comunista – è la questione all’ordine del giorno. E anche dentro il nostro Partito, il Prc , occorre iniziare a fare chiarezza, anche rispetto alla nostra vasta minoranza socialdemocratica…”.

Particolarmente vivace è il dibattito che si apre, dopo gli interventi dei relatori.

Andrea Martini, Giovani Comunisti, area Essere Comunisti, è senza peli sulla lingua, lucido e netto nell’analisi: “ Vendola e i suoi paralizzano il Prc. Continua il loro tentativo – soprattutto attraverso “Liberazione” – di affossare sia la svolta a sinistra di Chianciano che il processo di unità dei comunisti. Con l’unico obiettivo di cancellare in Italia la presenza organizzata di un partito comunista con vocazione di massa. Non possiamo più permettere che questo disegno vada avanti. Avanti deve invece andare il progetto di unità dei comunisti, per la costruzione di un partito comunista dal carattere antimperialista, antifascista ed essenzialmente volto alla lotta di classe, obiettivi che da tempo sono stati abbandonati. E che se non saremo capaci di recuperare avremo un solo destino: il prolungamento della sconfitta sonora del 13 e 14 aprile scorsi ” .

Tra gli altri interventi vi è anche quello della compagna Lidia Mangani, già segretaria regionale Prc marche, oggi del Comitato centrale del PdCI : “ Noi dobbiamo e possiamo parlare di tante cose : crisi del capitale, impoverimento di massa, governo Berlusconi ecc. Tuttavia vi è una questione centrale che, se non affrontiamo, rischia di trasformare in chiacchiera tutto il resto: qual è il soggetto politico centrale di una ripresa della lotta, se non il Partito comunista? E come dobbiamo rilanciarlo se non a partire dall’unità dei comunisti e delle comuniste? Abbiamo tanto sbagliato, tutti. Anche nel PdCI si è manifestata a lungo una pulsione “ di destra”, volta – come nel Prc – al superamento dell’autonomia comunista. Questa pulsione è stata battuta, ma ora siamo di fronte all’esigenza più alta: ricostruire l’unità dei comunisti per il rilancio del Partito comunista nel nostro Paese. Iniziative come quella di oggi, organizzata da l’ernesto, rappresentano ciò che serve: tornare a parlarci, a lottare insieme, per scoprire che possiamo senza troppe difficoltà tornare uniti”.

Il dibattito prosegue e la novità forse più sostanziale sta nel fatto che anche alcuni giovani compagni del Circolo “Che Guevara” – della prima mozione, vicini a Ferrero – intervenendo si dicono convinti del progetto dell’unità dei comunisti e propongono di iniziare a lavorare insieme – a partire da Prc e PdCI – “ per mettere subito in campo anche una scuola quadri, un seminario su questioni politico-teoriche centrali: la crisi del capitale, il quadro internazionale, il movimento comunista, la forma partito, lo studio del Manifesto di Marx ed Engels…”.

Forse tira un’aria nuova. Lo afferma anche Fosco Giannini nelle sue conclusioni.

Redazione di Ancona de l’ernesto