Le pressioni dell’establishment, come mostra il voto di ieri del Congresso, e dell’opinione pubblica americani fanno ritenere che una rappresaglia militare sarà imminente. Questo è quanto fanno filtrare in via confidenziale fonti del Pentagono e dell’amministrazione Bush. “Non sappiamo ancora il momento esatto, ma sarà un attacco militare breve, simbolico e, secondo i molti indizi presentati dalla Cia, diretto contro Osama bin Laden. Tuttavia la risposta vera e decisiva sarà preparata con una pianificazione lunga e costituirà una svolta nella strategia politica sino ad ora seguita dagli Stati uniti contro il terrorismo internazionale”.
Sono questi gli ultimi dati raccolti a Washington da Tomas Valasek, senior analyst del Center for Defense Information, nelle ore in cui tutto i dispositivi militari Nato sono stati posti in stato di allerta a Bruxelles. Il Centro è un organizzazione indipendente americana che funge da organo di monitoraggio e controllo sulla ricerca e le operazioni militari del Pentagono, ma nell’intervista a il manifesto Valasek mette a fuoco soprattutto gli effetti che la rappresaglia americana avrà in Italia e in Europa, nonché il nuovo ruolo della Nato.
Quali sono i bersagli nel mirino del Pentagono e del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa bianca?
Anche se non esiste ancora alcuna prova definitiva contro Osama bin Laden, le parole del segretario di stato Colin Powell e le indicazioni della Cia confermano le intenzioni di colpire bin Laden e l’Afghanistan.
Quali le conseguenze immediate per la Nato?
Le conseguenze per tutti i membri dell’Organizzazione atlantica saranno diverse e diverso sarà il ruolo che gli Stati uniti esigeranno dai 19 paesi per la “cooperazione nella guerra globale contro il terrorismo internazionale”. In Europa assisterete ad una svolta del ruolo tattico e strategico che coinvolgerà tutti i paesi alleati degli Usa, specialmente l’Italia.
Che significa questa nuova disponibilità nella cooperazione dei paesi Nato?
La piena disponibilità operativa, per fare l’esempio dell’Italia, di tutte le vostre basi militari Nato e Usa: Aviano, la Maddalena e altrove. Nel caso di una rappresaglia militare le richieste formulate dai vertici Nato saranno ora più determinate e coercitive in nome della guerra al terrorismo internazionale.
In che cosa consiste il nuovo ruolo tattico che la Nato dovrà svolgere?
La risposta pianificata e a lungo termine degli Stati uniti si riassume nella dichiarazione del segretario di stato Powell: “Una guerra a lungo termine su tre fronti: militare, diplomatico e operatività dei servizi segreti. La guerra al terrorismo internazionale impiegherà tattiche diverse da quelle perseguite sino ad oggi. Washington non vuole più ripetere i fallimenti in Somalia, in Sudan, in Iraq. Non verranno più impiegati singoli atti dimostrativi mediante i missili cruise. Sono stati un fiasco sul piano militare e politico.
Quali sono le opzioni che vengono considerate in queste ore a Washington?
Fra le opzioni si riaffaccia la direttiva presidenziale, caduta in disuso, che dà al presidente la prerogativa di autorizzare l’assassinio politico.
Ma non è stata proibita dal governo americano?
E’ una direttiva presidenziale inserita a livello di prerogativa dell’esecutivo per la prima volta dal presidente Nixon. Ma non è mai stata eliminata come prerogativa negli ultimi 15 anni e anche se non è stata utilizzata precedentemente, Bush potrebbe revocare il veto alla sua applicazione. Questa direttiva prevede deliberati assassini di individui considerati nemici oppure collegati anche indirettamente con organizzazioni terroristiche. Questo avverrebbe in nome della legittima difesa degli “interessi nazionali”.
Quale nuovo ruolo verrà richiesto dagli Stati uniti ai 19 paesi Nato?
Dopo l’apocalisse a New York e Washington verrà chiesto ai paesi Nato l’impiego delle “speciali unità d’assalto” che fanno parte della struttura delle forze armate di terra, dell’aviazione e della marina. Unità speciali d’intervento addestrate e preparate per operazioni d’incursione con una loro operatività completamente autonoma dal resto delle forze armate, che operano clandestinamente con il compito di colpire determinati bersagli militari.
Queste unità sono già parte di tutte le forze armate dei paesi Nato, inclusa l’Italia?
Certamente, anche se dipenderà da Washington richiedere che vengano messe in azione. E tutti i paesi dell’Alleanza saranno tenuti ad adeguarsi.
Qual è il nuovo ruolo della Nato che si profila ora?
La svolta a livello tattico sarà una minore attenzione al ruolo delle forze armate per il controllo della pace; una minore enfasi alla pianificazione delle guerre convenzionali. Si insisterà invece per alzare la guardia contro il terrorismo internazionale.