«Qui non si arriva alla fine del mese»

«Poche storie, qui non si arriva alla fine del mese». Alberto Cocchi, 45 anni, è delegato sindacale della Fiom alla Lamborghini di Bologna. Cultura del lavoro forte, fabbrica molto sindacalizzata, dove sono iscritti il 60% dei lavoratori (il 90% alla Fiom), dove si fa contrattazione di secondo livello e dove, dopo l’accordo separato del 2003, si firmò il precontratto. Il 2 dicembre? «E’ fondamentale, abbiamo bisogno di una manifestazione nazionale, e vogliamo chiudere la vertenza contrattuale».

Una vertenza lunghissima. Quante ore di sciopero avete fatto e quanto vi è costato sulla busta paga?

Poco meno di quaranta ore. Diciamo circa 35 ore, quantificabili circa in 450 euro. Tanti, senza contare le difficoltà di fare sindacato oggi.

Alla Lamborghini siete quasi tutti operai specializzati, la maggior parte di quinto livello. Come si vive con uno stipendio di 1150 euro al mese, quando va bene?

Si fa fatica ad arrivare alla fine del mese. E non servono mutui o chissà che cosa. Basta avere un figlio e una moglie che guadagna una cifra simile, come nel mio caso. Insomma, è difficile riuscire a togliersi qualche voglia, quelle cose che fanno parte della qualità della vità.

Va bene, dice Federmeccanica, ti do più salario ma in cambio voglio più flessibilità e soprattutto la voglio gestire io.

In questi termini, non se ne parla nemmeno. La flessibilità va gestita in maniera intelligente, va programmata e soprattutto contrattata. Imporla, come vorrebbero le aziende, mi sembra demenziale e anche controproducente. Alla proposta di Federmeccanica diciamo di no, e abbiamo la forza per farlo.

Alla Lamborghini l’avete sempre contrattata…

Un anno fa, ad esempio, c’è stato bisogno di un ridimensionamento e con l’azienda si è raggiunto un accordo sulla cosiddetta flessibilità in negativo. I lavoratori rimangono a casa per un certo monte ore, comunque pagate. E l’azienda si impegna poi a mettermi nelle condizioni di recuperare quelle stesse ore e con una maggiorazione. Un meccanismo del genere può avere senso, che ci sia una penale a carico dell’azienda che renda anche l’uso della flessibilità svantaggioso.

E comunque, sempre vincolato alla contrattazione?

Assolutamente sì. Deve esserci un Rsu che tratta. E quella stessa rappresentanza è quella che prima di sedere al tavolo con l’azienda , va in assemblea, espone ai lavoratori il problema, parla e, dopo il voto, riceve un mandato.

Una questione di democrazia quindi?

Sì, ed è essenziale. Dopodichè, si può anche pensare di fare un sacrificio per averne un tornaconto economico.

La Lamborghini investe, a differenza della maggior parte delle aziende del panorama industriale italiano. Anche qui però sono stati assunti, negli ultimi anni, lavoratori interinali.

Sì, due anni fa sono stati assunti interinali, anche in numero superiore a quanto concordato. E’ vero però che la precarietà non è nella cultura Lamborghini. Anche perchè la produzione stessa ha un ciclo temporale che di per sè richiede professionalità. Quando la stessa operazione di lavoro ti coinvolge per più di un’ora, e su fasi differenziate del ciclo, significa che serve tempo per imparare a svolgere quel lavoro. Quindi parti dall’interinale, però poi ti conviene tenerlo.