Quest’anno a Schio il 7 luglio non potrà svolgersi nessuna manifestazione nazifascista

Quest’anno a Schio il 7 luglio non potrà svolgersi nessuna manifestazione nazifascista, come è avvenuto negli scorsi anni sin dal 2002. Il governo, per bocca del sottosegretario Minniti, ha risposto ad una interrogazione del Prc affermando che «l’autorizzazione al raduno è stato negata e informando che 65 persone sono state denunciate per la manifestazione dello scorso anno, di cui 12 per violenza aggravata a pubblico ufficiale». La decisione segue l’interrogazione parlamentare di Rifondazione comunista che aveva chiesto di vietare quella manifestazione dopo che l’anno scorso «prendendo a pretesto l’eccidio avvenuto per mano di un gruppo autonomo di partigiani nelle carceri di Schio nel luglio del 1945 e forti dell’autorizzazione che chiedevano a scopo di “raduno religioso” al Sacrario, un centinaio di neofascisti, con bandiere della Repubblica Sociale, hanno scatenato una gazzarra nella città con urla, slogan inneggianti al nazifascismo e insulti ai cittadini». «Il ricordo di quell’eccidio esecrabile -continua l’interrogazione del Prc – è diventato la scusa per una strumentalizzazione politica durante la quale si inneggia al nazifascismo con slogan, gesti e simboli inequivocabili, dal saluto romano al grido «boia chi molla», dalle bandiere della Repubblica sociale italiana, all’accusa di assassini rivolta alla generalità dei cittadini di Schio».
Una città che, fra l’altro, è medaglia d’argento al valore militare per la Resistenza.