Quei tavoli vuoti per il referendum

Caro direttore, sabato mattina sono andato a Largo Argentina a firmare i moduli del referendum contro la cosiddetta devolution, che considero una delle riforme più catastrofiche che siano mai state proposte in Italia (l´Italia ama teneramente le riforme catastrofiche).
Pensavo di trovare folle di firmatari: temevo di fare la coda per ore. Non c´era nessuno. Qualche passante guardava distrattamente il tavolo del referendum, come si possono guardare dei vagabondi che fanno il gioco delle tre carte.
Qualche altro allungava il collo e poi lo ritirava tra le spalle, come una paurosa tartaruga, temendo di essere coinvolto in una truffa.
Avevo torto a meravigliarmi. Solo giovedì scorso ho letto informazioni precise sui giornali. Nelle trasmissioni televisive, che ogni sera esprimono il robusto pensiero italiano, non ho ascoltato un politico di sinistra parlare di questo referendum. I nostri uomini politici preferiscono parlare dei Valori Etico-Morali, della Globalizzazione, del Relativismo e della prossima riforma universitaria, che farà fuggire gli ultimi studiosi rimasti. Temo che tutte le Regioni italiane vedano nella devolution soprattutto un meraviglioso tesoro di euro, che potranno sciupare prestissimo nelle imprese più assurde.