Quegli strani scavi nell’area Dal Molin

La notizia che l’area dell’aeroporto “Dal Molin” sarebbe a giorni in procinto di subire un intervento di bonifica per liberare la zona da eventuali ordigni inesplosi risalenti al 1944, rappresenta un altro tassello inquietante nell’intera vicenda.

Le notizia sono ancora poche e confuse, e in queste ore si sta tentando di raccogliere informazioni per capirne qualcosa di più. I comitati dei cittadini non sono certo disposti a cedere, tanto meno di fronte a questa nuova azione, che segna inevitabilmente un ulteriore passo verso la costruzione della nuova base statunitense. Si dicono pronti ad opporsi, proprio come il 22 febbraio scorso, quando alcuni esponenti vicentini della Rete Lilliput sono riusciti a bloccare i lavori di installazione delle fibre ottiche proprio nell’area perimetrale del “Dal Molin”: un intervento che ha prodotto la cessazione degli scavi in quanto, in seguito ad una verifica, si è scoperto che l’impresa non era in possesso dei permessi necessari.

Il fronte del no, dunque, non cessa le proprie iniziative. Giovedì è stata un’altra giornata movimentata: nel pomeriggio il Consiglio comunale ha visto la partecipazione di un folto gruppo dei comitati ma anche di alcuni giovani di Forza Italia, accorsi in supporto del Sindaco Hullveck. Una seduta rumorosa, in cui le contestazioni e le richieste di dimissioni non si sono fatte attendere, causando lo sgombero dell’aula. Tra gli interventi più rilevanti è da sottolineare la domanda di attualità presentata dai Verdi, in cui si è fatto osservare ancora una volta le presunte incompatibilità tra Pp10 e progetto Usa e la necessità di una valutazione di impatto ambientale. Sempre nel pomeriggio è stata la Liga Fronte Veneto a farsi sentire. Durante una conferenza stampa, in aperta ostilità con l’ex partito della Lega Nord, ha espresso la propria volontà di stare a fianco dei cittadini e della popolazione, “privata ormai della propria libertà, che le va restituita con la giusta informazione e con gli strumenti per esprimersi”. Una polemica, quella degli autonomisti, che colpisce soprattutto il Sindaco e gli industriali, accusati di aver “svenduto la città e la dignità stessa del territorio”.
Nelle stesse ore, numerosi manifestanti si sono riuniti per la terza volta davanti alla Caserma Ederle, nell’ormai classico concerto di pentole, coperchi e bidoni. Un sit-in improvvisato, svoltosi contemporaneamente ad altre due riunioni organizzative, che lancia ufficialmente la protesta itinerante che nei prossimi giorni porterà i cittadini a manifestare davanti a tuttiagli altri siti militari americani, a partire da Longare.

Sabato 2 marzo è in programma una nuova assemblea pubblica che vedrà la presenza di docenti di diritto internazionale e costituzionale provenienti dalle Università di Padova e Milano: un convegno che partirà da una riflessione comune sull’art 11 della Costituzione. Per l’8 marzo, infine, un bel comunicato delle donne vicentine del Presidio ha lanciato una grande mobilitazione in occasione della festa della donna. Le donne vicentine “per la tutela del territorio per la pace e per futuro” saranno in piazza proprio in occasione di questo speciale 8 marzo, per testimoniare ancora una volta la loro contrarietà aall’allargamento della base e per manifestare il loro desiderio di un futuro migliore da lasciare in eredità ai propri figli. Un pensiero che vuole andare anche oltre, a tutte le donne vittime della guerra, costrette per questo ad emigrare, a vendersi. Non solo. Il riferimento è anche a quella guerra che “non ci da la libertà di poter girare tranquillamente la notte da sole. Che ci relega in ruoli lavorativi precari e senza diritti, che fa avvenire le violenze dentro alle mura domestiche”.

Ma non finisce qui. Di giorno in giorno le iniziative crescono. I Comitati e il Presidio Permanente rappresentano la comunità che non cede, quella che non è disposta a trattare “la riduzione del danno e dell’impatto”. E’ la Vicenza che non si piega. E che resisterà un minuto in più.