Dimostranti imbottiti di esplosivo si lanciano, urlando, contro l’ingresso della base Usa di Aviano, ma vengono prontamente neutralizzati dalle forze di sicurezza: è questa una delle fasi dell’esercitazione Taceval (Tactical evaluation), durante la quale 115 ispettori Nato hanno valutato per dodici giorni il grado di preparazione di oltre 600 avieri e aviatori. Mentre le forze di sicurezza sono state testate simulando attacchi suicidi di «dimostranti», gli addetti al rifornimento sono stati sottoposti a impegnative prove così che i caccia F-16 potessero decollare in rapida successione, ciascuno con le munizioni adatte alla missione assegnata. Contemporaneamente i piloti degli F-16 venivano impegnati in battaglie aeree in cui la parte dei nemici era svolta da caccia F-16 ed Eurofighter dell’aeronautica italiana. Tutti sono stati promossi a pieni voti. Il maggiore John Boson, capo-ispettore del 31° stormo, ha dichiarato: «Aviano è la prima base delle forze aeree Usa in Europa a ricevere la valutazione PD&I», che ne testifica l’ottimo grado di preparazione, spiegamento e integrazione. Essa è dunque «pronta ad appoggiare la guerra globale al terrore».
Quella di Aviano (Pordenone) è una delle principali basi operative delle Forze aeree Usa in Europa (Usafe), che dispongono di 42mila uomini e 220 aerei distribuiti in cinque basi principali (due in Inghilterra, due in Germania e una in Italia) e in altre 80 località. Dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Usafe, il cui quartier generale è a Ramstein in Germania, è stata trasformata da forza strutturata per combattere un conflitto su larga scala in Europa in «forza aerea di spedizione», proiettabile sia verso est che verso sud. Nel quadro di tale ristrutturazione strategica, la base di Aviano ha acquistato una importanza molto maggiore di quella che aveva durante la guerra fredda.
Nella base di Aviano – dove il Pentagono possiede edifici per 130mila m2 e ne ha in affitto per altri 50mila (Department of Defense, Base Structure Report 2006) – è dislocato il 31st Fighter Wing, l’unico stormo di cacciabombardieri Usa a sud delle Alpi. Esso è composto di due squadriglie di cacciabombardieri F-16 – 510th Fighter Squadron e 555th Fighter Squadron – con quindici gruppi di supporto. Il personale è composto da oltre 4mila militari, più alcune centinaia di dipendenti civili. Il 31st Fighter Wing dispone anche di alcuni depositi di munizioni, il principale dei quali è a Camp Darby in Toscana, dove si trova il maggiore arsenale di munizioni convenzionali delle Forze aeree Usa in Europa, stimato in circa 21mila tonnellate.
Compito del 31st Fighter Wing è quello di operare in tutta l’«area di responsabilità» del Comando europeo degli Stati uniti, che comprende non solo l’Europa ma anche parte del Medio Oriente e dell’Africa. Come spiega il comando di Aviano, ciò rientra nella «missione» della US Air Force di «difendere gli Stati uniti e i loro interessi globali», con la strategia dell’«attacco globale» attraverso cui «la forza aerea può attaccare ovunque e in qualsiasi momento, rapidamente e con maggiore precisione di quanto abbia fatto finora». L’esercitazione appena effettuata dimostra che la forza aerea dislocata ad Aviano possiede quella che il col. Kimberley Toney definisce la «capacità di andare in guerra». Capacità preziosa anche per la Nato: durante una «crisi Nato» (come la guerra contro la Jugoslavia) – spiega il comando di Aviano – le forze operative del 31st Fighter Wing entrano a far parte della 5a Forza aerea tattica alleata, di stanza a Vicenza. E a giugno la forza aerea dislocata ad Aviano supporterà la «Forza di risposta della Nato», in grado di essere proiettata entro cinque giorni «per qualsiasi missione in qualsiasi parte del mondo», Compito del 31st Fighter Wing è infatti anche quello di condurre operazioni regionali e di spedizione della Nato, agli ordini del «comandante supremo alleato in Europa» (che è sempre un generale statunitense). In tali operazioni possono essere usate «munizioni convenzionali e non-convenzionali», ossia nucleari.
Si allude così a un’altra capacità del 31st Fighter Wing, di cui non si parla esplicitamente nei comunicati ufficiali: quella dell’attacco nucleare. Secondo un rapporto pubblicato nel 2005 dal Natural Resources Defense Council, gli Stati uniti mantengono in Europa 480 bombe nucleari, 90 delle quali in Italia: 50 ad Aviano e 40 a Ghedi Torre (Brescia). Sono bombe tattiche B-61 in tre versioni, la cui potenza va da 45 a 170 kiloton (13 volte maggiore di quella della bomba di Hiroshima). Le bombe sono tenute in speciali hangar insieme ai caccia Usa e Nato pronti per l’attacco nucleare: tra questi, i Tornado italiani armati delle bombe nucleari tenute nel deposito di Ghedi Torre, dipendente dal 31st Fighter Wing di Aviano. Una capacità eloquentemente illustrata dall’emblema del 510th Fighter Squadron in cui, accanto all’aquila imperiale, vi è il simbolo dell’atomo con tre fulmini che colpiscono la terra.
Si tacciono nei comunicati ufficiali anche altri fatti in cui è al centro la base di Aviano: la strage del Cermis del 1998, che provocò la morte di venti persone, conclusasi con l’assoluzione del pilota statunitense responsabile, sottratto alla giustizia italiana; il rapimento nel 2003 dell’imam Abu Omar che, portato ad Aviano da agenti statunitensi e italiani, fu qui torturato prima di essere spedito in Egitto dove subì sevizie ancora peggiori. Chissà se gli ispettori Nato, che hanno valutato il grado di preparazione della base di Aviano, non abbiano anche effettuato una esercitazione di rapimento.