Con l’uscita di scena della Fininvest del cavaliere, l’arrembaggio dei colossi dell’editoria mondiale alla holding ProSieben-Sat1 – il più grande gruppo della tv privata tedesca, insieme a Rtl – è entrato nella fase finale. Tra i pretendenti, scriveva Manager-Magazin qualche tempo fa, l’offerta migliore per l’acquisizione del 50,5% del gruppo di Monaco sarebbe quella di Aydin Dogan, padrone del più grande consorzio editoriale turco. Solo il giorno prima, con un annuncio a sorpresa, l’editore conservatore Springer aveva reso noto l’acquisto del 25% proprio del colosso televisivo Dogan-Tv – che in Turchia conta sul 36% del mercato pubblicitario. I 375 milioni di euro necessari all’operazione sono stati forniti dalla Deutsche Bank, banca di riferimento dell’editore. L’acquisizione rientrerebbe, dicono alla Springer, nei piani annunciati di espansione all’estero.
A guardar le due notizie dalla stessa prospettiva, l’acquisto di Dogan-Tv somiglia molto a una manovra d’accerchiamento per aumentare indirettamente il controllo su ProSieben-Sat1. L’interesse di Springer per il gruppo televisivo bavarese – di cui attualmente detiene il 12% delle azioni – è noto. A cavallo del 2006, due autorità antitrust tedesche avevano fatto fallire l’opa da 2,5 miliardi di euro lanciata dal presidente di Springer Mathias Döpfner per l’acquisizione del 100% di ProSieben-Sat1. Oggi, dopo i brividi corsi lungo il paese per l’interessamento di Berlusconi, dal mondo della politica arrivano i primi ripensamenti. Secondo il cristianodemocratico Bernd Neumann, ministro della cultura con delega per i media, la legge antitrust andrebbe rivista: «non è possibile che si svantaggino i competitori nazionali».
Sul mercato le 4 reti del gruppo sono estremamente appetibili: con 350 milioni di utili lordi per il 2005 si spartiscono, insieme all’Rtl di Bertelsmann, circa l’80% del mercato pubblicitario televisivo. La holding di Dogan – nel cui cda siederanno due uomini di Springer su sette consiglieri – ha interessi cospicui anche sul mercato tedesco. Il miliardario possiede infatti i quotidiani in lingua turca più venduti in Germania, Milliyet e Hürriyet, distribuito dall’Axel Springer Verlag. I redattori dei quotidiani di Dogan collaborano inoltre da più di vent’anni con quelli di Springer – in particolare del tabloid Bild, il più venduto con 3,5 milioni di copie. Anche come editore televisivo, Dogan può vantare un seguito rilevante tra i turchi residenti in Germania, come testimoniano le migliaia di parabole puntate verso sudovest. La lunga mano di Dogan in Germania influenza le scelte di circa mezzo milione di votanti di origine turca. Prima delle elezioni nazionali dello scorso settembre, l’ex-cancelliere Schröder era andato a rendere omaggio all’editore nella centrale tedesca del Dogan media group a Mörfelden-Walldorf, in Assia. Più recentemente anche la cancelliera Angela Merkel ha visitato il tycoon turco nel suo centro mediatico.
Secondo le ultime informazioni sarebbero rimasti solo tre degli 11 concorrenti per la conquista del gruppo del tycoon statunitense di origini egiziane Haim Saban. Oltre al gruppo di Dogan sono ancora della partita i consorzi d’investitori di Apax e Goldmann Sachs e quello formato da Kkr e Permira che, con Sbs e ProSieben-Sat1, vorrebbero concorrere direttamente con il gigante Bertelsmann. I venditori di Saban hanno concesso tempo fino alla metà di dicembre per fare offerte vincolanti.
Springer è in continuo movimento: il quattro dicembre scorso è stato reso noto l’acquisto, da parte dell’editore conservatore, del 25,1% del gruppo Telewizja Polsat, il più grande gruppo televisivo privato polacco, per circa 250 milioni di euro. Polsat controlla due tv generaliste e tre canali tematici. L’autorità antitrust tedesca dovrà ora esprimere un giudizio sull’ingresso di Springer nel gruppo del magnate polacco Zygmunt Solorz.