PROSEGUONO LE INDAGINI SUI PIANI DI MAGNICIDIO IN BOLIVIA

Il governo boliviano prosegue le indagini sulla fallita spedizione di gruppi violenti intenzionati ad assassinare esponenti del governo boliviano.
Oltre a confermare che tre persone sono morte e altre due detenute per il loro coinvolgimento in attività terroriste, il vicepresidente del paese Álvaro García Linera ha dicharato che occorre scoprire i mandanti di questi sicari, il cui obiettivo era assassinare lo stesso presidente Evo Morales, e altri dirigenti boliviani.
I tre presunti terroristi abbattuti in un hotel di Santa Cruz durante uno scontro armato con la polizia boliviana, durato circa mezz’ora, sono Mayarosi Ariad, rumeno, Duayer Michel Martin, irlandese e Jorge Hurtado Flores, boliviano. In seguito sono stati scoperti i loro complici, il boliviano Mario Tadik e Iedad Toazo, ungherese, successivamente condotti a La Paz.
Garcìa Linera ha affermato che occorre chiarire come siano stati introdotti nel paese l’esplosivo C4 e le sofisticate armi che sono state ritrovate nello stand commerciale della Cooperativa dei Telefoni di Santa Cruz (Cotas), alla Fiera Espositiva.
Il viceministro degli Interni, Marcos Farfàn, ha precisato che la polizia e la magistratura sono riusciti a disarticolare il gruppo di estremisti e ad impedire la realizzazione del loro macabro piano, organizzato da ex combattenti in Jugoslavia, che pianificavano di innestare una spirale di violenza in Bolivia.
Farfàn ha presentato alla stampa prove di queste manovra d’ingerenza, fra le quali l’arsenale sequestrato al gruppo terrorista: cinque fucili, una carabina, una mitraglietta, l’esplosivo ad alto potenziale C4 (di tipo esclusivamente militare e che non si produce in Bolivia) pistole, dinamiti, granate, bombe molotov, una mappa di Santa Cruz, una bandiera rossa e nera.
Il viceministro ha dichiarato che nelle intenzioni degli attentatori si sarebbero dovute realizzare inizialmente piccole azioni su obiettivi specifici, come la casa del Cardinale Julio Terrazas; in un secondo momento sarebbero arrivati gli atti più feroci contro le grandi personalità politiche del paese, come il presidente Morales, il vicepresidente Álvaro García, il ministro alla Presidenza, Juan Ramòn Quintana, ma anche il prefetto di Santa Cruz, Rubèn Costas, dell’opposizione.
L’ operazione, eseguita da un corpo speciale della polizia nazionale, è scattata alcune ore dopo che un ordigno era stato fatto esplodere davanti alle porte della residenza del cardinale Terrazas.
Il presidente Morales, in Venezuela per il vertice dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (Alba), ed il vicepresidente, da La Paz, hanno denunciato all’opinione pubblica questi atti violenti.

La Paz, 17 Aprile.