28esimo Congresso del CPUSA Luglio 2005
Autori : Direzione Nazionale del CPUSA
La via al socialismo degli USA: Unità per pace, democrazia, lavoro e uguaglianza
Prefazione alla proposta
Il gruppo di lavoro che ha preparato questa proposta si è basato sul lavoro del Comitato Nazionale negli anni recenti per sviluppare la nostra strategia rispondente alle necessità del momento e della lotta. Dobbiamo attingere al lavoro di tutto il Partito. Quando verrà adottato, il nuovo programma sarà un autorevole dichiarazione della nostra strategia da qui al socialismo.
Perché abbiamo bisogno di un nuovo programma?
Il nostro precedente programma è stato scritto alla fine degli anni ’60 ed è stato modificato e stampato nei primi anni ‘80. Molte cose sono cambiate nel nostro paese e nel mondo in questi 25 anni. La prima ragione di un nuovo programma è quello di tener conto della salita al potere dell’ultra-destra negli Stati Uniti, di mettere in evidenza le basi teoriche e pratiche della nostra strategia volta a costruire una coalizione di massa per sconfiggere l’ultra-destra, e di integrare e collegare la nostra attuale strategia col nostro obiettivo di lunga durata della costruzione del socialismo.
La seconda ragione è quella di riflettere sulla la battuta d’arresto e la disfatta del socialismo della fine degli anni ‘80 ed dell’inizio degli anni ‘90. Questa sconfitta ha cambiato gli equilibri delle forze nel mondo ed ha limitato le opzioni dei movimenti di liberazione nazionale e dei paesi ex-coloniali, che ora sono costretti a muoversi nel mercato mondiale nei termini imposti dal capitalismo, senza avere quelle alternative, di mercato, politiche, e di sostegno materiale che in passato la comunità degli stati socialisti forniva loro. A livello mondiale i lavoratori fronteggiano sia i capitalisti del proprio paese, che le multinazionali, che hanno sviluppato una economia globalizzata non per servire l’umanità ma per aumentare lo sfruttamento e l’oppressione.
Un ulteriore ragione sta nel fatto che ora il mondo affronta nuovi e crescenti pericoli delle guerre imperialiste e del militarismo, degli ordigni nucleari e degli armamenti spaziali, delle crisi ecologiche globali, di un governo degli Stati Uniti aggressivo e reazionario, volto al dominio del mondo.
Nuove generazioni stanno entrando nella lotta e hanno bisogno di un pensiero, di una strategia matura del cambiamento sociale per le battaglie ed i movimenti odierni. Noi abbiamo un movimento del lavoro più attivo di prima che conduce molte battaglie sulle questioni sociali e lotte sui loghi di lavoro. E abbiamo un movimento per la pace senza precedenti nella storia.
Noi affrontiamo nuove sfide e minacce, nuove opportunità e possibilità—tutto ciò richiede l’aggiornamento e la rivisitazione dal nostro punto di vista strategico.
Cos’è, e cosa non è un programma
Principalmente questo programma è una dichiarazione della strategia fondamentale che guida il nostro lavoro in un intero periodo storico. Esso analizza le forze sociali più importanti, le principali lotte ed i movimenti, e gli stadi della lotta per il socialismo. Esso raccorda il nostro lavoro odierno con la nostra prospettiva di lungo periodo. Il programma applica la teoria marxista ai problemi politici fondamentali con i quali ci confrontiamo. Ci aspettiamo che, dopo essere emendato ed adottato, questo programma ci possa guidare possibilmente per dieci e più anni. Evitiamo di trattare nel dettaglio problemi e sfide attuali—che è il ruolo delle principali risoluzioni politiche.
Questa nostra proposta di programma è un modo per parlare di strategia, di quelle che stimiamo essere le forze principali e del ruolo del nostro Partito. Abbiamo bisogno di rendere con un linguaggio popolare, analisi teoriche sofisticate e rigorose, in modo che il nostro pensiero strategico sia accessibile agli attivisti odierni ai quali la terminologia marxista classica può non essere familiare.
Ciò ci conduce a dichiarare ciò che non è un programma. Un programma non è un pamphlet popolare da distribuire alle masse, non è una lezione di storia, non è un’estensione della teoria marxista-leninista. Non è un compendio delle posizioni del Partito su tutti i problemi. Un programma non è una lista di domande, non è una discussione dettagliate delle tattiche o delle valutazioni del livello attuale della coscienza e dell’attività dei movimenti sociali, non si sostituisce al materiale politico, di agitazione e di educazione di cui abbiamo bisogno.
Se pure fondamentalmente non pensato per il reclutamento, noi speriamo che il programma finale ci aiuterà nel reclutamento per i prossimi anni. Il programma dovrebbe aiutarci in molti modi: rendendo disponibile ai membri nuovi e vecchi del Partito — attraverso lo studio collettivo, la discussione nei circoli, e lo studio individuale—una succinta descrizione della nostra strategia fondamentale e come deve essere spiegata, presentando la nostra strategia come una delle caratteristiche principali che distinguono il nostro dagli altri partiti della sinistra, dissipando confusioni sulle nostre posizioni ed esplicitando quelle cose che spesso diamo per scontate.
Questa proposta, che è uno dei tasselli fondamentali della discussione precongressuale, dirige l’attenzione del corpo degli iscritti verso i problemi strategici e le scelte con le quali si confronta il nostro Partito e la nostra classe. Noi abbiamo bisogno di un programma che aiuti il popolo nelle lotte, non di un manuale di riferimento. Noi abbiamo bisogno di un documento vivo, radicato nelle nostre lotte e non di una lista di formule statiche.
La proposta presenta al Partito questioni per la discussione e deve essere migliorato sotto molti aspetti. Essa è diretta a tutti i membri del Partito e a coloro che lavorano strettamente con noi; ma l’”audience” del programma finale sarà più larga.
Mentre il nostro programma finale sarà una definizione autorevole della strategia del Partito, questa proposta non è definitiva Il suo scopo è quello di aiutare il dibattito per giungere ad una definitiva dichiarazione strategica.
1. Introduzione
Noi, lavoratori degli Stati Uniti, siamo di fronte ad enormi problemi: sfruttamento, oppressione, razzismo, sessismo, deterioramento dell’ambiente e delle infrastrutture, enorme debito pubblico e un governo dominato dagli elementi più brutali del grande capitale e delle sue politiche.
Noi, nazione degli Stati Uniti, siamo di fronte a gravi scelte: militarismo, imperialismo o pace, crescita della ricchezza per pochi o giustizia ed eguaglianza per molti, crescente potere nelle mani di pochi super-ricchi o democrazia reale per la grande maggioranza, dominio dell’ultra-destra su tutte i rami del governo che affronta i problemi aumentando lo sfruttamento dei lavoratori o la crescita progressiva di una coalizione elettorale che cerchi soluzioni concrete nell’interesse dei lavoratori.
La classe dei lavoratori, la grande maggioranza del popolo – tutti coloro che lavorano per vivere – affronta un inarrestabile, brutale ed immorale nemico: la classe dei capitalisti. Il nostro paese è oppresso da una delle classi dirigenti capitaliste più dispotiche, spregevoli e insaziabili, che concentra nelle mani di poche Compagnie multinazionali, un enorme potere politico, economico e militare. Queste “Corporations” cercano di espropriare, malversare, estorcere ogni ricchezza a decine di milioni di poveri e di lavoratori, di piccoli imprenditori e contadini, di uomini, donne e bambini, di vecchi e giovani. Esse sfruttano il popolo come lavoratori nei luoghi di lavoro e lo stesso popolo come consumatori nei magazzini della distribuzione. L’arma principale per mantenere il loro dominio è il razzismo per dividere i lavoratori e realizzare extra profitti. Le “Corporations” lavorano con impegno per estendere il controllo dell’ultra-destra sul governo e sulle linee politiche del governo.
L’ultra-destra è diretta dai settori più reazionari, militaristi, razzisti ed antidemocratici delle multinazionali, che portano altre tendenze politiche e gruppi sociali, la maggior parte dei quali sono fuorviati dai loro stessi reali interessi, ad appoggiare i loro progetti reazionari.
La soluzione al dominio della ultra-destra sta nella costruzione della più larga unità della nostra multinazionale, maschile e femminile, multigenerazionale, classe operaia, con i popoli oppressi per motivi nazionali e razziali, le donne e i giovani, e i movimenti di massa popolari, a partire dal movimento operaio. Il fronte di tutto il popolo per sconfiggere l’ultra-destra, è in un processo di sviluppo, in cui impara e si cimenta in lotte gigantesche per la pace, per difendere la Previdenza Sociale, per un servizio sanitario universale, per sottrarre alla destra il controllo dei tre rami del governo.
Il nostro paese, il nostro popolo, ed il nostro ambiente stanno per essere distrutti dalla cupidigia di pochi gruppi di capitalisti ricchi in modo osceno. Il nostro mondo è minacciato dalle distruzioni della globalizzazione capitalista, dagli incontrollabili sforzi per ridurre i salari al più basso livello possibile, dall’epidemia di perdite economiche micidiali, dai tentativi di distruggere i sindacati e ogni protezione conquistata con le lotte dai lavoratori. Non possiamo permettere che questa situazione continui.
Oggi c’è bisogno di soluzioni radicali, di vera democrazia e di vera unità. Noi, i lavoratori, la maggioranza abbiamo la necessità di prendere il potere che è nelle mani di pochi ricchi, delle loro società e delle loro espressioni politiche. Abbiamo bisogno di pace, giustizia ed uguaglianza. Abbiamo bisogno di soluzioni reali ai problemi reali, non di vuote promesse di politicanti e di “boss” aziendali.
Gli Stati Uniti hanno una nobile storia di lotte radicali e rivoluzionarie, di movimenti di massa che hanno chiesto ed ottenuto programmi sociali ed economici per soddisfare i bisogni fondamentali del popolo, di difesa ed estensione della democrazia, di untà per superare gli ostacoli con iniziativa, energia e innovazione. Il Partito Comunista è parte della tradizione radicale del paese.
Noi crediamo che i milioni di lavoratori, se si organizzano e si uniscono, abbiano il potere di dirigere il paese, di creare un governo del e per il popolo. Noi abbiamo il diritto e la responsabilità di opporci ad un sistema economico oppressivo di sfruttamento per cambiarlo o abolirlo. Possiamo espellere i grassi finanzieri dalle urne elettorali, scacciare i saprofagi dalle banche, togliere ai grandi manager i loro paracaduti d’oro ed eleggere normali, onesti lavoratori per rappresentarci al posto degli avvocati delle società e dei milionari.
Il Partito Comunista non vede contraddizioni tra la lotta per soddisfare le domande immediate e le riforme di cui hanno bisogno i lavoratori ed il nostro obbiettivo finale del socialismo, la trasformazione rivoluzionaria della società e dell’economia. Nelle continue battaglie su grandi e piccoli problemi i lavoratori imparano la lezione che sono necessari cambiamenti fondamentali, che per avere una società realmente umana, il popolo ha bisogno del socialismo.
Noi, il popolo dei lavoratori degli Stati Uniti, per foggiare un’unione più completa, abbiamo bisogno del socialismo, di un sistema basato sui bisogni del popolo e non sulla cupidigia delle corporazioni.
Il Partito Comunista ha un programma per ottenerlo.
2.Capitalismo, sfruttamento e oppressione
La classe dei capitalisti possiede le fabbriche, le banche ed i trasporti—i mezzi di produzione e di distribuzione. I lavoratori vendono la loro capacità di lavoro per acquistare il necessario per vivere. I capitalisti comperano il lavoro dei lavoratori, ma pagano loro solo una parte della ricchezza che creano. Poiché possiedono i mezzi di produzione, i capitalisti sono in grado di trattenere il surplus della ricchezza creata dai lavoratori che eccede il costo del lavoro e gli altri costi di produzione. Questo surplus è chiamato “profitto” e consiste del lavoro non pagato di cui i capitalisti si appropriano e che usano per conseguire profitti maggiori. Questi profitti sono trasformati nei capitali che i capitalisti usano per espropriare i produttori—la classe dei lavoratori— di ogni ricchezza.
I capitalisti sono spinti dalla competizione a cercare di massimizzare i profitti. La classe dei capitalisti nel complesso può raggiungere lo scopo solo estraendo un maggiore surplus dal lavoro non pagato ai lavoratori aumentandone lo sfruttamento. Nel sistema capitalistico, lo sviluppo economico si verifica solo se è remunerativo per i singoli capitalisti, non per il bene o i bisogni della società. La spinta al profitto è insita nel capitalismo, e sottolinea o acuisce tutti i maggiori problemi sociali della nostra epoca. Col rapido progresso della tecnologia e della produttività, sono state sviluppate nuove forme di proprietà capitalista allo scopo di massimizzare il profitto.
A causa del capitalismo, i lavoratori del nostro paese devono affrontare problemi seri e cronici. Questi problemi cronici sono parte delle condizioni obiettive che deve affrontare ogni nuova generazione di lavoratori.
La minaccia di guerra nucleare, che può distruggere tutta l’umanità, cresce con la diffusione degli armamenti nucleari, degli armamenti spaziali, di una dottrina militare che ne giustifica l’uso in guerre preventive e di guerre senza fine. Fin dalla fine della II Guerra Mondiale, gli Stati Uniti sono stati continuamente coinvolti in piccole o grandi aggressioni militari. Queste guerre sono costate milioni di vite umane e disastri, enormi perdite materiali, e migliaia di miliardi di dollari ai contribuenti. La minaccia per l’ambiente si muove a spirale, minacciando la vita del pianeta.
Milioni di lavoratori sono disoccupati o senza sicurezza nel lavoro, anche nei periodi di crescita economica e di “recupero” dalle recessioni. La maggior parte dei lavoratori subiscono lunghi anni di salari stagnanti, mentre i costi della vita e dell’educazione crescono. Molti lavoratori sono costretti a cercarsi un secondo ed un terzo lavoro per arrivare alla fine del mese. La maggior parte dei lavoratori cambia in media nella vita quattro posti di lavoro, contro la loro volontà sono spostati da un lavoro ad un altro, da una professione ad un’altra. Spesso per mantenere se stessi, i lavoratori sono costretti a lavorare oltre l’età della pensione. Con la globalizzazione capitalista il lavoro si sposta assieme alle fabbriche ed ad intere attività in altri paesi. Milioni di persone continuano a vivere sotto la soglia della povertà; molti soffrono per la mancanza di alloggio e di fame. I programmi pubblici e privati per alleviare la povertà e la fame non raggiungono tutti e sono inadeguati anche per coloro che li ricevono.
Il razzismo rimane l’arma più potente per dividere il popolo dei lavoratori. Il razzismo istituzionalizzato assicura ogni anno ai capitalisti miliardi di extra profitti dai salari disuguali pagati ai lavoratori oppressi per motivi razziali per un lavoro pari o simile a quello degli altri. Tutti i lavoratori ricevono più bassi salari quando il razzismo li divide e li disorganizza. Gli Africani, gli Americani, i Latinos, i Nativi d’America, gli Asiatici, dell’Oceania, gli Arabi e i Medio Orientali e gli altri popoli oppressi per nazionalità e razza, subiscono condizioni inferiori a quelle dei bianchi in ogni aspetto della vita sociale ed economica. La violenza razzista ed il veleno delle idee razziste angariano tutte le persone di colore indipendentemente dalla classe economica alla quale appartengono. I tentativi di nascondere e di sottostimare il voto degli Afro Americani e quello degli altri popoli oppressi per motivi razziali sono un aspetto del razzismo nel processo elettorale. Il razzismo permea la polizia, il sistema giudiziario e carcerario, perpetuando il metodo delle sentenze disuguali, della schedatura razziale, dell’imposizione discriminatoria, e della brutalità della polizia.
I diritti democratici, civili ed umani dei lavoratori sono continuamente sotto attacco. Questi attacchi comprendono le crescenti difficoltà procedurali di riconoscimento dei sindacati e tentano di prevenire la piena partecipazione alle elezioni dei sindacati, fino alla negazione del diritto di sciopero per molti lavoratori del pubblico impiego. Questi attacchi vanno dalla sottostima nel censimento delle minoranze etniche, alla difficoltà per lavoratori di concorrere per cariche pubbliche a causa della preponderanza delle sovvenzioni delle Corporation nelle campagne elettorali e dei loro alti costi. Questi attacchi includono anche la censura ed il controllo dei media da parte dell’ultra-destra, le crescenti restrizioni e la sorveglianza degli attivisti dei movimenti sociali e di sinistra; l’aperta negazione dei diritti fondamentali agli immigrati e la violazione della Convenzione di Ginevra fino alla pratica delle torture sui prigionieri. Tutti questi abusi servono a mantenere la morsa dei capitalisti sul potere politico. Essi usano questo potere per assicurare il dominio economico e politico della loro classe.
Le donne sono ancora retribuite considerevolmente meno degli uomini, subisco barriere alla promozione, abusi fisici e sessuali, mentre persiste il carico di lavoro domestico e famigliare disuguale, e la cattiva ideologia della supremazia maschile perpetua condizioni di disuguaglianza e spesso di insicurezza fisica. I continui attacchi ai programmi del “welfare” colpiscono fortemente le donne sole, le madri sole, le donne delle nazionalità e delle razze oppresse e, in generale, tutte le donne lavoratrici. I diritti delle donne alla maternità vengono attaccati ideologicamente e politicamente. La violenza contro le donne in casa e nella società in generale rimane un aspetto vergognoso della vita negli Stati Uniti.
I giovani, specialmente i giovani lavoratori delle nazionalità e delle razze oppresse, hanno un’istruzione pubblica inadeguata e sono esclusi dai più alti livelli dell’istruzione i cui costi aumentano. I giovani non hanno formazione professionale, e affrontano con grande incertezza il mercato del lavoro. I loro bisogni culturali, ricreativi e sportivi sono largamente disattesi. Nelle loro esperienze essi affrontano il razzismo, il sessismo e gli attacchi alle libertà civili. La povertà e la mancanza di opportunità spinge un gran numero di giovani ad arruolarsi nell’esercito e di confrontarsi con la possibile perdita della vita in una guerra dopo l’altra.
Gli anziani in pensione o non più abili al lavoro si confrontano con pensioni che si restringono e scompaiono, mentre la Sicurezza Sociale e il Servizio Sanitario sono sotto un continuo attacco. Gli anziani che hanno lavorato tutta la vita subiscono la minaccia dall’ultra-destra di chiudere i programmi di assistenza e la mancanza o i costi esorbitanti delle cure mediche e assistenziali.
Più di 45 milioni di persone sono senza copertura medica sempre — più di 70 milioni sono senza copertura medica per almeno un mese all’anno. I costi per i medicinali sono alti anche per coloro che hanno la copertura medica e le loro spese sanitarie aumentano. C’è una cronica e crescente carenza di appartamenti nel paese. I lavoratori sindacalizzati sono costretti a negoziare diminuzioni salariali per conservare i “benefit” sanitari.
La crisi delle città è cronica e cresce abbracciando tutti gli aspetti della vita. Gli oneri fiscali sono stabilmente trasferiti dal Governo Federale agli Stati e da questi alle municipalità, causando variabili e debilitanti deficit di bilancio. Dal momento che la maggioranza delle persone delle nazionalità ed etnie oppresse vive nelle aree urbane, anche la crisi delle città riflette il razzismo istituzionale.
Il capitalismo nell’era dei monopoli e dell’imperialismo
I problemi cronici con i quali si confrontano oggi i lavoratori sono radicati nella nascita e nella storia del sistema capitalistico. Il capitalismo della “libera” concorrenza fu sostituito alla fine del diciannovesimo secolo dal capitalismo monopolistico. Grandi quantità di capitali affluirono in poche società in ogni branca industriale nel nostro paese e su scala internazionale. Nello stesso tempo il capitale industriale e bancario si fusero nel capitale finanziario dominato dal capitale bancario. I monopoli si divisero il mondo sul piano economico, ognuno con la propria sfera di controllo. Per assicurare la stabilità degli investimenti, le società cercarono di controllare i governi dei paesi dentro le rispettive sfere di influenza. I monopoli ebbero successo nella divisione economica del mondo con la divisione politico-militare del mondo. L’Africa, gran parte dell’Asia. l’America Latina e parte dell’Europa furono divise in colonie o semicolonie degli Stati Uniti, dell’Inghilterra, della Germania, della Francia, dell’Italia, del Giappone, dell’Olanda, del Belgio e di altre nazioni a capitalismo monopolistico.
Vladimir Lenin, fondatore del comunismo moderno, capì che le guerre sarebbero scoppiate per dividere nuovamente il mondo, e che l’era del capitalismo monopolistico diventava quella dell’imperialismo moderno. La preesistente suddivisione del mondo non poteva soddisfare quei paesi le cui economie crescevano più rapidamente. La ricerca della supremazia economica portò a guerre e a guerre mondiali, che uccisero e mutilarono milioni di persone e portarono interi popoli a subire condizioni estremamente repressive ed inumane.
Presto i legami tra monopoli ed i governi degli Stati Uniti (come degli altri paesi imperialisti) divennero inestricabili, trasformando gli stati in stati del capitalismo monopolistico. Gli stati divennero uno strumento diretto dell’accumulazione capitalista a vantaggio dei monopoli. L’azione del governo divenne uno strumento per superare parzialmente l’anarchia della competizione del capitale privato e risolvere qualche problema sociale che colpiva la classe operaia allo scopo di realizzare la stabilità economica per i ricchi. Lo stato divenne anche una sorgente di stimoli economici destinando le tasse del popolo per finanziare spese militari e guerre.
L’internazionalizzazione delle attività economiche; multinazionali e globalizzazione capitalistica
A seguito della II Guerra Mondiale, una rivoluzione scientifica e tecnologica portò a massimizzare i profitti attraverso il progresso della tecnologia e della produttività. Si utilizzarono nuovi materiali, nuovi mezzi di trasporto e di comunicazione e, più recentemente, le tecnologie informatiche. Questi successi svilupparono un nuovo stadio nella globalizzazione capitalistica, una maggiore socializzazione dell’attività economica mondiale e uno spostamento quantitativo nella internazionalizzazione della produzione, ancora di proprietà del capitalismo privato.
Per principio l’economia capitalista mondiale non può utilizzare pienamente queste nuove opportunità; le forme esistenti della proprietà capitalista sono troppo restrittive. Segni di stagnazione economica si manifestarono alla metà degli anni ‘70. La soluzione capitalista fu la crescita delle società monopolistiche che divennero società multinazionali il cui raggio d’azione si estende a tutte le nazioni nella loro sfera di influenza. Stimolate dall’internazionalizzazione dell’attività economica e dalla rivoluzione scientifica e tecnologica, queste multinazionali controllano molti aspetti dell’economia dai finanziamenti alla ricerca e allo sviluppo, alle fonti di approvvigionamento, alla produzione, alla vendita all’ingrosso ed al dettaglio. L’internazionalizzazione dà ai monopoli molte più alternative nel reperimento delle risorse e nella produzione potendo scegliere il paese in cui ogni operazione è meno cara. Ciò consente ad ogni singola multinazionale una maggiore coordinazione e pianificazione entro i suoi confini e negli accordi temporanei di cartello con altre multinazionali. Questo processo raggiunge un parziale, temporaneo superamento dell’anarchia inerente alla proprietà capitalistica privata della produzione e della distribuzione.
Oggigiorno, poco più di 500 multinazionali nel mondo, 300 delle quali con base negli Stati Uniti, dominano l’economia capitalistica mondiale, i governi capitalisti e le loro istituzioni internazionali. Ci sono banche multinazionali, industrie multinazionali, rivenditori di armi multinazionali, monopoli multinazionali della distribuzione al dettaglio ed all’ingrosso, giganti multinazionali del trattenimento e della pubblicità, e conglomerati di aziende multinazionali che controllano così tante attività economiche che è quasi impossibile capire quale sia la loro attività principale. Dagli anni ‘80, le multinazionali dominano la vita economica e politica negli Stati Uniti e in gran parte del mondo.
I rapporti di forza nel mondo
Sorprendendo quasi tutti i movimenti politici e sociali, l’Unione Sovietica, i paesi socialisti dell’Europa dell’est e la Mongolia, crollarono tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Questo fu il risultato di una combinazione di fattori interni ed esterni. La pressione della corsa agli armamenti, la guerra fredda e le altre pressioni economiche, politiche ed ideologiche dell’imperialismo giocarono il ruolo maggiore. Ci furono anche errori nello sviluppo di forme di proprietà socialista ed nell’organizzazione di un’economia che si doveva adattare al progresso dei mezzi di produzione. Ci furono distorsioni nella distinzione tra lavoro politico ed amministrativo, debolezza politica ed ideologica e, in qualche paese, un crescente indebitamento con le banche multinazionali ed altre istituzioni capitaliste. Il movimento comunista mondiale ed il Partito Comunista degli Stati Uniti, stanno ancora studiando e discutendo l’importanza relativa delle diverse cause fallimento degli stati socialisti per meglio imparare per il futuro.
Finché i paesi socialisti, i movimenti di liberazione nazionale, la classe operaia e i movimenti pacifisti nei paesi a capitalismo sviluppato rimasero uniti, poterono influire significativamente sugli esiti delle maggiori controversie internazionali, riportando vittorie in molti casi. Queste forze impedirono una guerra nucleare mondiale e mantennero la coesistenza e la competizione pacifica tra i paesi capitalisti e quelli socialisti. Resero, anche, possibile l’indipendenza nazionale di molti paesi e la manifestazione di percorsi di sviluppo non capitalistico in molte nazioni sviluppate. Più o meno costantemente, le condizioni di vita dei paesi socialisti migliorarono dalla fine della II Guerra Mondiale in poi. L’imperialismo divenne instabile ed il risultato fu il socialismo in Cina, nella Corea del Nord, in Vietnam, Laos e a Cuba.
Durante il periodo della lotta per la coesistenza pacifica tra gli Stati Uniti ed il mondo imperialistico da un lato, e l’Unione Sovietica e gli atri paesi socialisti dall’altro, il nostro Partito ed il movimento comunista mondiale arrivarono alla conclusione che l’equilibrio delle forze avesse raggiunto il punto in cui le guerre mondiali e quelle su scala minore non fossero inevitabili, ma potessero essere prevenute da lotte di massa. È però evidente che l’imperialismo porta ancora a guerre distruttive e pericolose e che non siamo ancora capaci di prevenire le guerre.
Tra i risultati del ritorno al capitalismo dell’Unione Sovietica e di altri paesi socialisti ci fu una grave battuta d’arresto delle forze progressiste su scala mondiale, a favore dell’imperialismo guidato dagli Stati Uniti. Con la fine dell’Unione Sovietica e degli altri paesi socialisti, Cuba, la Cina, il Vietnam, la Corea del Nord ed il Laos affrontarono nuovi e pesanti problemi. Un certo numero di paesi ad orientamento socialista furono costretti a ripiegare su uno sviluppo capitalista.
Le guerre di liberazione arrivarono ad un punto di stallo sul piano militare a causa dell’intervento degli Stati Uniti, in qualche caso anche prima che l’Unione Sovietica ritornasse al capitalismo. I movimenti di liberazione nazionale hanno ceduto molto di quello che avevano conquistato dovendo confrontarsi con potenti forze sostenute dall’imperialismo. La disponibilità di nuovi paesi ad uno sviluppo socialista divenne molto più limitata. I Partiti Comunisti ed il movimento orientato al socialismo nei paesi capitalisti sviluppati ebbero pesanti perdite. Le multinazionali ebbero la possibilità di una illimitata espansione e del controllo nei paesi ex-socialisti.
Col nuovo predominio economico e politico sulla maggior parte del mondo, si scatenò un’aspra competizione tra le poche centinaia gigantesche multinazionali per il controllo delle nuove aree e per una nuova spartizione del controllo del mondo. Le multinazionali divennero sempre più strettamente collegate alla direzione del potere imperialista dei governi e delle istituzioni internazionali come la World Trade Organization (WTO), l’International Monetary Fund (IMF), la World Bank, ed altre, per affermare il proprio dominio politico ed economico o spartirsi l’influenza in molti paesi in via di sviluppo ed in altri con un livello medio di sviluppo.
La comparsa del dominio dell’ultra-destra
Negli ultimi decenni si sono affermate, negli Stati Uniti, due grandi opzioni politiche tra le multinazionali ed i partiti politici ed i governi con i quali sono legate. La prima tendenza che rappresenta i settori più reazionari delle multinazionali, emerse inizialmente, come risposta alla relativa debolezza della sua influenza economica, politica e mondiale negli anni ’60 e ’70, come tentativo di recuperare quel declino con una politica militare aggressiva. Fu il momento del Partito Repubblicano e di Ronald Reagan. Pur subendo una battuta d’arresto negli anni di Clinton, questa tendenza non ebbe un decisivo tracollo. Le politiche che porta avanti comprendono l’aperto controllo delle multinazionali sulla maggior parte del governo. Ciò significa la distruzione di quel sistema di sicurezza sociale che era stato creato negli anni di Roosvelt, la deregolamentazione delle protezioni degli interessi pubblici, un radicale spostamento del carico fiscale dalla società multinazionali e dai ricchi verso la classe operaia, i professionisti ed i piccoli capitalisti. C’è stata una drammatica riduzione delle spese governative a favore dei poveri, mentre sono cresciute varie forme di sussidio per le grandi società ed i super-ricchi.
Il dominio dell’ultra-destra persegue l’eliminazione delle misure che combattono il razzismo e i suoi effetti. L’ultra-destra divide e indebolisce i suoi oppositori con l’uso coperto e scoperto del razzismo. Ciò comporta una continua e crescente restrizione dei diritti democratici, compreso quello elettorale. Sfruttando demagogicamente i pregiudizi religiosi di destra, l’ultra-destra lavora per eliminare la separazione tra chiesa e stato. Crescono le spese militari ed il complesso industriale-militare. Crescono le ideologie nazionaliste, lo sciovinismo e la xenofobia. L’ultra-destra dichiara pubblicamente atto di “buon governo” la limitazione della libertà e della prosperità individuale e smantella i programmi di welfare in nome della “responsabilità fiscale”. Nello stesso tempo sostiene energicamente le spese militari, taglia le tasse ai ricchi e fornisce miliardi alle grandi compagnie. Ciò ha prodotto il maggior deficit federale di ogni tempo, mettendo in luce una grande irresponsabilità fiscale.
Già con la prima presidenza di George W. Bush, nel 2000, l’ultra-destra ha calpestato ogni diritto. Determinata ad usare l’inarrestabile potere militare degli Stati Uniti, l’Amministrazione Bush proclama il diritto di dominare il mondo per i propri interessi economici e politico-militari. Per diffondere i suoi concetti reazionari essa adopera la falsa giustificazione “della libertà e della democrazia” che, invece, è libertà per le grandi Corporation e democrazia per pochi. Conclama il diritto morale di attaccare qualsiasi paese, di fare guerre senza fine per vincere ovunque, di usare anche ordigni nucleari tattici e di militarizzare lo spazio. Chiunque non sostiene la politica degli Stati Uniti è condannato come oppositore. Se le organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, non sostengono le politiche del governo degli Stati Uniti, vengono tollerate a malapena finché il governo non le piega ai suoi ordini, oppure le ignora.
L’ultra-destra afferma che la sua politica internazionale e la crescente limitazione dei diritti in patria sono parte di una necessaria, inevitabile e infinita “guerra al terrorismo”.
Oltre che dalle multinazionali l’ultra-destra è supportata dal complesso industriale-militare, dall’industria del petrolio e dal settore farmaceutico che beneficia della privatizzazione del sistema sanitario e dalla deregolamentazione, da grandi settori dell’hig tec e dal capitale finanziario. L’ultra-destra è sostenuta dai settori più reazionari della classe capitalista.
L’altra tendenza emergente è quella dei settori delle multinazionali collegate al gruppo dirigente del Partito Democratico. Questa tendenza è disponibile a fare qualche concessione alla base di massa del Partito Democratico – i lavoratori, le nazionalità oppresse e le donne – per migliorare le condizioni sociali e sostiene un minor unilateralismo e trionfalismo politico sia nei confronti sia del resto del mondo che delle forze sociali interne. Per perseguire i propri particolari interessi imperialisti, questi settori del capitale multinazionale e le loro espressioni politiche sono significativamente più riluttanti all’uso della forza finché altri mezzi non siano esauriti. Essi assegnano un grande ruolo alle Nazioni Unite e ad altre istituzioni internazionali. In politica interna sostengono la necessità di regolare l’economia e i programmi sociali di welfare per ottenere la pace sociale ed evitare gli estremismi della distruttiva competizione capitalista.
Il Fronte Internazionale per la Pace
Un tempo i paesi socialisti erano il nucleo centrale del fronte antimperialista mondiale. Con la scomparsa dell’Unione Sovietica, non c’è più una consistente alleanza delle forze della pace e del progresso contro le forze della guerra e della reazione nelle questioni internazionali e sociali. Ogni rilevante contrasto internazionale determina nuovi rapporti di forza. Ma ora c’è un immenso e crescente fronte di opinione pubblica e di stati contro il potere egemonico degli Stati Uniti. C’è una crescente resistenza mondiale alle azioni militari degli Stati Uniti, ad ogni azione militare derivante da altre potenze imperialiste ed alla soluzione dei problemi internazionali con mezzi militari. Dal momento che sempre più si riconosce che tali politiche minacciano non solo la pace nel mondo ma accrescono la minaccia all’esistenza stessa dell’umanità, solo una manciata di stati clienti si schiera con gli Stati Uniti.
Il fronte della pace si riflette sempre più nelle Nazioni Unite. Esso consiste dei rimanenti paesi socialisti e dei paesi in via di sviluppo che mantengono qualche grado di indipendenza politica. Anche molte altre potenze imperialiste riconoscono che le opzioni militari hanno conseguenze altamente pericolose e resistono ai loro istinti imperialisti che raramente trovano vantaggioso seguire. L’ultra-destra ignora l’attuale importanza delle forze per la pace al costo di indebolirne l’influenza internazionale degli USA.
C’è anche una crescente resistenza all’azione economica internazionale degli Stati Uniti nelle relazioni internazionali, bilaterali e multilaterali. Spesso nelle relazioni economiche gli Stati Uniti e le altre grandi potenze capitaliste si contrappongono ai paesi socialisti e a molti paesi in via di sviluppo. Dal momento che quasi tutte le nazioni socialiste ed in via di sviluppo sono ora membri del WTO, dell’IMF e di altre alleanze internazionali, la lotta si sviluppa dentro queste organizzazioni. In modo crescente i paesi in via di sviluppo hanno sfidato gli obbiettivi delle alleanze commerciali di regolare le relazioni economiche internazionali nell’interesse delle multinazionali e dei loro “paesi di origine”, in particolare degli Stati Uniti.
C’è una crescente coscienza che l’internazionalizzazione della vita economia e sociale, aggrava i problemi sociali in ogni parte del mondo e colpisce tutti i paesi, inclusi quelli più ricchi. Povertà di massa, molti miliardi di persone vivono con meno di 2$ al giorno, estremi di ricchezza e povertà tra classi e nazioni, il debito internazionale, la mancanza di istruzione, l’assenza di cure mediche anche in presenza di epidemie come l’AIDS, la malaria, la tubercolosi e le gravi e crescenti minacce all’ambiente, sono problemi internazionali che riguardano tutta l’umanità e richiedono soluzioni internazionali.
Alcuni settori delle multinazionali comprendono che ci sono problemi che minacciano l’esistenza dell’umanità e anche la loro capacità di massimizzare i profitti. Ciò è anche vero per alcune potenze imperialiste. Tuttavia esse forniscono un sostegno economico limitato per la soluzione di problemi come l’AIDS e ad accordi come quello di Kyoto. Quando aderiscono a qualche azione positiva, questa usualmente beneficia direttamente i loro bilanci.
I paesi socialisti, quelli in via di sviluppo, la classe operaia ed i movimenti sociali dei paesi capitalisti sviluppati continuano a premere per veri e ampi provvedimenti. Gradualmente queste forze diventano più unite e determinate circa la necessità di confrontare i problemi internazionali. L’ultra-destra degli Stati Uniti si oppone alla soluzione di tutti questi problemi, ad ogni azione positiva e cerca di ridurre e di dividere la pressione per misure concrete. Vi è, tuttavia, una ancora lenta crescita di un fronte comune mondiale di stati e di forze sociali progressiste su questi problemi.
La rinascita di un movimento di sinistra in molte parti del mondo, più specificamente, in tanta parte dell’America del Sud è una parte di questi recenti positivi cambiamenti nei rapporti di forza mondiali. In un certo numero di paesi capitalisti sviluppati, il movimento operaio è diventato una forza più militante nell’arena economica e politica. C’è qualche ripresa delle forze socialiste e di sinistra, incluso il movimento comunista—associato, negli anni recenti, a forum progressisti sociali ed economici a livello regionale ed internazionale. Il movimento di sinistra non è semplicemente un movimento diretto verso il socialismo di partiti marxisti e comunisti. È, piuttosto, un movimento sfaccettato ed eclettico. I processi non sono uniformi e vi sono paesi nei quali l’ultra-destra ha guadagnato terreno o dove prosegue il suo dominio politico, come negli Stati Uniti.
L’imperialismo americano è a capo del mondo imperialista e dirige il grosso delle multinazionali dominanti. Cerca di controllare tutto il mondo, incluse le altre potenze imperialiste. Sotto la leadership politica dell’ultra-destra, l’imperialismo degli Stati Uniti ha strumenti immensi per realizzare i suoi piani di lungo respiro, dalla preponderanza militare ai diversi mezzi di dominio economico e di pressione politica, alla subornazione delle sue armi ideologiche. Ma anche con tutti questi strumenti, il dominio degli Stati Uniti si sta lentamente indebolendo.
Le caratteristiche attuali del capitalismo
Lo sfruttamento assoluto e relativo della classe operaia è ad un livello senza precedenti e continua a crescere rapidamente. Ogni società multinazionale sfrutta ora non solo i suoi dipendenti di diversi paesi e l’intera classe operaia del paese d’origine, ma l’intera classe operaia del mondo. Nello stesso tempo, la classe operaia cresce nel mondo. Il movimento dei capitali nel mondo in cerca del massimo profitto è sempre più veloce, in termini di de-localizzazione della produzione, offerta di materie prime e di altre risorse, ricerca e sviluppo, grande distribuzione, circolante, o manipolazione dei prezzi e speculazione.
Le sproporzioni nell’economia di un mondo altamente interdipendente si diffonde ed è sempre più difficile controllarle a causa del dominio delle multinazionali. La regolazione di ogni singolo stato ha effetti minori. Gli accordi commerciali internazionali in qualche caso si sovrappongono alla sovranità nazionale a favore delle multinazionali. L’economia è perciò più vulnerabile all’offerta e alle manovre sulle monete. I risultati sono maggiore instabilità, casualità e severità dei cicli economici di crescita e declino, prolungata stagnazione. Perciò la contraddizione tra il carattere sociale della produzione e della distribuzione, da un lato, e la concentrazione del capitale in poche mani, dall’altro, acuisce i problemi sociali ed economici e le contraddizioni. Acuisce anche la lotta di classe.
Il progresso dei mezzi di produzione assieme alla globalizzzione dell’economia e della vita sociale sotto il dominio dei monopoli multinazionali, richiede più alti livelli di protezione ambientale, dell’istruzione, della sanità, della cultura, delle abitazioni e delle famiglie per produrre le quantità e la qualità del lavoro di cui c’è ora bisogno. Ma ciò è in contraddizione con le maggiori quantità di profitto capitalista necessario a sostenere la crescita dei giganti multinazionali, che cercano solo di aumentare il tasso di sfruttamento ed lo sfruttamento del crescente numero di lavoratori nel mondo intero. L’intensificazione della lotta di classe e gli attacchi sempre più profondi alle condizioni di vita della classe operaia sono insite nel dominio delle multinazionali.
Lo sviluppo del capitalismo moderno richiede lo stritolamento delle organizzazioni economiche e politiche dei lavoratori e dei lavoratori sia del nostro paese che su scala internazionale. La fusione delle multinazionali con lo stato in molti paesi imperialisti significa che la globalizzazione capitalista è un processo sia economico che politico.
Per sviluppare la strategia e le tattiche di ogni stadio della lotta, si devono considerare le condizioni oggettive principali. Queste condizioni comprendono le maggiori caratteristiche dell’odierna economia capitalista e i rapporti delle forze mondiali e nazionali. Finché questi rapporti non si spostano qualitativamente come risultato di cambiamenti qualitativi – che riflettono il risultato della lotta delle classi, delle forze sociali e degli stati antagonisti – si pongono limiti agli obbiettivi. In quel senso, lo stato complessivo del presente stadio della lotta, pone una limitazione oggettiva che determina le strategia e le tattiche che possono essere adottate fino al momento in cui i rapporti generali saranno sostituiti da nuove condizioni politiche.
Una corretta ed approfondita comprensione del capitalismo, delle sue caratteristiche fondamentali e delle condizioni attuali, come dei rapporti di forza politici è la chiave per guidare la classe ed le lotte democratiche per il cambiamento.
3. Lotta di classe, lotte democratiche e principali forze di progresso
I lavoratori cercano sempre di risolvere i mali cronici che affrontano. Che il lavoratore singolo sia cosciente o ancora non lo sia, il risultato finale di questa lotta è il socialismo. Per definire la strategia e le tattiche per progressi immediati e trasformazioni fondamentali, è necessario essere chiari su ciò che spinge a cambiamenti progressivi, chi lotta e le classi che hanno il potenziale per giocare ruoli decisivi. La storia del nostro paese e l’esperienza di lotta negli anni recenti confermano l’asserzione della teoria marxista che la lotta della classe operaia contro quella dei capitalisti è la forza trainante di comando per i cambiamenti di progresso.
La lotta di classe
La classe operaia è spinta a resistere alla crescita dello sfruttamento e cerca di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori aumentando la parte del valore che essi creano a spese dei capitalisti. La lotta di classe che si svolge nelle fabbriche dove sono prodotti i beni e nei luoghi di distribuzione e vendita di tali beni, è l’aspetto economico della lotta di classe. La lotta di classe ha anche un aspetto politico. È protagonista nelle lotte che riguardano l’azione o l’inerzia del governo, la spesa sociale e la politica fiscale, le elezioni e, in sostanza, nel determinare quale classe o schieramento di classi e di forze sociali è predominante nel controllo e l’esercizio del potere politico. La lotta di classe esiste anche nell’ideologia, tra le idee politiche e sociali ed i valori che giustificano gli indirizzi politici ed economici delle classi in competizione.
La lotta di classe inizia con la lotta per i salari, le ore di lavoro, le indennità, le condizioni di lavoro, la certezza del lavoro e per il lavoro. Ma comprende anche una infinita varietà di lotte specifiche: la resistenza ai ritmi di lavoro, gli scioperi, la negoziazione dei contratti, le dimostrazioni, la pressione per una legislazione a favore del lavoro, le elezioni e anche con gli scioperi generali. Quando i lavoratori lottano contro la classe dei capitalisti o con ogni sua parte su ogni questione con l’obiettivo di migliorare o difendere le loro condizioni di vita, questa lotta è una parte della lotta di classe.
Non c’è un limite alle questioni che riguardano la lotta di classe: pace, libertà, democrazia, piena uguaglianza e opposizione al razzismo, servizio sanitario, scuole decenti, case popolari, sicurezza sociale, protezione dell’ambiente ed altro. La lotta di classe prende una forma più cosciente negli scioperi, che sono l’espressione della coscienza dei sindacati. La lotta di classe raggiunge l’intera classe e la coscienza socialista solo quando si costruisce l’alleanza della classe e delle forze sociali, sotto la direzione della classe operaia, per il potere e per costruire il socialismo. L’attività del Partito Comunista si basa sulla costruzione di una piena coscienza di classe che comprende la coscienza socialista.
La classe operaia
La classe operaia è la sola forza capace di esprimere la direzione generale delle lotte per un completo progresso sociale e per il socialismo. La dipendenza del capitalismo dalla classe operaia per creare ogni ricchezza dà a questa un ruolo strategico nei processi di produzione ed un grande potere potenziale.
La dimensione della classe operaia e la sua pratica di lavoro collettivo e di lotte collettive, la preparano a guidare la lotta per il progresso. Nelle parole del Manifesto comunista, la classe operaia è definita “la sola classe veramente rivoluzionaria” perché solo la classe operaia non ha altri interessi che metter fine al capitalismo e sostituirlo col socialismo. Queste circostanze ed esperienze fanno della classe operaia un terreno fertile per gli ideali del socialismo, del marxismo e per l’appartenenza al Partito Comunista.
La classe operaia degli Stati Uniti è appassionata e variegata. La classe operaia è la grande massa della popolazione del paese ed è in continua crescita. Tra le sue diversità riconosciamo il lavoratori qualificati e non qualificati, i colletti bianchi e blu, le persone di ogni età, gli organizzati e i non organizzati nei sindacati, gli occupati, i sottoccupati e i disoccupati. La classe operaia è composta da uomini e donne. La maggior parte delle nazionalità e delle etnie oppresse sono classe operaia molto più del paese nel suo insieme, e assieme rappresentano più del 25% della classe operaia, una percentuale che cresce. I lavoratori e le loro famiglie sono la sostanziale maggioranza della popolazione totale. Nonostante la sua diversità, la nostra è una sola classe operaia, una classe la cui unità cresce e si approfondisce.
L’organizzazione dei lavoratori
Il movimento operaio è il settore organizzato della classe operaia. La varietà del movimento operaio, negli ultimi anni, cresce per quanto riguarda la sua composizione e direzione. Alla classe operaia si aggiungono sempre più coloro che provengono da professioni indipendenti—inclusi dottori ed ingegneri—ma che sono ora impiegati di grandi compagnie.
Negli ultimi decenni, negli Stati Uniti ed in altri paesi a capitalismo sviluppato, il movimento operaio si è ritirato. Nonostante ciò, il movimento operaio è diventato forza dirigente per avanzare in molte questioni sociali e nell’arena elettorale. Aumentare l’organizzazione dei lavoratori non organizzati è una delle più importanti sfide per il movimento operaio e per tutte le forze progressiste.
Rapporto tra lotte democratiche e lotta di classe
Ovunque negli Stati Uniti e nel mondo ci sono lotte democratiche. Queste sono lotte per allargare la democrazia in ogni aspetto della vita della gente che lavora, per migliorare la loro qualità della vita. Esse comprendono la lotta per prevenire il deterioramento delle condizioni di vita. La lotta democratica non riguarda solo i diritti democratici, le libertà civili e la democrazia elettorale ma comprende anche le lotte per la pace, per l’uguaglianza per le etnie e le nazionalità oppresse, per l’uguaglianza per le donne, per la creazione di opportunità di lavoro, per l’aumento dei minimi salariali, per adeguati sistemi sanitari, scolastici, cure giornaliere, per abitazioni, per la previdenza ed per altri benefici pensionistici, per la protezione dell’ambiente, delle piccole imprese e di quelle contadine a conduzione famigliare, per i bisogni dei giovani, per una fiscalità progressiva, per la riduzione delle spese militari ed altro. Le lotte di ogni classe e delle forze sociali per ridurre il potere delle multinazionali sono lotte democratiche.
La lotta di classe e le lotte democratiche sono strettamente legate. Si sovrappongono e si intrecciano. Ogni specifica lotta di classe è anche parte di quella democratica perché in queste lotte le masse dei lavoratori cercano di allargare o di proteggere le possibilità della democrazia. Spesso le battaglie della classe hanno una parte importante nell’arena politica dove l’azione democratica di milioni di lavoratori può decidere gli esiti delle lotte. La lotta democratica mette assieme la classe operaia ed altre classi e forze sociali contro uno o un’altro settore della classe capitalista.
La Costituzione degli Stati Uniti, come fu scritta originalmente, pone molte restrizioni alla democrazia, sicché fin dal tempo della formazione dello stato ci sono state continue battaglie per estendere a tutti la democrazia. Dalla eliminazione del titolo di proprietà alla messa al bando della tassa sul voto, dalla richiesta che la Carta dei Diritti fosse inclusa nella Costituzione alle battaglie legali per assicurare diritti inalienabili a tutto il popolo, non solo dalla liberazione degli schiavi ma anche alla loro iscrizione nelle liste elettorali, al diritto di voto per le donne, dall’abbassamento dell’età per votare al Voting Right Act, la nostra storia è stata quella di masse di gente che chiedevano il loro pieno diritto di partecipare alle decisioni che riguardano la loro vita. Molte vittorie sono state ottenute con queste lotte, ma siamo lontani dal aver vinto definitivamente. I diritti democratici sono sempre sotto attacco.
La lotta per proteggere ed espandere la democrazia è la via per prevenire il fascismo. È la via per sconfiggere l’ultra-destra. È la strada per limitare il potere dei monopoli. Dentro e attraverso le lotte democratiche, la lotta di classe progredisce verso la vittoria. La lotta democratica è la strada che porta la classe operaia e le forze popolari alle soglie del socialismo. Alla vigilia del socialismo, la lotta di classe raggiunge il suo decisivo punto di svolta e va oltre i limiti della lotta democratica sotto il capitalismo. La vittoria del socialismo aprirà un nuovo stadio nello sviluppo continuo della democrazia, progettata e garantita.
Le tradizioni rivoluzionarie del nostro paese e la storia sono piene di lotte per proteggere ed espandere la democrazia. Il desiderio di tutto il popolo di partecipare alla costruzione delle decisioni della società porta a lotte per i diritti elettorali, per espandere la base elettorale, per riformare il sistema elettorale, per proteggere le libertà civili, per garantire i diritti civili, per mettere fine a tutte le forme di discriminazione, per eliminare il potere di grandi contributi finanziari che consentono ai ricchi di dominare le elezioni. Queste lotte democratiche sono spesso entrate dentro le forze dei lavoratori che capiscono il valore di espandere il loro potere e le loro opportunità politiche. La lotta democratica abbraccia altre classi e forze sociali che si aggiungono, a quelle della classe operaia nella lotta contro questo o quel settore della classe capitalista e dei suoi monopoli multinazionali dominanti.
Spesso, quando i diritti democratici di milioni di lavoratori possono avere una grande influenza sui risultati, le battaglie della classe giocano nell’arena politica. La lotta di classe e quella democratica sono strettamente legate. Esse si sovrappongono e si intrecciano. Ogni specifica lotta di classe è anche parte della lotta democratica perché in queste lotte, le masse dei lavoratori cercano di allargare o di proteggere le loro possibilità democratiche.
Le garanzie costituzionali per la democrazia politica, sebbene limitate, sono sotto l’attacco dell’ultra-destra. Quelle per la protezione e l’espansione dei diritti democratici sono lotte cruciali che i Comunisti sostengono. Ma dobbiamo andare oltre—dobbiamo chiedere reale democrazia economica, e libertà dallo sfruttamento e dall’oppressione. Noi vogliamo che la vita dei lavoratori sia libera non solo dall’arbitrio del potere del governo ma anche dall’arbitrio del potere delle grandi corporazioni economiche.
Ogni battaglia democratica, nella misura in cui indebolisce la classe dei capitalisti o una sua parte, sposta obbiettivamente i rapporti di forza rafforzando la classe operaia. La lotta per difendere ed estendere la democrazia è, quindi, la sola strada per il socialismo nel nostro paese. Ogni altra strada è destinata a fallire ed è indifendibile politicamente.
4. L’unità è la chiave della vittoria: il nocciolo duro della classe e delle forze di progresso
Dalla minore alla maggiore delle lotte della classe, l’unità è la chiave della vittoria. L’esperienza dei lavoratori dentro e fuori del posto di lavoro insegna che si può vincere solo restando uniti nella lotta per gli interessi e le aspirazioni comuni. Questo è il principio guida di ogni sindacato e di ogni organizzazione popolare: l’unità è la forza.
Il Manifesto comunista dichiara: “Lavoratori di tutto il mondo unitevi! Non avete da perdere nient’altro che le vostre catene.” Il Partito Comunista cerca di conseguire gli obbiettivi strategici e tattici della classe operaia. Il nostro principio organizzativo è che la coalizione funziona con i sindacati, le organizzazioni di massa e i movimenti di massa.
Tale principio non è solo valido nelle lotte sul posto di lavoro o nei campus universitari, ma nelle competizioni elettorali, nelle maggiori lotte politiche e sociali e in quelle che colpiscono il cuore e e la mente del pubblico. Solo unendosi assieme, la classe operaia ed i suoi alleati vincono le grandi lotte per la dignità, i diritti ed il potere. La classe operaia non può raggiungere il suo obbiettivo ultimo del socialismo senza battersi per avere un ruolo dirigente per quanto riguarda l’unità con le altre classi e forze sociali.
L’unità della classe operaia
L’unità della classe operaia è la chiave fondamentale di tutte le vittorie sociali e politiche. Nei passati decenni c’è sta una diminuzione percentuale dei lavoratori iscritti ai sindacati. Organizzare i disoccupati nei sindacati fa parte della lotta per l’unità. Solo organizzando coloro che non lo sono, la classe operaia può aumentare la sua forza d’insieme. L’unità della classe operaia dipende dall’unità delle diverse etnie e nazionalità di cui è composta la classe operaia negli Stati Uniti.
Allo stesso tempo, l’unità tra i diversi sindacati, tra occupati e disoccupati, tra lavoratori dell’industria e dei servizi, ecc., rafforzerà il movimento operaio ed aumenterà la sua capacità di lottare per maggiori conquiste e vittorie. Solo attraverso l’unità con i lavoratori di altri paesi possiamo confrontarci con successo con le multinazionali.
La classe operaia gioca un ruolo dirigente nella lotta per diverse aspirazioni, ma molti dei bisogni chiave dei lavoratori non possono essere raggiunti per mezzo dei sindacati o dalla sola classe operaia. Il movimento sindacale deve essere collegato con le organizzazioni dei diritti civili, delle donne, degli studenti e con altre, per aumentare la capacità combinata di vincere un potente nemico. Dagli scioperi alle iniziative legislative, dalle lotte per la Casa Bianca, il movimento operaio deve costruire una unità con le altre forze sociali per conseguire vittorie. Solo l’unità di milioni di lavoratori diretti dalla classe operaia può vincere una lotta rivoluzionaria.
L’unità del lavoro e della società civile non può basarsi solamente sulle aspirazioni e la direzione del mondo del lavoro. Questo deve anche sostenere le aspirazioni dei suoi alleati sulla base di un mutuo sostegno. Ciò permette anche alla classe operaia di rafforzare il suo ruolo dirigente tra le masse nel loro insieme. Il Partito Comunista cerca sempre di costruire un’unità di principio tra la classe operaia e tutte le forze sociali progressiste per promuovere i loro interessi ed il loro potere.
Recentemente si sono sviluppati nuovi livelli di unità nel movimento operaio. La lotta comune contro la globalizzazione capitalista ha aperto una fase avanzata dell’unità operativa tra il movimento operaio, il movimento ambientalista, il movimento studentesco ed altri movimenti. I cambiamenti nelle politiche di immigrazione dei lavoratori hanno permesso nuovo livello di unità con le organizzazioni dei diritti degli immigrati. Negli anni recenti il movimento operaio ha aumentato il suo sostegno alle organizzazioni degli studenti lavoratori. È sempre più importante rinforzare e difendere questa unità sulla base di un lavoro comune, del rispetto e della comprensione reciproci.
A tutti gli stadi strategici della lotta dal presente fino alla costruzione del socialismo, la classe operaia rimane la classe più importante e consistente. Ciò non significa che in ogni momento, in ogni lotta, sarà la classe operaia l’effettiva classe dirigente. Ma questa tenderà sempre più a diventare dirigente nelle lotte per il progresso ed il socialismo.
La classe operaia, tuttavia, non può essere l’unica forza in queste lotte dato che coloro che le si oppongono in ogni stadio sono molto potenti, con grandi risorse a loro disposizione. Solo col massimo di unità e potenti alleanze si possono conseguire vittorie in modo pacifico. Vi sono altre importanti forze sociali i cui interessi sono sostanzialmente paralleli a quelli della classe operaia nel suo insieme.
Tipi speciali di sfruttamento ed oppressione
La parte più importante degli alleati potenziali della classe operaia è quella che soffre uno speciale tipo di oppressione e sfruttamento dovuto al capitalismo. Tutte le comunità oppresse sono ben rappresentate nella classe operaia e comprendendo anche appartenenti ad altre classi. Coloro che appartengono alla classe operaia soffrono lo sfruttamento ed i problemi sociali di tutti i lavoratori, cui si aggiunge un’”oppressione speciale” che non è solo oppressione di classe. Molte persone sopportano un’oppressione tripla o quadrupla, dovendo fronteggiare molti tipi di sfruttamento intensivo, di discriminazione e di oppressione.
Le etnie e le nazionalità oppresse, le donne, i giovani e gli immigrati, sono esposti ad un’oppressione di tipo speciale. Per molti aspetti questa oppressione supera la linea di classe e colpisce in diversi modi tutti i membri dei gruppi sociali oppressi. Non colpisce solo i lavoratori o parte dei piccoli imprenditori e professionisti ma, in certo modo, anche qualche settore della classe capitalista. La comune esperienza di questa oppressione crea una larga base di unità tra i gruppi.
I capitalisti traggono un guadagno diretto dalle forme di oppressione speciale. Essi ricavano extra profitti dallo sfruttamento dei gruppi oppressi e dalla mancanza di unità tra i lavoratori. I capitalisti ed i loro apologeti usano il veleno ideologico per giustificare e coprire sia l’oppressione speciale che lo sfruttamento dei lavoratori. I membri dei popoli oppressi in modo speciale, hanno un ruolo importante nella costruzione delle alleanze tra la classe operaia ed i gruppi oppressi nel loro insieme dal momento che sono parti importanti di entrambi.
Unità multirazziale per la piena uguaglianza e conto il razzismo
I potenziali principali alleati della classe operaia, nei diversi stadi della lotta nella via del socialismo, sono i popoli delle nazionalità e delle etnie oppresse. Allo stesso tempo, il razzismo è la più importante arma della classe dirigente per indebolire la classe operaia e le lotte democratiche. Si tratta della tattica classica del divide et impera. La divisione che si propaga nella classe operaia e tra la classe ed i suoi alleati indebolisce i movimenti e le lotte. Contro questa divisione dobbiamo costruire un’unità multirazziale che abbia al centro l’antirazzismo e la lotta per la piena uguaglianza. La classe operaia è la classe più multietnica e multinazionale della nostra società, e l’unità multirazziale è la chiave della costruzione dell’unità interna sia della classe operaia che dell’insieme della nostra società.
Gli Stati Uniti sono probabilmente il paese più multirazziale e multinazionale del mondo, in cui vivono almeno 300 milioni di persone di ogni gruppo razziale, nazionale ed etnico del pianeta. Popoli oppressi per ragioni nazionali e razziali vivono e lavorano in ogni regione, in ogni stato e in tutte le maggiori città. Appartengono in massima parte alla classe operaia e generalmente occupano i posti di lavoro meno pagati e sono i più intensamente sfruttati. Tra le etnie oppresse ci sono gli Afro Americani, i Messicani, i Portoricani ed altri popoli latini, i Nativi Americani, gli Asiatici Americani e gli Oceanici, gli Arabi ed i Medio Orientali.
In molte forme il razzismo continua a giocare un ruolo centrale in ogni aspetto della vita degli Stati Uniti, comprese quelle che hanno portato al potere l’ultra-destra, che consentono la produzione di superprofitti, e quelle che consentono lo sviluppo e la giustificazione della discriminazione istituzionalizzata.
La classe operaia deve lottare contro il razzismo e per la piena uguaglianza di tutte le nazionalità oppresse se è unita internamente e partecipa a larghe alleanze con le organizzazioni ed i movimenti dei popoli oppressi su base razziale. Parimenti, i gruppi delle nazionalità ed etnie oppresse devono sostenere l’aspirazione all’unità interna del mondo del lavoro e allearsi con questo.
Fin dalla nascita, gli Stati Uniti sono stati costruiti sul razzismo. Dallo spostamento forzoso e quasi il genocidio dei Nativi Americani, alla schiavitù degli Afro Americani, al furto di gran parte del Messico, all’esclusione razzista degli immigrati Asiatici e Oceanici fino all’odierna isteria xenofoba contro gli Arabi e gli Asiatici del sud, il razzismo è stato uno strumento conveniente per mantenere il potere ed i superprofitti da parte della classe dirigente a spese dei popoli oppressi. Il razzismo è uno strumento non solo per sfruttare i popoli oppressi per ragiono razziali ma favorisce lo sfruttamento anche dei lavoratori bianchi.
Il razzismo colpisce l’unità della classe operaia ad ogni livello. La discriminazione razziale nelle assunzioni, nei salari e nelle politiche salariali, la stratificazione razziale di molti settori dell’industria e del commercio, mina gli interessi di tutti i lavoratori. La capacità dei datori di lavoro di pagare in modo differenziato, sulla base del colore della pelle, del paese d’origine, dello status di immigrato, di stabilire affitti che pesano sui i due terzi del salario, crea una pressione sui salari di tutti i lavoratori. Ciò consente ai “capi” di ricavare profitti ancora maggiori dai lavoratori oppressi per motivi razziali. Il razzismo è buono per gli affaristi ma è cattivo per i lavoratori di ogni razza. I lavoratori bianchi hanno un grande interesse a lottare contro il razzismo perché possono raggiungere maggiori vittorie uniti ai lavoratori delle nazionalità e delle etnie oppresse. L’unità multirazziale nei luoghi di lavoro e nelle officine è una delle chiavi per conseguire vittorie per tutti, per miglioramenti salariali e condizioni di dignità per ogni lavoratore.
Il posto di lavoro non è il solo luogo dove l’unità multirazziale è essenziale. L’unità multirazziale è necessaria a tutti i livelli della lotta di classe ed è la ragione della coalizione di lunga durata tra il mondo del lavoro ed i movimenti dei diritti civili. Non solo questi movimenti hanno nemici comuni ma hanno il comune obiettivo di espandere i diritti economici, sociali e civili. La classe operaia ed i popoli oppressi per motivi razziali hanno gli stessi interessi per quanto riguarda case, lavoro, educazione ed altro.
Il popolo bianco non sperimenta il razzismo sulla sua pelle, ma dovrebbe essere alla testa nel combattere ogni tipo di razzismo e di oppressione nazionale dove e quando si manifesta. Queste azioni sono le parti costituenti dell’unità a livello popolare e della fiducia. Essi provano che la lotta contro il razzismo non è una questione che i popoli oppressi per motivi razziali devono combattere da soli. È nell’interesse di tutti i lavoratori, raggiungere maggiore unità, rispetto e forza per il movimento di lavoratori e per tutti gli altri movimenti.
Movimenti alleati:
Gli Afro Americani
Sia storicamente che attualmente, gli Afro Americani e le loro organizzazioni hanno un enorme ruolo nelle lotte democratiche e di classe e nella costruzione di alleanze con i movimenti progressisti, specialmente col movimento operaio. I motivi di questo ruolo chiave comprendono:
1. La funzione centrale dello schiavismo nel procurare capitale per lo sviluppo politico ed economico degli Stati Uniti;
2. Il ruolo centrale giocato della resistenza allo schiavismo per vincere la Guerra Civile, la “Seconda Rivoluzione Americana” ;
3. Il ruolo centrale giocato dalla rivoluzione dei Diritti Civili nella disfatta delle leggi e pratiche di Jim Crow, che ha mobilitato un intero popolo ed i suoi alleati, sfidando e sconfiggendo l’irriducibile reazione nel Sud del paese, imponendo modifiche nelle leggi elettorali per allargare la democrazia, spianando la strada ai movimenti degli altri popoli oppressi;
4. L’eccezionalmente alta percentuale di Afro Americani che sono classe operaia;
5. Gli Afro Americani sono tra le maggiori nazionalità oppresse, vivono e lavorano in località e industrie strategiche del paese;
6. Il livello della lotta coordinata che il movimento operaio ed il popolo Afro Americano ha già raggiunto;
7. Il ruolo di riferimento dei successi e delle battute d’arresto delle lotte per l’uguaglianza degli Afro Americani per le lotte di tutti gli altri popoli oppressi.
8. Il popolo degli Afro Americani ha un grande ruolo nella politica nazionale. La sua concentrazione nei grandi centri urbani, l’alta composizione operaia, la grande adesione al movimento operaio e l’alto livello di organizzazione politica e sociale comprendente chiese, moschee, organizzazioni dei diritti civili, organizzazioni sociali e di mutuo soccorso, tutto ciò rende possibile a questi gruppi di mobilitare politicamente milioni di persone, anche all’esterno delle comunità Afro Americane.
Nelle elezioni nazionali, gli Afro Americani votano nella stragrande maggioranza contro l’ultra-destra più di ogni altro gruppo. Vi sono migliaia di negri eletti nelle istituzioni politiche nazionali: quasi tutti tra i Democratici. Poiché votano in modo compatto come un blocco in molte elezioni, gli Afro Americani hanno un livello d’influenza che supera il loro numero reale.
I Messicano Americani
I Messicano Americani e gli Afro Americani sono le due maggiori nazionalità oppresse negli Stati Uniti; i Messicano Americani sono la parte della popolazione che cresce più rapidamente. La popolazione Messicano Americana si concentra nel sud del paese, in quella parte che in origine fu sottratta al Messico dagli Stati Uniti i quali imposero il loro dominio anche sulla maggior parte dei Nativi Americani che vivono in quell’area.
I Messicano Americani votano principalmente per i democratici ed hanno una grande e crescente influenza sulle elezioni nazionali. Essi sono emersi come il gruppo elettorale forse più decisivo in California e negli stati del sud. A livello nazionale vi sono migliaia di Messico Americani nelle pubbliche istituzioni, la maggior parte eletti tra i Democratici. Nella stragrande maggioranza sono classe operaia e sono la forza nazionale maggiore nei sindacati. Vi sono anche molte grandi organizzazioni nazionali regionali e locali di Messicano Americani che hanno un grande influenza sulla scena politica degli Stati Uniti. Tra i problemi che i Messicano Americani affrontano ci sono la discriminazione linguistica nel lavoro e nella scuola, la repressione culturale, gli abusi delle leggi contro l’immigrazione e la mancanza di una piena rappresentanza politica.
Gli immigrati
Il movimento operaio ha recentemente compreso l’importanza dell’unità tra gli immigrati e i lavoratori. Non solo gli orientamenti culturali e le leggi repressive razziste consentono ai “capi” di relegare i lavoratori immigrati in condizioni di quasi schiavitù senza possibilità di ricorsi, ma ostacola l’organizzazione dei lavoratori nei sindacati per spuntare concessioni dalle direzioni aziendali. Gli attacchi agli immigrati nelle fattorie, ai confini dello Stato e attraverso la legge, minano le basi dei diritti di tutti.
Negli Stati Uniti vi sono grandi comunità di lavoratori immigrati. Questi lavoratori sono spesso supersfruttati, lavorano in condizioni primitive, insane e sena sindacati. Ogni gruppo di immigrati subisce una propria oppressione nazionale e razziale. Vengono loro spesso negati elementari diritti umani e civili. Migliaia di immigrati senza documenti, principalmente lavoratori agricoli che attraversano la frontiera col Messico sono soggetti agli omicidi della polizia di confine e dei “viglilantes” razzisti. Essi sono braccati come criminali, ne sono stati ammazzati a centinaia, specialmente in prossimità del confine semplicemente perché cercavano di unirsi alle loro famiglie o una vita migliore.
Per la maggior parte i Latino Americani usano comunemente lo spagnolo e condividono l’esperienza della discriminazione negli Stati Uniti. Sono un potente stimolo all’unità con gli altri popoli latini. Molti immigrati dall’America Latina usano, però, un idioma indigeno come prima lingua o non parlano del tutto lo spagnolo. I “latini” sono culturalmente molto differenziati in termini di nazionalità di origine. Più della metà dei “latini” degli Stati Uniti sono stranieri e soffrono le discriminazioni come immigrati, compresi i brasiliani il cui linguaggio originale è il portoghese.
Coloro che fuggono dall’imperialismo americano
Molte delle persone che vengono negli Stati Uniti sono il risultato di guerre a seguito del diretto intervento militare degli Stati Uniti o di altri interventi finanziati dagli Stati Uniti. Persone di molti paesi immigrano negli Stati Uniti a causa della situazione economica dei loro paesi. Spesso i reazionari usano questa immigrazione per proclamare che gli Stati Uniti sono il faro della libertà. Ma, in realtà, l’immigrazione è il risultato della condanna delle multinazionali americane e della loro sete di sfruttamento all’estero. Spesso i rifugiati immigrano negli Stati Uniti per cercare la sopravvivenza economica. Sono rifugiati che fuggono dalle politiche economiche dell’imperialismo americano, dal neo-colonialismo, dalla liberalizzazione del commercio sperimentato nel mondo.
Molti lasciano i loro paesi a causa delle dittature di destra e degli squadroni della morte sostenuti dagli Stati Uniti, in Guatemala, in Salvador ed altrove nel Centro America.
Molti immigrati dai Caraibi cercano di sfuggire dallo strangolamento dei loro paesi d’origine da parte degli Stati Uniti. Dominicani, Haitiani Giamaicani ed altri, giocano spesso un ruolo vitale nelle loro comunità degli Stati Uniti.
Gli immigrati haitiani provenienti da uno dei più poveri paesi del mondo, hanno sopportato il sostegno degli Stati Uniti alla dittatura e alle squadre della morte, ai tentativi degli Stati Uniti di sovvertire e di cooptare i movimenti popolari democratici e allo sfruttamento diretto delle multinazionali americane, francesi e di altri paesi. Una volta arrivati negli Stati Uniti, essi sono sottoposti ad un continuo impoverimento, alle crisi, al razzismo ed alla discriminazione.
Gli Asiatico Americani provengono da nazioni molto diverse, con diverse culture, storia e situazioni politiche. Le condizioni largamente differenziate dei loro paesi d’origine hanno un grande impatto sulla coscienza, livello di organizzazione ed integrazione nella Società degli Stati Uniti dei diversi gruppi di immigrati asiatici. Mentre un grande numero di Asiatico Americani sono nati all’estero, milioni di asiatici vivono negli Stati Uniti da generazioni.
Quando arrivarono gli immigrati e sotto quali condizioni politiche si formò la loro coscienza politica? Durante la II Guerra Mondiale, molti Giapponesi Americani, la gran parte dei quali erano cittadini americani, furono incarcerati nei campi di concentramento. Essi ebbero un’esperienza ed una storia politica diversa da quelle dei Vietnamiti immigrati durante i disordini seguiti alla sconfitta delle forze armate degli Stati Uniti nella metà degli ani ‘70. I Filippini i cui genitori e nonni vennero negli Stati Uniti negli anni ‘20 per lavorare nei campi della California, hanno problemi diversi da quelli dei Sud Coreani, molti dei quali immigrarono dopo la II Guerra Mondiale come professionisti e studenti. Come la maggior parte degli immigrati dall’Asia essi hanno vissuto nel loro paese d’origine per lungo tempo, subiscono in modo cosciente la dilagante discriminazione razziale e nazionale negli Stati Uniti e in modo crescente, lottano contro questa oppressione. I Cambogiani, i Laotiani, i Coreani e le minoranze nazionali di questi paesi, sopportano un razzismo virulento, la discriminazioni e l’esclusione forzata dalla maggior parte della società. I problemi nazionali che affrontano gli Asiatico Americani sono complesse e diversificate e necessitano di una specifica attenzione.
I Polinesiani provengono da paesi e terre con condizioni politiche ed economiche molto diverse, da colonie degli Stati Uniti, come Guam, da nazioni indipendenti come le Figi, da centinaia di piccole isole che stanno lottando per mantenere e creare la propria identità nazionale. Samoani, Figiani, Micronesiani e molte altre nazionalità, tutti affrontano discriminazioni nazionali e, in particolar modo, razziali.
Negli anni recenti, sono arrivati negli Stati Uniti in numero crescente immigrati dall’Africa, per sfuggire all’oppressione economica, alla guerra, alla mancanza di opportunità economiche, alla fame ed al genocidio. Molti Africani hanno un buon titolo di studio ma sono relegati nei posti di lavoro peggio pagati e nelle peggiori condizioni di vita.
Colonie degli Stati Uniti
Contrariamente a ciò che racconta il suo mito, gli Stati Uniti mantengono molte colonie nel mondo. Per nascondere la realtà, il governo usa termini come “protettorato” o “commonwealth” per descrivere lo stato delle nazioni occupate.
Vi sono circa 4 milioni di Portoricani in Portorico, possedimento coloniale degli Stati Uniti. Nella loro terra i Portoricani subiscono molti tipi di discriminazione e di oppressione speciale. Una parte della loro lotta per la giustizia, incluso il diritto all’autodeterminazione di Portorico. Il prerequisito all’esercizio della piena sovranità è il trasferimento del potere corrispondente alla nazione di Portorico. Ciò comprende quello di associazione con ogni altro paese, un diritto che non può essere esercitato sotto la dominazione dell’imperialismo americano.
I Portoricani che vivono negli USA formano una comunità grande come quella di Portorico. Essi sono nella massima parte classe operaia e sono molto attivi nel movimento sindacale. Il voto dei Portoricani è in maniera consistente contro la destra.
Per diverse decine di anni nel secolo precedente, le Filippine furono un “protettorato” degli Stati Uniti e molti filippini immigrarono in quel tempo e successivamente, molti a lavorare nell’agricolture e nelle fabbriche di conserve alimentari. I filippini ebbero un ruolo importante nei primi sforzi di sindacalizzazione delle aziende agricole nella West Coast e nelle Hawai.
Gli Stati Uniti mantengono colonie a Guam, nelle Isole Vergini, a Samoa e dovunque la popolazione non ha diritto di voto, né di parola, né di sovranità.
La discriminazione dopo l’11 settembre
Più di sei milioni di persone di discendenza araba vivono negli Stati Uniti, comprendendo tra questi nazionalità come la Palestinese, l’Irakena, la Libanese, la Siriana, l’Egiziana, l’Algerina, la Yemenita e la Saudita. Molti vivono in comunità nel Michigan, nell’Illinois, in California e a New York. La maggior parte sono lavoratori, molto attivi nel movimento operaio e per altri versi, sul piano politico. Anche migliaia di Iraniani vivono negli Stati Uniti. Molti di queste nazionalità sono da generazioni cittadini degli Stati Uniti, molti sono di recente immigrazione.
L’aggressione degli USA all’Afganistan, all’Iraq, e il sostegno americano all’occupazione della Palestina da parte di Israele e al rifiuto di accettare uno stato Palestinese, ha spinto all’attivismo politico contro l’ultra-destra la sostanziale maggioranza degli Arabi e dei mussulmani degli Stati Uniti. La discriminazione contro di loro, drammaticamente cresciuta dopo l’11 settembre, ha intensificato la loro opposizione all’attuale corso politico interno degli Stati Uniti. Questa discriminazione ed oppressione montante comprende la violenza razzista, la schedatura dell’FBI, la carcerazione senza processo o supporto legale e la deportazione di massa.
La demonizzazione di Arabi, mussulmani e asiatici del sud non risparmia nessuno. In realtà è un supporto alle politiche di aggressione militare del governo degli Stati Uniti ed una giustificazione razzista dell’oppressione.
I Nativi Americani e gli altri popoli indigeni
Ci sono molte caratteristiche peculiari nelle lotte nazionali degli Indiani d’America e di altri popoli indigeni negli Stati Uniti. Questioni di sovranità, di diritti traditi, di lingua e di diritti culturali di caccia e pesca, di territorio, di assistenza medica e scolastica, danno un carattere diversificato a queste lotte. Anche l’abuso e la cattiva gestione dell’Ufficio degli Affari Indiani, quanto il governo delle questioni tribali, spingono i Nativi Americani a organizzarsi e lottare.
Il genocidio tentato dei Nativi Americani può essere riconosciuto e compreso sia onorando i trattati e la sovranità delle tribù, che con azioni di riparazione nei confronti delle tribù, e anche degli Indiani urbanizzati. I Nativi Americani hanno avuto un ruolo importante nell’industria metallurgia, delle costruzioni e in altre, in diverse regioni del paese ed hanno una lunga storia di lotte per la sopravvivenza e per i diritti civili.
Alcune tribù hanno un ruolo attivo e vigoroso nei processi elettorali. Il crescente impegno politico di alcune tribù viene pagato con i peggiori effetti del razzismo sulle condizioni di vita, scolastiche, di lavoro, di cure sanitarie e di sopravvivenza di molti Nativi Americani, che in alcune riserve sono soggetti alle peggiori condizioni di vita, al più alto tasso di mortalità infantile, il più alto tasso di malattie e suicidi e di quello della maggior disoccupazione di ogni altra nazionalità. Lo sviluppo di case da gioco in molte riserve non ha alleviato le condizioni della grande maggioranza dei Nativi Americani e non è una soluzione al razzismo e all’oppressione nazionale che essi di cui soffrono.
Altri popoli indigeni come gli Aleutini, gli Inuit e gli Hawaiani, hanno le proprie culture e tradizioni. Le Hawai la cui monarchia è stata deposta con le armi degli invasori, è stata una colonia degli Stati Uniti per molti decenni. I nativi Hawaiani subiscono l’oppressione nazionale oltre i problemi che si aggiungono per il fatto che nell’insieme le Hawai sono uno degli stati più multirazziali.
Unite contro il sessismo: la lotta per la piena uguaglianza delle donne
Le donne lavoratrici sopportano altre forme di oppressione e di sfruttamento oltre a quelle dei lavoratori maschi. Da ciò i capitalisti ricavano superprofitti—miliardi di dollari ogni anno. Essi conseguono anche maggiori profitti dai lavoratori maschi perché la supremazia maschilista aiuta i capitalisti a dividere i lavoratori maschi dalle femmine.
Come il razzismo, il sessismo è uno strumento chiave della classe dirigente contro tutte le donne e la classe operaia nel suo insieme. Permangono salari differenziati tra uomini e donne per uguali prestazioni di lavoro, che consentono miliardi di profitti in più. La stratificazione di genere del mercato del lavoro consente che molte donne siano relegate al livello delle paghe più basse e del lavoro meno sicuro. All’interno dei rapporti capitalistici le donne sono doppiamente sfruttate, come lavoratrici e come donne. Oppresse per motivi razziali e nazionali, le donne sopportano un terzo tipo di oppressione. Esse devono ad accollarsi il peso predominante della cura dei figli e dei lavori domestici. Il trattamento delle donne come oggetto sessuale porta un profitto addizionale ai capitalisti e divide gli uomini dalle donne. I tagli ai programmi dello stato sociale colpisce le madri singole sprofondandole nella povertà. Questi tagli colpiscono le donne dei gruppi oppressi ancora più duramente.
Tra le forme di oppressione che vivono le donne ci sono l’attacco al diritto di riproduzione, la mancanza di qualità e l’accessibilità alle cure giornaliere, la disuguaglianza nella crescita dei figli, nel lavoro domestico, la molestia sessuale nel lavoro e la violenza domestica e sessuale. L’oppressione speciale delle donne supera largamente la linea di classe. Ciò costituisce il potenziale per un ruolo progressivo delle donne nel loro insieme, come alleate della classe operaia e delle nazionalità oppresse. Le donne lavoratrici giocano un ruolo assicurando l’alleanza tra il movimento femminile e la classe operaia, mentre le donne delle nazionalità oppresse giocano lo stesso ruolo nell’alleanza con le nazionalità oppresse. Generalmente le donne sono più avanzate che gli uomini sulle questioni della guerra e della pace e sui programmi dello stato sociale
Gli uomini dovrebbero essere alla testa della battaglia contro tutte le manifestazioni di sessismo e della supremazia maschilista nei movimenti operaio e popolari come all’interno della famiglia. Gli uomini hanno un interesse in ciò—maggiore è l’unità, maggiori le vittorie per tutti. Le donne devono avere e meritano un posto uguale nei ranghi e nella direzione del movimento operaio, e di tutti i movimento democratici di massa, incluso il Partito Comunista. La principale espressione dell’unità di uomini e donne deve essere nella lotta unitaria per i diritti delle donne e l’uguaglianza. Il movimento operaio deve muoversi per i diritti delle lavoratrici in particolare e delle donne in generale. Tutti i movimenti popolari hanno bisogno di difendere i diritti della riproduzione e l’uguaglianza di base per le donne contro l’attacco della destra.
Giovani e studenti
Sotto il capitalismo i giovani e gli studenti sperimentano oppressione e sfruttamento speciali. Ancora una volta il capitalismo ricava extraprofitti dallo speciale duplice sfruttamento dei giovani, per mezzo di contratti di lavoro temporaneo che assicurano i più bassi stipendi e per mezzo di minimi salariali estremamente bassi per i giovani lavoratori. I capitalisti, inoltre, guadagnano opponendo le generazioni di lavoratori. I capitalisti privano la gioventù del libero accesso all’educazione scolastica di qualità, di attività sportive e culturali, di retribuzioni per vivere e di programmi di ingresso e di apprendimento, e minacciano le aspettative dei giovani per un futuro sicuro.
Il capitalismo cerca di usare la gioventù come carne da cannone dell’imperialismo. La gioventù operaia e gli studenti sono in una posizione chiave tra i giovani e la classe operaia. Essi sono il nocciolo dell’alleanza tra il lavoro e la gioventù. Allo stesso modo, i giovani che sono oppressi in modo speciale spingono per lotte di progresso sociale. Le forze dell’ultra-destra tentano la carta della demagogia verso le giovani generazioni ma il crescente desiderio dei giovani di un futuro sicuro ed i loro alti ideali sociali spingono i giovani nell’alleanza col movimento operaio ed i suoi alleati ed il movimento giovanile a sinistra.
Uniti contro l’omofobia
L’ultra-destra usa anche l’omofobia e attacca i gay e le lesbiche per dividere i suoi oppositori. Usando il suo falso concetto di “moralità” e dei “valori della famiglia”, la destra tenta di usare l’omofobia per guadagnare alleati per i suoi scopi nella classe operaia ed tra i suoi alleati. Come tutte le altre persone, gay e lesbiche meritano e chiedono pieni e uguali diritti civili, incluso il diritto di sposarsi.
Coloro che portano l’attacco ai gay attaccano anche il movimento operaio e stracciano i bilanci dei programmi sociali. La concreta minaccia alle famiglie dei lavoratori non proviene dal matrimonio degli omosessuali ma dagli obiettivi dell’ultra-destra di massimizzare i profitti e fare la guerra. L’omofobia fu una delle armi contro la democrazia dell’era di McCarthy e continua ad essere richiamata dall’ultra-destra per tentare di rompere l’unità crescente contro il programma della destra. L’unità contro l’omofobia e per i diritti dei gay è un’importante difesa dei diritti basilari per gay, lesbiche e per tutto il popolo ed è una chiave per costruire l’unità contro l’obiettivo antidemocratico della destra. Discriminazioni nelle abitazioni, nell’impiego, nell’educazione scolastica, come gli spregevoli crimini contro gay e lesbiche, devono essere puniti con leggi dove non ci sono e devono essere rafforzate dove ci sono.
Altri movimenti sociali
Ci sono altre classi ed altre forze sociali, movimenti sociali e tendenze politiche che hanno un ruolo importante nella vita politica del nostro paese. Questi comprendono i pacifisti, i piccolo agricoltori, i professionisti ed i piccoli imprenditori. Allo stesso modo, i movimenti a sostegno dello sviluppo del sistema scolastico, della sanità pubblica, per la riforma e la democratizzazione del nostro sistema elettorale, per le organizzazioni delle libertà civili, diverse comunità ed organizzazioni confinanti e sezioni democratiche progressiste di orientamento ed organizzazione religiosa, si alleano sempre con la classe operaia. In ogni momento, una o l’altra lotta diretta da questi gruppi può essere la più affilata battaglia in una regione o nel paese nel suo insieme, galvanizzando nei nuovi sostenitori, la comprensione e l’attivismo. Il movimento di massa, mondiale della pace comprende direttamente decine di milioni e centinaia di milioni che lo sostengono e sono d’accordo con l’obiettivo di costruire la pace nel mondo.
Solidarietà internazionale e lotta per la pace
La politica del Partito Comunista è radicata nell’internazionalismo proletario. Ciò significa che noi riconosciamo che la classe operaia di tutto il mondo ha interessi comuni, intendimenti comuni, liberazione, pace e sviluppo. Noi condividiamo un nemico comune: l’imperialismo mondiale e in particolare quello USA, le sue multinazionali reazionarie ed i governi che queste dominano. Noi sosteniamo anche la più larga possibile unità della classe operaia internazionale, e la solidarietà con altre forze, popoli e movimenti in lotta nel mondo.
Come le altre forme di unità, quella internazionale deve essere costruita nel rispetto, nella fiducia e tramite azioni congiunte su questioni di comune interesse. La solidarietà e l’unità internazionale della classe operaia non si costruisce in astratto ma, in concreto, nelle lotte specifiche.
La necessità dell’unità internazionale della classe operaia è più importante che mai. L’imperialismo USA, in particolare il dominio dell’ultra-destra aumenta il militarismo la belligeranza. Simili trend sono presenti in altre potenze imperialistiche in competizione. Nel loro tentativo di espandere il controllo economico, politico e militare nel mondo—in sintesi di espandere i loro imperi—alcune nazioni capitaliste non esitano a dichiarare guerra alle nazioni più deboli. Non possiamo escludere un pericolo di guerra tra potenze imperialiste nel futuro, sebbene gli effetti distruttivi delle moderne armi da guerra, la sovrastante superiorità degli Stati Uniti, e la probabile opposizione politica interna serva a scoraggiare le ambizioni di un conflitto militare imperialistico. I lavoratori sarebbero le vittime sia delle guerre imperialiste che di avventure militari.
Il governo degli Stati Uniti è la principale potenza imperialista del mondo e, dunque, la principale minaccia per la pace del mondo. Noi abbiamo la responsabilità di tutte le vittime del passato, del presente e del futuro, delle aggressioni imperialistiche degli Stati Uniti, delle aggressioni militari, comprese quelle contro Cuba, il Vietnam e la Corea del Nord. La costruzione di un’unità internazionale contro le guerre e le aggressioni è, sempre più, una questione di sopravvivenza dell’umanità. L’unità contro lo sviluppo e l’uso di ordigni nucleari e l’espansione degli armamenti nello spazio è un bisogno che continua e si espande.
Il capitalismo è stato un sistema globale fin dall’apparire del capitalismo mercantile. Dagli anni ‘70, le conquiste della scienza, della tecnologia e dei trasporti hanno rafforzato il dominio delle società multinazionali nel capitalismo. La sempre più rapida globalizzaione capitalista è una crescente minaccia per i lavoratori in tutto il mondo. I giganti multinazionali ed i governi che li appoggiano stanno lottando per espandere i loro mercati ed i loro accessi alle risorse. Stanno distruggendo sovranità nazionali, i diritti dei lavoratori e la protezione dell’ambiente per accrescere i loro profitti, solo una maggiore unità e solidarietà del mondo del lavoro e dei movimenti popolari su scala internazionale possono contrastare la rapina della globalizzazione capitalistica.
Un nuovo livello di unità e di lotta internazionale è emerso dalle proteste del novembre 1999 contro la riunione del WTO a Seattle. Gruppi ambientalisti, organizzazioni studentesche, gruppi femminili ed altri si unirono assieme al movimento operaio e si allearono in tutto il mondo, per dire no alla globalizzazione capitalista. Esiste oggi una coscienza internazionale dei lavoratori della funzione dell’unità internazionale, maggiore di quella che si può ricordare a memoria d’uomo.
5. L’unità contro l’ultra–destra
Sul finire degli anni ‘60 e all’inizio degli anni ‘70, il capitalismo USA, attraversò un periodo di stagnazione economica, una crisi del petrolio che mise in discussione il dominio delle compagnie americane delle risorse energetiche, l’emersione delle operazioni immorali ed illegali dei servizi segreti americani portarono alle dimissioni del presidente in carica. Sul piano internazionale si riaccese la competizione economica tra gli Stati Uniti, l’Europa ed il Giappone, un numero crescente di paesi ex-coloniali cercarono alternative alle multinazionali, crebbe la forza economica nella comunità dei paesi socialisti e l’imperialismo USA conobbe la sconfitta militare in Vietnam. Queste ed altre sfide al dominio degli Stati Uniti causarono uno spostamento negli orientamenti delle classi dirigenti.
Parti delle classi dirigenti americane iniziarono a servirsi seriamente degli specialisti dell’ultra-destra, di campagne politiche di ultra-destra, e del fondamentalismo religioso per i loro scopi politici nel tentativo di recuperare il potere; cercarono di riaffermare la forza militare degli Stati Uniti con massicci investimenti nei nuovi sistemi di armamento e di distruggere la grande coalizione politica che sosteneva il Partito Democratico costruendo una loro coalizione di multinazionali e di forze economiche e sociali conservatrici nel Partito Repubblicano.
All’inizio degli anni ‘70 marcatamente con l’elezione di Reagan, l’ultra-destra crebbe negli Stati Uniti, accumulando armamenti. Sotto Reagan, questa parte attaccò l’esistenza stessa dei sindacati e del diritto di contrattazione, impose tagli alle tasse per i ricchi e tagli ai programmi sociali, demonizzò l’opposizione estera agli Stati Uniti e, con la copertura della destra iniziò la guerra civile in Nicaragua. Cercò, anche, piccoli paesi da invadere, per testare nuovi equipaggiamenti e strategie militari, e per distruggere la resistenza interna ed esterna all’opzione politica all’invasione militare degli Stati Uniti. L’elezione di Clinton fu l’occasione per scatenare l’ultra-destra contro i Democratici, i liberali ed ogni programma sociale, e per intensificare gli sforzi in un grande cospirazione di destra che rapidamente diede la maggioranza del Congresso ai Repubblicani per la prima volta dopo la II Guerra Mondiale. Attraverso le principali tendenze dello spettro politico e il sostegno alla globalizzazione capitalistica si arrivò allo sviluppo dell’North American Free Trade Agreement (NAFTA), del WTO e di altri accordi ed organismi commerciali internazionali e al trasferimento al’estero del lavoro produttivo.
Successivi spostamenti a destra si verificarono con l’imbroglio elettorale del 2000 e con l’elezione del 2004 di G. W. Bush. I Repubblicani controllano tutti i tre rami del governo federale mettendo un enorme potere nelle mani della parte più reazionaria delle multinazionali. Massicci tagli alle tasse per pochi benestanti, accompagnati da un enorme aumento delle spese militari e della privatizzazione dei programmi sociali, hanno decimato i bilanci di molti stati e municipalità. Oggi, la guerra preventiva e lo sviluppo di armamenti nucleari mirati al dominio globale minacciano il futuro dell’intero pianeta. Utilizzando gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 come una cortina fumogena, sono stati limitati i diritti di parola e dei riunione ed stato accelerato il controllo dei mezzi di comunicazione di massa.
L’ultra-destra è dominata dai settori più reazionari dei monopoli multinazionali. Questi comprendono il complesso militare-industriale, l’industria del petrolio e dell’energia, quella farmaceutica, parte dell’high-tec, il capitale finanziario, il settore dei prodotti di consumo e le grandi catene di distribuzione, Wal-Mart inclusa. L’ultra-destra incorpora diverse tendenze politiche e sociali ed ha conquistato una base di massa in settori di classi e di forze sociali diverse che tradizionalmente appoggiano i candidati dell’ultra-destra contro i propri interessi. La maggior parte della base di massa dell’ultra-destra non conosce il programma reale dell’ultra-destra. Questa comprende i cosiddetti “neo-conservatori”, i conservatori sul piano sociale e fiscale, i religiosi fondamentalisti, i liberisti ed altre tendenze di destra. Ma comprende anche settori di classe media urbana e rurale: agricoltori, grandi e piccoli imprenditori e piccoli settori delle maggiori classi e forze sociali. La base di massa dell’ultra-destra è localizzata per lo più nelle periferie e fuori delle città, nelle piccole città e nei paesi, specialmente nel West, nel Midwest e nel Sud.
Lo stato attuale dello sviluppo capitalistico è un grave pericolo per i diritti democratici e le libertà civili negli Stati Uniti. Dalla fine degli anni ’80, il Partito Repubblicano, dominata dalla tendenza di ultra-destra, ha controllato le iniziative legislativi nazionali, mentre la leadership del Partito Democratico ha ceduto terreno su questo terreno.
Allo stato attuale, ogni movimento per il cambiamento ed il progresso viene sfidato dal potere di opposizione delle grandi Corporations. I lavoratori affrontano tale potere in ogni negoziazione contrattuale. Gli Afro Americani, i Messicano Americani, i Latino Americani, i Nativi Americani, gli Asiatici Americani e le donne si scontrano col potere delle Corporations quando cercano di ottenere una reale uguaglianza nel lavoro e per le loro comunità. I giovani si scontrano col potere delle Corporations quando rivendicano maggiore educazione scolastica per tutti. Le organizzazioni ambientalistiche si scontrano col potere delle Corporations quando cercano di fermare l’inquinamento, la devastazione dei rifiuti industriali o di fermare l’aggressione alle rimanenti aree naturali.
Le Corporations ed i loro ben pagati gazzettieri proclamano continuamente che la “competitività” richiede più bassi salari, minori “benefits”, poche ferie, svuotamento dei piani pensionistici, discriminazione e differenziazione salariale e la libera esportazione dei capitali e del lavoro in altri paesi. Non pensiamo proprio che ciò sia giusto. Gli argomenti del “Libero Commercio”, che crea comitati sovra-nazionali di capitalisti al di sopra delle nostre leggi, che chiedono la fine delle protezioni dell’ambiente, che consentono la libera esportazione di capitali e di lavoro, che rimuovono la possibilità dei paesi di regolare i diritti e le attività delle direzioni aziendali, sono solo la richiesta di libertà per accrescere i superprofitti per chi è gia ricco e per ottenere maggior potere a spese della democrazia e della sovranità.
La costruzione di un fronte di tutto il popolo contro l’ultra-destra
La sola strategia per sconfiggere l’ultra-destra è la più larga possibile unità di tutte le classi e le forze sociali i cui interessi vanno nella direzione opposta a quelli della parte più reazionaria delle multinazionali. Questa unità comprende tutte le classi e le forze sociali menzionate, esclusi i settori più reazionari del capitale multinazionale. Comprenderà una coalizione politica di centro-sinistra in continua crescita che include il Partito Democratico, indipendenti di sinistra e progressisti che riconoscono il pericolo rappresentato dall’ultra-destra e tutti i movimenti sociali sui problemi maggiori dei nostri tempi. Questo fronte di tutto il popolo deve sforzarsi ed essere capace di attrarre molti di coloro che hanno votato per i Repubblicani.
Il movimento operaio ha fatto significativi spostamenti nella sua organizzazione e nei suoi punti di vista e, ora, dirige molte coalizioni per il progresso ed il cambiamento e le lotte difensive contro gli attacchi delle Corporations e dell’ultra-destra. L’intensificata partecipazione del movimento operaio nelle lotte elettorali ha permesso l’elezione di migliaia di membri del sindacato nelle istituzioni, la creazione e lo sviluppo di un proprio apparato politico e una migliore comunicazione e preparazione dei membri del movimento sindacale. Gli sforzi crescenti per organizzare i lavoratori, per costruire relazioni con le forze alleate e per combattere nell’arena politica, ha fatto del movimento operaio l’elemento chiave delle maggiori coalizioni progressiste e delle campagne elettorali.
Mentre l’ultra-destra ha usato il pericolo terrorista per giustificare i suoi tentativi di dittatura mondiale e come arma da guerra per umiliare la sua opposizione interna, i lavoratori nel nostro paese sono stati le vittime degli attacchi terroristici, specialmente di quelli dell’11 settembre. I marxisti-leninisti si oppongono alla violenza sui bersagli civili. Il terrorismo tenta di sostituire gli atti di violenza individuale all’essenziale azione delle masse per il cambiamento. Da tempo abbiamo rifiutato e ci opponiamo ai metodi terroristici come metodi di lotta validi anche per una giusta causa. Oggi gli organizzatori del terrorismo individuale nel mondo non perseguono il progresso sociale, ma piuttosto tentano di imporre regimi di destra, spesso sotto la bandiera dell’estremismo religioso. La sconfitta del terrorismo implica l’isolamento di questi estremisti e reazionari da ogni sostegno di massa. Ciò non può essere fatto con metodi polizieschi e militari ma richiede che vengano rimossi i reali motivi di risentimento per la povertà e la fame, l’oppressione nazionale e le altre ingiustizie nel mondo. Solo la solidarietà internazionale, che metta fine al dominio imperialista, una genuina assistenza allo sviluppo sociale e d economico allo sviluppo delle nazioni può sconfiggere il terrorismo.
Un altro aspetto della minaccia terrorista è quello sponsorizzato dagli USA e da altri paesi imperialisti. Gli obiettivi civili degli attacchi militari sono come gli atti di violenza del terrorismo individuale.
L’ultra-destra americana giustifica la sua aggressione terroristica e l’interferenza in molti paesi in nome della “liberta” di tutti i popoli. Essa sostiene che quando tutte le nazioni saranno libere, il risultato sarà la pace mondiale. Per i popoli di tutto il mondo non è difficile capire che gli Stati Uniti non hanno il diritto di definire la libertà per loro, e neppure di imporre misure di austerità capitalistica per garantire la “libertà” degli investimenti capitalisti ed il dominio delle multinazionali o di imporre qualsiasi forma di governo contro il volere della maggioranza del popolo di un paese.
La libertà ha una grande importanza per i Comunisti. Ma la libertà ha differenti contenuti di classe e sociali per le diverse classi e forze sociali. La “libertà” di sfruttamento non è libertà per gli sfruttati. La libertà è il diritto della maggioranza di determinare le proprie condizioni di vita, di decidere per se stessa le politiche e le forme di governo. La sconfitta dell’ultra-destra espanderà la libertà dei lavoratori. Il controllo radicale del potere delle multinazionali si espanderà ancor più la libertà per i lavoratori.
La lotta contro l’ultra-destra, contro i settori più reazionari delle multinazionali e per sconfiggere il loro potere politico, avrà un grande effetto. Tuttavia non potrà por fine al pericolo dell’ultra-destra. C’è ancora il pericolo che i reazionari della destra estrema, i militaristi ed i razzisti, cerchino di imporre il fascismo—un’aperta dittatura del capitale. Solo la sostituzione del capitalismo, da cui nascono queste tendenze, col socialismo si potrà finalmente uscire dal pericolo dell’ultra-destra.
Il recente successo dell’ultra-destra nel confronto elettorale non è la sostituzione di un gruppo politico con un altro, ma è un tentativo di sottomettere un altro settore della classe capitalistica. L’attuale governo dell’ultra-destra non è un ordinario regime democratico-borghese. Questo governo ha una natura conservatrice-autoritaria, che piuttosto di cercare l’unità della classe capitalista attraverso compromessi, cerca di dominare i settori meno militaristi di quella classe. Essi mirano a colpire altri settori del capitale assieme alla classe operaia e alle forze popolari per tentare di imporre le politiche più reazionarie su tutti i politici e le forze economiche che questi rappresentano. Le attuali politiche conservatrici-autoritarie dell’ultra-destra, che intaccano i diritti democratici costituzionali, aumentano il pericolo di fascismo. Ma non dobbiamo sopravvalutare il pericolo fascista—il fascismo è la aperta dittatura terrorista della parte più reazionaria, militarista e razzista del capitale monopolistico. Il fascismo non è inevitabile, ma la classe operaia e le forze dei suoi alleati non saranno in gradi di impedire che i settori di ultra-destra del capitalismo si muovano verso il fascismo, senza resistere agli spostamenti iniziali in questa direzione.
A partire dalle significative vittorie della classe operaia degli anni ’30 durante il New Deal, i ricchi ed i loro ben remunerati agenti hanno lavorato diligentemente per sottrarre potere ai lavoratori. Essi hanno tentato di moderare o di restringere molti programmi progressisti a favore del popolo, di intaccare ogni successo dei sindacati, dei movimenti per i diritti civili e per l’ambiente. Ora l’ultra-destra ed i mega-ricchi mettono in agenda l’eliminazione completa di molti di questi programmi che essi descrivono spregiativamente come programmi “acquisiti”. Essi vorrebbero distruggere la Sicurezza Sociale, la Sanità, il programma Food Stamp, programmi per i bambini come Head Start e molti altri programmi sociali. Essi vogliono un governo che non abbia altro ruolo se non quello di facilitare lo spietato potere delle gigantesche imprese monopolistiche– le industrie, le banche, le catene di vendita, le case di brokeraggio, le compagnie di assicurazioni, le compagnie farmaceutiche e i mercanti di armi.
La disfatta dell’ultra-destra nel confronto politico/elettorale potrà indebolire sostanzialmente i settori più reazionari dei monopoli. In questo modo la loro sconfitta indebolisce oggettivamente tutti i monopoli ed il capitalismo nel suo insieme. La lotta contro questo settore delle classi dirigenti serve a costruire l’unità, l’educazione e la coesione di una larga porzione delle forze necessarie per il successivo compito della classe operaia, quello di porre un freno ai monopoli nel loro insieme. La lotta contro l’ultra-destra aiuta milioni di persone a capire chiaramente quale sarà il prossimo avversario e come di possa e si debba raggiungere uniti il prossimo successo. Insegna a milioni i metodi della lotta, le forme di organizzazione e le questioni che il popolo chiede per muovere in avanti
Una maggiore opposizione all’ultra destra, espresso da un fronte di tutto il popolo, potrà rappresentare un cambiamento qualitativo nei rapporti di forza interni. Renderà possibile uno stadio nuovo delle lotte nel nostro paese così importante che la sconfitta dell’ultra-destra aumenterà l’unità del mondo del lavoro che dirige i movimenti di massa che rendono possibile la disfatta dell’ultra-destra.
L’ultra destra sostiene metodi elettorali antidemocratici. La manipolazione dei processi politici, compresa la soppressione razzista del voto, la distribuzione estremamente faziosa dei collegi e l’uso del voto elettronico senza scontrino di riscontro, mostrano che si deve ancora conseguire il pieno diritto di voto e di garanzia elettorale. Per garantire i diritti democratici basilari di voto sono necessarie grandi riforme come la rappresentanza proporzionale, l’abolizione dei collegi elettorali e l’eliminazione di barriere che impediscono la partecipazione dei partiti minori.
Le politiche dell’ultra-destra finiscono per irritare la classe operaia ed il nucleo dei suoi alleati—le minoranze oppresse su base razziale e nazionale, le donne ed i giovani. Tuttavia, il programma dell’ultra-destra è pregiudizievole anche per gli anziani, i piccoli agricoltori, i piccoli imprenditori, i professionisti ed i settori del capitale che non beneficiano direttamente della crescita delle spese militari. Oggettivamente, tutte queste forze diventano potenziali alleati nella lotta comune per scalzare dal controllo del governo la destra estrema.
Sebbene il Partito Repubblicano e quello Democratico siano ambedue delle istituzioni capitaliste, non sono identici. L’ultra-destra tradizionalmente domina il Partito repubblicano. Il Partito Democratico è stato il principale strumento usato dagli Afro Americani e dalle comunità Latino Americane per avere dei rappresentanti nelle istituzioni pubbliche, per eleggere rappresentanti del mondo del lavoro, progressisti ed anche attivisti della sinistra, specialmente a livello locale. C’è una lotta interna al Partito Democratico tra le forze centriste che collaborano con la destra e le forze centriste che si oppongono alla destra. Queste ultime sono spesso disposte a schierarsi con elementi progressisti che vogliono un programma contro i monopoli. Vi sono lotte sia dentro il Partito Democratico che nei movimenti operaio e popolare, che riflettono la lotta più generale per conquistare l’indipendenza politica dal dominio delle Corporation. Ogni seria strategia per portare milioni di persone su un programma politico più avanzato, deve confrontarsi con queste lotte.
La chiave per spostare i rapporti di forza a sinistra è l’organizzazione delle masse attorno ad un programma per i bisogni dei lavoratori. Per scacciare il razzismo e la bigotteria dell’ultra-destra è cruciale costruire un movimento multinazionale, multirazziale ed espandere l’organizzazione dei sindacati e di altri movimenti nel Sud del paese e nelle aree rurali.
Il movimento operaio ha giocato un ruolo dirigente per costruire un apparato politico indipendente basato su problemi del lavoro fin dalla metà degli anni ‘90. Questo cantiere che ha mobilitato quattro milioni di membri del sindacato nelle elezioni presidenziali del 2004 è la base per l’attività continua ed è la chiave per far eleggere attivisti sindacali nelle pubbliche istituzioni. Analoghi problemi di radicamento, porta a porta, delle organizzazioni degli Afro Americani, dei Latino Americani, degli Asiatico Americani, delle donne, dei giovani, dei gay e delle lesbiche, e degli ambientalisti, rafforzano la voce ed il potere della sinistra dentro il fronte di tutto il popolo contro l’ultra-destra. Anche se l’ultra-destra controlla il Governo Federale, possono essere vinte battaglie legislative a favore del popolo, come l’aumento dei minimi salariali, su questioni locali, statali ed anche nazionali.
La politica del popolo
Partiti terzi che riconoscono la necessità, in questo periodo, dell’unità di centro-sinistra per sconfiggere l’ultra-destra possono giocare un ruolo importante e positivo per spostare i rapporti di forza e, forse, per costruire un possibile terzo partito contro i monopoli nel nostro paese. Alcuni progetti per la costruzione di formazioni elettorali locali indipendenti, hanno avuto successo utilizzando tattiche di fusione, o costruendo reti o partiti nazionali. Tali sforzi possono dare un grande contributo alla disfatta dell’ultra-destra, alcuni tuttavia possono adottare tattiche che li dividono dalle forze principali che possono sostenere un’azione politica indipendente di lunga durata.
L’approccio del Partito Comunista alla politica elettorale del popolo è un aspetto basilare del nostro punto di vista, che cioè questo stadio della lotta richiede un fronte di tutto il popolo per sconfiggere l’ultra-destra. Questa è la strategia essenziale di questo periodo storico e non un temporaneo adattamento tattico. Il dominio politico dell’ultra-destra sfida la grande maggioranza del popolo in questo paese—comprendendo anche qualche settore del capitale monopolistico—e una reale larga unità è sia possibile che necessaria per raggiungere un maggiore spostamento politico. Senza questo spostamento i movimenti popolari saranno continuamente sulla difensiva. Senza costruire questa larga unità, l’ultra-destra avrà successo dividendo le sue opposizioni, continuerà a vincere scegliendo le priorità e le cose da fare per la nazione, e rischierà ancora di più la carta dell’avventurismo militare perseguendo un illusorio dominio del mondo. Senza prima sconfiggere il settore di ultra-destra dei monopoli, la classe operaia non può piegare il potere dei monopoli nel suo insieme.
Il Partito Comunista, parte del fronte di tutto il popolo in sviluppo per sconfiggere l’ultra-destra, partecipa pienamente col movimento operaio ed i suoi alleati alla costruzione di una forte forza elettorale del popolo. I candidati Comunisti a livello locale e di stato sono necessari per la costruzione dell’unità nel movimento del popolo, rafforzando la sinistra ed organizzando una forte radicamento di base per un programma più avanzato.
Il nostro partito dà un importante contributo alla lotta per sconfiggere l’ultra-destra. I Comunisti indicano sempre chi è il principale nemico in questo periodo, quale è la classe e la natura politica del principale nemico e la necessità di un fronte di tutto il popolo. I Comunisti aiutano ad unire il nucleo delle forze dell’alleanza attorno al movimento operaio e portano un alto livello di impegno, di dedizione e di attività nella lotta. Il Partito Comunista è sempre più riconosciuto per questi contributi. Il limite principale al suo ruolo è stata la piccola dimensione del Partito. Noi lavoriamo per radicare i club del Partito per espandere la nostra base indipendente nella classe operaia, per espandere la nostra capacità di mobilitare i lavoratori direttamente dentro e fuori dei luoghi di lavoro.
Nelle lotte contro l’ultra-destra cui partecipa, il Partito agita e aiuta a preparare le fasi successive della lotta, la costruzione di un partito del popolo contro i monopoli, educando nel contempo e sostenendo la prospettiva del socialismo.
6. La costruzione della coalizione contro i monopoli
L’attuale capitalismo americano è nella fase monopolistica ed imperialistica, e nello stadio dello sviluppo dei monopoli transnazionali. Una volta che le multinazionali più reazionarie di ultra-destra che oggi dominano la vita politica saranno sconfitte, sarà possibile e necessario considerare le multinazionali nel loro insieme; sarà possibile muoversi nello stadio della lotta contro i monopoli. La costruzione di una coalizione antimonopolistica è uno dei passaggi chiave nella via del socialismo negli Stati Uniti.
Lo stadio della lotta per il controllo del potere dei monopoli nel loro insieme sarà più avanzato dello stadio attuale della lotta contro l’ultra-destra. Nel periodo della coalizione antimonopolista, sarà possibile e necessario per le forze democratiche popolari considerare i monopoli multinazionali nel loro insieme, non solo il settore più reazionario delle multinazionali.
Nel futuro, l’obiettivo strategico sarà quello di controllare radicalmente il potere dei monopoli transnazionali nella politica, nell’economia e nella vita ideologica del nostro paese. Per sviluppare un serio sforzo per controllare questo potere ci sarà bisogno di una larga coalizione di tutte le classi e le forze sociali i cui reali interessi sono in conflitto con quelli dei monopoli. Sarà necessario coinvolgere tutti i movimenti sociali e le tendenze politiche che si oppongono a queste multinazionali per alcuni o molti aspetti.
Tale coalizione si costruirà sulle alleanze e le forme di organizzazione sviluppate nell’attuale lotta per sconfiggere l’ultra destra. A questo punto – per piegare il potere di tutti i settori delle multinazionali – la coalizione antimonopolistica non potrà comprendere i più centristi, che sono la parte più flessibile delle multinazionali e della loro rappresentanza politica. Ma questo spostamento non significherà una riduzione della coalizione antimonopolistica che dovrà coinvolgere una grande massa di milioni di persone. Attraverso l’esperienza della lotta e dei successi conseguiti con la completa sconfitta dell’ultra-destra, la coalizione può espandersi ed approfondirsi tra gli strati sociali oggettivamente antimonopolistici e disillusi.
Il cuore di questa coalizione deve comprendere gli uomini e le donne della nostra multinazionale classe operaia ed i suoi settori organizzati, il movimento operaio, gli Afro Americani, i Messicano Americani, i Portoricani, i popoli Latino Americani, i Nativi d’America, gli Asiatici ed i Polinesiani, gli Arabi e tutte le altri popoli oppressi su base nazionale e razziale, le donne ed i giovani. È anche possibile conquistare altri settori i cui interessi si scontrano con quelli dei monopoli, compresi gli anziani, i movimenti sociali multiclassisti, i piccoli imprenditori, gli agricoltori, i professionisti autonomi. Tutti coloro che condividono con la classe operaia il nemico comune del potere dei monopoli. Tutti hanno un interesse a piegare il potere dei monopoli e a cercare di conquistare un governo indipendente dai monopoli.
Per analizzare gli stadi obbiettivi della lotta è essenziale sviluppare una strategia corretta di lungo termine; questa non è una prescrizione meccanica. Alcune rivendicazioni e conquiste che iniziano a piegare il potere dei monopoli nel loro insieme possono essere ottenute in parte e nell’insieme nel corso della lotta contro il settore dell’ultra-destra. In tutto lo stadio “antimonopolistico”, alcune essenziali rivendicazioni popolari non possono essere completamente soddisfatte e dovranno attendere un successivo stadio, il potere dei lavoratori e la costruzione di una società socialista. I fattori cruciali nella definizione dello stadio della lotta, non sono le specifiche rivendicazioni ma la strategia di quel particolare periodo di lotta e del livello di unità che si sviluppa.
Non si tratta ancora di stadi di lotta per la trasformazione sociale da un sistema socio-economico ad un altro. Il sistema sociale rimane il capitalismo sia nella lotta contro l’ultra-destra che in quella antimonopolistica. Non c’è una solida barriera tra questi stadi della lotta. In quello attuale, finché il settore più reazionario delle multinazionali costruisce anche la sua opposizione e sviluppa una coscienza contro l’ultra-destra, i Comunisti cercano di diffondere una coscienza antimonopolistica generale, come anche una coscienza socialista. Finché l’ultra-destra è l’obiettivo principale della lotta, una multinazionale che non faccia parte dell’ultra-destra può tuttavia essere l’avversario in specifiche battaglie politiche, o per un contratto di lavoro o di una lotta sindacale.
Un programma antimonopolistico
Ad uno stadio futuro della lotta quando la coalizione popolare antimonopolistica è cresciuta e forte, si potrà porre un programma di politiche pubbliche e di governo. Come parte della coalizione il Partito Comunista avanzerà suggerimenti per il programma. I nostri contributi saranno radicali richieste democratiche per ridurre il potere politico, economico ed ideologico dei monopoli. Qualche suggerimento potrà essere:
• La costruzione di un partito di massa popolare capace di competere per il governo, un partito libero dal dominio degli interessi di qualsiasi monopolio;
• La rimozione dei contributi finanziari dei monopoli al sistema elettorale, che deve essere sostituito da fondi pubblici e garanzie di elezioni oneste in cui ogni voto conti e tutti i voti siano conteggiati;
• La sostituzione di una politica estera di aggressioni preventive e di imposizioni al mondo nell’interesse di Stati Uniti basato sulle multinazionali, con una politica internazionale di cooperazione per risolvere i problemi della guerra e delle aggressioni, della povertà, dell’educazione, dell’ambiente, della salute e dello sviluppo;
• La piena ripresa e l’estensione della Legge sui Diritti e di ogni diritto democratico; la completa separazione tra chiesa e stato;
• La piena protezione legale dai crimini più odiosi con profilo razzista e l’attuazione di azioni positive e di programmi di compensazione per raggiungere una reale uguaglianza per le donne delle etnie e delle nazionalità oppresse;
• Misure preventive contro la “libertà” dei monopoli di perseguire interessi con attività che arrecano danno ai lavoratori ed alle comunità senza piena compensazione; il diritto garantito al lavoro con un salario sufficiente per vivere o un reddito pieno attraverso lavori pubblici e impieghi di pubblico servizio;
• L’eliminazione delle prerogative delle direzioni aziendali accompagnata dall’estensione di diritti dei lavoratori e dei sindacati per prevenire decisioni socialmente dannose;
• Fondi finanziari per l’educazione, concreti programmi abitativi, cure mediche giornaliere, Sicurezza Sociale e programmi per una sanità per tutti, formazione professionale e programmi ricreativi e culturali per i giovani;
• Un fondo iniziale di 200 miliardi di dollari di aiuto, per raggiungere l’uguaglianza di mezzi e di infrastrutture per le comunità oppresse per motivi razziali o nazionali; azioni positive in tutti i programmi pubblici per raggiungere una vera uguaglianza dei popoli oppressi delle donne.
• Eliminazione delle tasse per i lavoratori e per i redditi bassi e medi; tassazione progressiva per le società private ricche;
• Diminuzione della spese militari al livello di una frazione della spesa corrente; e,
La proprietà o il controllo almeno del 51% dei media da parte di enti della coalizione antimonopolistica o in generale pubblici.
Un Partito del Popolo diretto dal movimento operaio
Oggigiorno, per lo sviluppo dell’indipendenza politica ed elettorale della classe operaia e dei suoi alleati bisogna sostenere candidati Democratici. Nonostante la varietà delle nuove forme politiche e l’esperienza dei movimenti del mondo del lavoro, le difficoltà che si frappongono all’organizzazione di un terzo partito costituiscono una barriera per il pieno spiegamento di un partito politico libero dal controllo dei monopoli. Per permettere la piena partecipazione democratica di tutto il popolo, devono essere eliminate le restrizioni come il numero eccessivo di firme per i candidati, la necessità di molto denaro per la politica ed altri ostacoli.
Le forme dell’indipendenza politica ed organizzativa che si sviluppano per un partito di massa del popolo, comprendono:
• Un apparato elettorale indipendente del movimento operaio;
• Il finanziamento elettorale indipendente;
• Candidati del movimento operaio;
• Un apparato elettorale indipendente della comunità Afro Americana e di altre comunità oppresse;
• La crescita della rete di attivisti sulla base di Internet;
• L’organizzazione di sostenitori elettorali su questioni specifiche del popolo;
• Movimenti interlocutori dei Democratici ma indipendenti;
• Comunisti disponibili per cariche pubbliche, come Comunisti, come indipendenti, per cariche non di partito, o come parte di liste di candidati progressisti; e,
• espressioni organizzative che aiutano l’unità tra queste diverse forze e movimenti.
Liste elettorali e partiti indipendenti, nella misura in cui sostengono l’obiettivo centrale di sconfiggere l’ultra-destra e non indeboliscono gli sforzi in questa direzione, sono anch’essi parte del processo che oggettivamente prepara il terreno di un futuro partito del popolo contro i monopoli.
Ma il processo per sviluppare un partito del popolo di massa, basato sulla classe operaia, le nazionalità oppresse, le donne, i giovani e le altre forze progressiste, non può maturare finché non si raggiunge lo stadio della lotta contro i monopoli. Nella fase corrente di lotta contro l’ultra-destra, la strategia per vincere comprende necessariamente una parte delle multinazionali e i Partito Democratico, nel cui gruppo dirigente nazionale certe multinazionali e una parte dei ricchi giocano un grande ruolo. Nella fase antimonopolistica, un partito capace di competere per il governo del paese può e deve essere libero dal dominio di qualsiasi settore dei monopoli. Deve essere un partito in cui il lavoro e le altre forze chiave abbiano un ruolo di direzione.
La lotta per un programma di controllo radicale del potere delle multinazionali si affermerà sia attraverso un partito del popolo sia attraverso forme non elettorali a tutti i livelli radicati dentro e fuori dei posti di lavoro, nelle città, negli stati e nelle coalizioni nazionali. Queste forme di organizzazione delle lotta possono gradualmente fondersi in coalizioni su molti problemi e in un generale fronte di lotta antimonopolistico.
È possibile e desiderabile che un partito del popolo e una coalizione antimonopolistica accedano ai governi locali, di municipalità, di stati e anche di quello nazionale. L’obiettivo di questa partecipazione al governo è quello di realizzare le parti delle richieste di programma che non possono altrimenti vincere con le lotte di massa. Il controllo del potere dei monopoli indebolisce il capitalismo nel suo insieme. La costruzione di un partito del popolo e, in generale, di una coalizione antimonopolistica sposta i rapporti di forza a favore del cambiamento qualitativo che apre la fase della lotta diretta del potere dei lavoratori e del socialismo.
La Sinistra nella Coalizione antimonopolistica
Ulteriori condizioni della crescita di una coalizione antimonopolistica e di un terzo partito capace di competere per il governo, sono la crescita della Sinistra, di una corrente socialista, e di un Partito Comunista di massa. Una grande e crescente Sinistra tra le classi le forze sociali ed i movimenti sociali è essenziale per mantenere l’unità della grande coalizione antimonopolistica e per avanzare. Una più grande Sinistra aiuterà tutte le forze le forze democratiche antimonopolistiche a individuare nei monopoli multinazionali il principale nemico e potrà assicurare un ruolo guida alla multirazziale e multinazionale classe operaia in stretta alleanza con tutti i popoli oppressi per ragiono razziali e nazionali, le donne ed i giovani. Un Partito Comunista di massa è simultaneamente una condizione necessaria per sviluppare una coalizione antimonopolistica, per superare gli ostacoli posti dalle multinazionali e le difficoltà interne alla coalizione, e per spostarsi in avanti verso una coalizione dei lavoratori diretta dalla classe operaia. Il contributo del Partito Comunista assicurerà che la coalizione antimonopolistica si muova cercando la fine del capitalismo stesso e la costruzione del socialismo.
Non è possibile prevedere con precisione fino a che punto la coalizione popolare antimonopolista e il governo realizzeranno il proprio programma contro i monopoli prima che milioni di persone apprendano la lezione che le riforme radicali antimonopolistiche non sono sufficienti. Fin quando i capitalisti e le multinazionali detengono i mezzi di produzione e sono in grado di comandare sul potere politico ed economico, emergeranno nuovi grandi problemi sociali e quelli vecchi potranno essere reintrodotti sotto nuove forme. Una piena, duratura soluzione ai problemi sociali della nostra epoca richiede il socialismo, a cominciare dalla proprietà sociale sui maggiori settori chiave dell’economia e dal potere democratico dei lavoratori diretti dalla classe operaia.
Tanto più larga e profonda sarà la coalizione antimonopolistica, tanto più la classe operaia ed i suoi alleati la guideranno, e tanto più forte sarà la Sinistra ed il suo settore orientato al socialismo. Tanto più grande sarà l’influenza di massa del Partito Comunista, tanto più il potere delle multinazionali sarà controllato da misure radicali, e ciò potrà rendere più facile, sicuro e meno travagliato il passaggio allo stadio successivo della lotta sociale, la fase storica del socialismo negli Stati Uniti.
Tanto più si realizzano questi obiettivi, tanto più semplice e più facile si potrà realizzare la transizione senza che i capitalisti siano in grado di usare la violenza per bloccare la costruzione del socialismo. Il Partito Comunista crede che sia possibile conquistare una trasformazione pacifica al socialismo negli USA. Una delle maggiori ragioni di questa fiducia è che la coalizione antimonopolistica dei lavoratori possa essere costruita su una anche più larga base che quella contro l’ultra-destra. Essa coinvolgerà la grandissima maggioranza del popolo che ha imparato dalla propria esperienza di lotta che il capitalismo non può essere riformato, non può superare le proprie qualità anti-umane di fondo. Il capitalismo potrà sempre ed in modo crescente mettere a repentaglio la vita di questo pianeta e minare tutti i più alti ideali e bisogni degli uomini. Il capitalismo sarà sempre basato sullo sfruttamento economico. Tuttavia, anche se la coalizione per il potere dei lavoratori e per il socialismo non comprenderà alcun settore della classe capitalista, può essere più larga e profonda che ogni altra coalizione politica dei lavoratori e dei suoi alleati, coinvolgendo in una lotta attiva per il progresso quasi l’intera popolazione di ogni classe, forza sociale e movimento sociale.
7. La carta dei diritti del Socialismo negli USA
Il socialismo risolverà molti dei problemi insuperabili del capitalismo, e realizzerà gli strumenti per risolverne altri nel tempo. Quando i bisogni umani sostituiranno l’avidità ed il profitto privato come forza dominante dell’economia, quando i lavoratori potranno prendere le loro decisioni assieme sulle priorità sociali, quando il popolo rimuoverà il dominio delle multinazionali dal potere politico degli Stati Uniti, si potrà iniziare la soluzione reale dei problemi umani.
Il socialismo non crea un immediato paradiso dei lavoratori. Il socialismo è piuttosto una fase dello sviluppo socio-economico nel quale, in modo crescente, milioni di persone decideranno sempre più del loro destino e lavoreranno per costruire passo dopo passo nuove istituzioni democratiche per dirigere l’economia. Il socialismo potrà realizzare meccanismi tramite i quali i lavoratori possono lavorare assieme, in modo cooperativo per allargare la democrazia fino ad una democrazia sostanziale in tutte le sfere della vita sociale comprendendo l’economia. Nel Manifesto del Partito Comunista, Marx ed Engel hanno scritto, “al posto della vecchia società borghese [capitalista], con le sue classi ed i suoi antagonismi di classe, ci sarà un’associazione in cui il libero sviluppo di ognuno è la condizione per il libero sviluppo di tutti”.
Il socialismo è un sistema economico nel quale da principio i settori decisivi dell’economia—i suoi posti di comando—sono di proprietà sociale, nel quale l’anarchica e distruttiva competizione capitalistica viene sostituita da un’economia strategicamente pianificata. È anche un sistema politico nel quale i lavoratori conducono la classe operaia ad essere la forza politica dominante. Il socialismo non significa solo nazionalizzazione delle industrie chiavi. Vi saranno molte forme di proprietà socialista a molti e diversi livelli nazionale, statale, municipale, proprietà privata di piccole attività, proprietà cooperativa ed altre forme di proprietà mista che meglio si adattano alla produzione ed ai bisogni sociali. E ovviamente ogni individuo potrà mantenere le sue proprietà personali.
Il socialismo non eliminerà solo lo spreco del sistema capitalista e della appropriazione privata del profitto. Un’economia socialista deve perseguire obiettivi di incentivazione, produttività, cambiamento tecnologico, ricerca e sviluppo, sostenibilità e di organizzazione della produzione e della distribuzione per rendere l’economia più efficiente per garantire i benefici materiali del socialismo. Il capitalismo usa le conquiste tecnologiche per sfruttare la classe lavoratrice; il socialismo usa le conquiste della tecnologia e l’aumento della produttività per realizzare programmi sociali, per diminuire la settimana lavorativa, per assicurare benessere ed educazione. Il socialismo non è un sistema utopico, ma un programma sociale basato sulla affermazione della produzione sociale.
Il socialismo eliminerà molte ineguaglianze togliendo il profitto alla classe capitalista. I lavoratori saranno pagati secondo il principio “a ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro”.
Il Partito Comunista cerca di costruire negli Stati Uniti il socialismo basato sulle tradizioni rivoluzionarie e le lotte del popolo nel nostro paese. Da prima della Rivoluzione Americana fino ad oggi, i lavoratori, la gente a basso reddito ed i loro alleati hanno lottato per creare una estesa democrazia.
La nostra concezione è quella di una Carta dei Diritti del Socialismo, in cui il popolo e la natura vengono anteposti al profitto. La nostra aspirazione è quella di un paese dove tutti possono partecipare, indipendentemente dal reddito, indipendentemente dal credo religioso, razza o nazionalità; dove gli immigrati hanno gli stessi diritti umani dei nativi; dove la forza della nostra multinazionale, multirazziale, multigenerazionale classe operaia può risolvere i problemi che affronta nell’interesse di tutto il popolo; dove un’economia sostenibile ha la priorità sul profitto, sui “diritti” delle compagnie che inquinano; dove le donne hanno pieni diritti ed una uguaglianza piena e garantita; dove tutti i gruppi etnici, nazionali e razziali hanno piena e garantita uguaglianza e diritti civili; dove una piena e sovvenzionata educazione e programmi per i bambini sono la più alta priorità.
La Carta dei Diritti del Socialismo potrà mantenere ed estendere i diritti democratici negli Stati Uniti, libertà di parola, libertà di assemblea, libertà di religione, governo laico, libero dal dominio delle Corporation, e eliminazione degli interventi ingiustificati del governo nella vita individuale.
Gli Stati Uniti socialisti garantiranno tutte le libertà conquistate in secoli di lotte, ed anche la libertà dalla disoccupazione, dalla povertà, dall’ignoranza. Il socialismo garantirà il diritto alla sanità, al lavoro a salari adeguati alla vita, all’abitazione decente. Col socialismo le pensioni ed i programmi sociali avranno la priorità sui sistemi di armamento che proteggono solo i profitti dell’industria della “difesa”. Il socialismo porterà una politica estera di pace che non minaccia altri popoli o paesi con invasioni, dominazioni o guerre.
Il popolo del nostro paese ha il potenziale per eliminare le avide Corporations che riducono in povertà i lavoratori, che accelerano la chiusura delle fabbriche mentre esportano lavoro, per eliminare i salari differenziali tra uomini e donne, tra i lavoratoti discriminati su per motivi razziali o nazionali e lavoratori bianchi—salari differenziali che portano centinaia di miliardi di dollari di profitti ogni anno nei forzieri di già oscenamente ricchi benestanti. Il popolo potrà contrastare il potere delle Corporations che condannano i lavoratori ad elezioni dove il denaro parla più forte che i votanti, ad un sistema legislativo che protegge i “diritti” della proprietà privata contro i basilari diritti umani della maggioranza, alla mancanza di abitazioni, alla malnutrizione e alla mancanza di cure mediche.
Il Partito Comunista aspira ad una trasformazione fondamentale dell’economia, del modo con cui si prendono le decisioni, delle istituzioni che rafforzano la discriminazione, lo sfruttamento e l’oppressione. Noi perseguiamo la sostituzione della dominazione della società da parte delle attuali classi dirigenti con un sistema di potere dei lavoratori. Noi pensiamo che ciò possa essere raggiunto con un movimento rivoluzionario che abbracci la maggioranza del popolo del nostro paese.
Per conquistare una tale maggioranza è necessaria una grande coalizione dei lavoratori, delle nazionalità e delle etnie oppresse, delle donne e dei giovani, attraverso organizzazioni di massa e individuali, indipendenti dai partiti dei grandi affaristi. Ciò comprende un Partito Comunista di massa, sindacati con milioni di lavoratori, organizzazioni di massa per la pace, i diritti civili, per i diritti delle donne, dei giovani, con i movimenti ambientalisti, i gruppi religiosi progressisti e tutti coloro che favoriscono una società più giusta e più equa.
Questa maggioranza rivoluzionaria, basata su organizzazioni popolari e partiti politici di massa, potrà impedire alle classi dirigenti di ritornare al potere o di usare il potere militare per ritornare al potere. Se la coalizione di classe e delle forze sociali dirette dalla classe operaia dovesse fare errori sostanziali e perdere la fiducia della maggioranza del popolo, potrà essere estromessa dal potere col voto. Il Partito Comunista aspira ad una transizione pacifica al socialismo, che rivitalizzi il nostro sistema elettorale per conferire autorità ai milioni di persone nel nostro paese che ora avvertono che hanno poco potere di controllo su decisioni che riguardano la loro vita.
Il nostro paese ha grandi risorse e impianti industriali, una tecnologia ed una scienza estremamente avanzate, una potente riserva di lavoratori specializzati, una grande tradizione democratica, iniziativa, innovazione e creatività. In una società socialista, i milioni di disoccupati possono creare più benessere per tutti. Quando sarà distrutto il potere delle Corporations, la grande maggioranza del paese potrà usare la Costituzione, la Carta dei Diritti ei i governi locali per costruire una democrazia reale e l’uguaglianza.
Il nostro Partito pensa che i lavoratori debbano trarre vantaggio da prezzi sociali, dall’aumento delle ferie, dei benefici economici e dalla protezione dell’ambiente. La società ed il governo dovrebbero avere la responsabilità di aumentare stabilmente il tenore di vita della maggioranza. Un governo che non accetta queste responsabilità merita di essere scacciato dal potere e sostituito da una coalizione che misura il progresso realizzando diritti umani e giustizia, aumentando i livelli di vita, l’uguaglianza reale, la sostenibilità ambientale.
Nella misura in cui la classe operaia ed i suoi alleati raggiungeranno questi risultati nel contesto di una nuova proprietà sociale e governeranno la società, questa sarà in grado di varare programmi sociali in continua espansione. Per assicurare la produttività e l’efficienza del lavoro, noi dovremmo:
• Prendere in considerazione quali aspetti della produzione e della distribuzione dovranno essere socializzati e come;
• Impegnarci per una pianificazione strategica che mantenga il necessario equilibrio economico tra la produzione dei beni di largo consumo, l’industria pesante e la produzione di macchinari;
• Cercare l’appropriata combinazione di incentivi morali e materiali ad ogni livello dell’economia—nel lavoro individuale e collettivo, nelle città, stati, regioni e nazione;
• Cercare meccanismi per il funzionamento quotidiano dell’economia, in modo che la qualità, la varietà, la flessibilità e l’efficienza della produzione sia costantemente aumentata.
Molti miti sono stati diffusi sul socialismo. Il socialismo non “socializza” la proprietà privata dei lavoratori, ma solo quella delle maggiori industrie, delle istituzioni finanziarie, di altre grandi società e il lusso eccessivo dei superricchi. Il socialismo non poterà all’uguaglianza dei salari—col socialismo scompare solo la grande disparità tra i redditi dei lavoratori e quelli della ex–classe dirigente, la cui ricchezza non deriva dal lavoro— eliminando la ricchezza privata che deriva dalla speculazione, dalla proprietà privata delle grandi società, dall’esportazione di capitali e di lavoro e dallo sfruttamento di un gran numero di lavoratori. Nello stesso tempo, i lavoratori saranno pagati in rapporto al loro contributo in quantità ed in qualità alla produzione. Il socialismo non elimina i piccoli imprenditori o gli agricoltori su base famigliare. Questi e quelli, che oggi risentono della mano pesante dei monopoli, sono importanti alleati della maggioranza progressista anche dopo l’avvento del socialismo.
Molti dettagli dell’edificazione del socialismo dipenderanno necessariamente dalle condizioni specifiche della trasformazione socialista, dalla politica reale, dai voleri e dalle richieste della maggioranza. Possiamo, tuttavia, prevederne con certezza alcuni aspetti. Il socialismo porterà la proprietà sociale delle “leve di comando” dell’economia — delle maggiori società, delle multinazionali, delle banche e di altre istituzioni finanziarie, dell’industria energetica, di gran parte del sistema distributivo nazionale e di quello sanitario — rivolgendole verso l’utilità pubblica, con direzioni elette pubblicamente, che risponderanno al e per il bene pubblico e per uno sviluppo economico sostenibile. Saranno varati programmi pubblici per una libera sanità, per una libera educazione scolastica tramite livelli di istituti, per combattere l’ignoranza, finire con la malnutrizione, per mantenere il lavoro.
La Carta dei diritti del Socialismo garantirà la libertà di religione e la separazione tra chiesa e stato. Persone di fede e di organizzazioni religiose parteciperanno a tutte le lotte per la giustizia sociale, la pace e l’uguaglianza fino al socialismo compreso. Gli alti standard morali e l’attivismo sociale progressista incoraggiata dai settori più importanti delle maggiori tradizioni religiose porteranno importanti elementi alle lotte per la giustizia.
Vi sono due importanti ragioni per cui il socialismo è diventato nei recenti decenni anche più un imperativo per la sopravvivenza della razza umana. La prima è lo sviluppo di armi da guerra nucleari, chimiche e biologiche, che minacciano l’esistenza stessa dell’umanità. La guerra perseguita dall’ultra-destra, può portare il mondo alle soglie della distruzione ed anche oltre. Apparso per la prima volta nella storia del mondo negli anni ’40, che hanno visto scatenarsi forze orrende e distruttive, il pericolo della guerra si amplia drammaticamente. Per la nostra sopravvivenza, bisogna costruire un mondo in cui il commercio delle armi sia ridotto e successivamente eliminato, in cui la proliferazione nucleare sia perseguita con la completa distruzione di tutti gli ordigni nucleari ed in cui tutte le armi chimiche e biologiche siano distrutte, dobbiamo chiedere a tutte le nazioni di non usare per prime ordigni nucleari, di rinunciare a guerre nucleari preventive e di non mandare armi nello spazio. Un mondo socialista, in cui saranno eliminati gli incentivi economici per la guerra è la grande speranza per la pace e la sopravvivenza del genere umano.
L’altra ragione è la minaccia all’ambiente naturale del pianeta. Per la soluzione dell’inquinamento atmosferico, dell’acqua, della riduzione dello strato dell’ozono, del riscaldamento globale e di altre crisi ambientali sarà necessaria la cooperazione combinata di rutti i paesi del mondo. Ogni tentativo unilaterale di risolvere i problemi ambientali è destinato al fallimento. Le forze della natura, le leggi della natura, non possono essere violate senza pagare un costo altissimo, e le loro violazioni, sufficientemente gravi, possono minacciare la nostre esistenza come specie, la capacità del nostro pianeta di riprodurre la vita come la conosciamo.
Molti problemi ambientali si stanno rapidamente avvicinando al punto di non ritorno, dopo il quale la capacità della natura di rigenerare e di superare i problemi sarà alterata per sempre. Il sistema capitalista, anche se non è la sola causa dei problemi ambientali, aggrava ed accresce questi pericoli. Anche per questa ragione, la nostra sopravvivenza dipende dallo stabilirsi di un sistema che ponga i bisogni umani prima del profitto individuale, che consenta ai lavoratori del mondo di prendere assieme decisioni sui pericoli alla nostra sopravvivenza, e che riduca la capacità dei capitalisti di prendere decisioni a breve termine che minacciano la nostra sopravvivenza a lungo termine.
I Comunisti sostengono il socialismo come la prima fase di un nuovo stadio della società, ma non pensano che lo sviluppo sociale ed economico finirà col socialismo. Noi guardiamo ad una società socialista che alla fine porta ad una fase più alta—il comunismo—dove la classe capitalista e tutte le classi scompariranno, sostituite da uno stato di benessere comune di tutti i lavoratori, dove le inimicizie ed i pregiudizi nazionali e razziali saranno cose del passato. Nella società Comunista i mezzi essenziali della vita saranno abbondanti e facilmente disponibili per tutti, e l’apparato repressivo del governo deperirà a favore di funzioni puramente amministrative. Nella fase comunista della società, della produzione e distribuzione sociale del benessere varrà il motto “da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni”.
Ma ci aspettano epiche lotte da vincere prima di costruire una società comunista. Noi abbiamo bisogno di un’organizzazione che identifichi questi stadi, le alleanze e le loro connessioni.
8. Il ruolo del Partito Comunista
Nella lotta per raggiungere una società più giusta ed equa, il Partito Comunista ha un ruolo speciale. Come Marx ed Engels scrissero nel Manifesto del Partito Comunista, “nel movimento del presente, i Comunisti rappresentano anche e considerano il futuro del movimento”.
Il Partito Comunista combatte gli abusi della classe capitalista organizzando le masse in larghe coalizioni per i bisogni immediati. Noi mostriamo che il sistema capitalista è la causa della povertà, del razzismo, della guerra e delle sofferenze umane, e indichiamo la strada del socialismo come la soluzione fondamentale.
Il Partito Comunista difende gli interessi immediati e a lungo termine della multirazziale classe operaia e del popolo del nostro paese, e costruisce l’unità dell’intera classe e dei suoi alleati. La nostra teoria ed analisi contribuisce alla conquista di riforme immediate e alla creazione di un nuovo sistema basato sui bisogni del popolo piuttosto che sul profitto privato.
Il Partito Comunista ha fornito contributi chiave alla lotta della classe operaia negli Stati Uniti, costruendo sindacati, organizzando reti per i diritti del lavoro e per la sicurezza sociale, opponendosi al razzismo e alla bigotteria e indicando la via per la piena uguaglianza, difendendo i diritti democratici contro la minaccia del fascismo e delle destre, e sostenendo la solidarietà internazionale dei lavoratori contro la globalizzazione imperialista e per la pace.
Allo stato attuale della lotta il nostro ruolo è quello di contribuire alla costruzione del più largo fronte di tutto il popolo per sconfiggere l’assalto dell’ultra-destra al movimento operaio, alla classe operaia, ai popoli oppressi su base nazionale e razziale, alle donne, ai giovani, agli anziani, all’ambiente e alla democrazia.
Il Partito Comunista dà un contributo particolare per la costruzione della direzione del movimento operaio e della classe operaia nelle lotte quotidiane necessarie per formare una coalizione antimonopolistica, un partito politico e possibilmente un governo antimonopolistico, e per costruire anche il socialismo.
Per corrispondere a questo ruolo è necessario un più grande Partito Comunista degli Stati Uniti. La costruzione di club del Partito Comunista con strategia, tattica, preparazione ed organizzazione dentro e fuori i luoghi di lavoro, aiuta le lotte quotidiane. Il radicamento dei Club del Partito Comunista è vitale per affermare l’idea del Partito, la strategia e la tattica nei luoghi di lavoro nelle masse dei lavoratori. Condividendo i loro problemi e le loro lotte, le politiche del Partito vengono testate e affinate nei club. La strategia del Partito alla fine diventa proprietà di un numero sempre maggiore di lavoratori, alla fine di milioni di lavoratori.
Dalla pubblicazione del Manifesto del 1848, il movimento comunista ha ingaggiato una lotta prolungata contro il sistema capitalista, giocando un ruolo cosciente nel lavoro di far cessare lo sfruttamento, l’oppressione e l’ingiustizia nel mondo. Le esperienze mondiali del movimento comunista assieme alle esperienze del nostro partito fin dalla sua fondazione nel 1919, arricchisce la nostra teoria e la nostra pratica. Il Partito Comunista degli USA ha ottenuto molte vittorie e ha subito molte sconfitte, ha avuto meriti e commesso errori, praticato tattiche di successo e sbagliate, da cui abbiamo imparato e ciò ci consente di giocare un ruolo chiave nella transizione al socialismo.
Basandoci sul Marxismo-Leninismo, ci impegniamo ad applicare la teoria alla pratica e la pratica per testare la teoria, per essere i più tenaci combattenti per la più larga unità contro ogni inutile divisione—il razzismo, il sessismo, il nazionalismo, lo sciovinismo, l’omofobia e l’anticomunismo. Il Marxismo-Leninismo è una filosofia che non solo descrive come la società funzione, ma è una guida per capire quali cambiamenti nel mondo sono migliori.
Il Marxismo-Leninismo è un sistema di idee che corrispondono all’interesse della classe operaia. Esso si basa:
1. Sul materialismo dialettico e storico—le leggi dello sviluppo sociale che consentono alle masse popolari di determinare coscientemente ed attivamente il proprio destino e la metodologia filosofica per comprendere cambiamenti e sviluppi.
2. Sull’economia politica—le leggi dello sviluppo capitalista e la teoria del suo funzionamento.
3. Sulla teoria della rivoluzione socialista per muoversi attraverso stadi per raggiungere il socialismo.
Comprendendo assieme, la teoria della conoscenza e l’esperienza mondiale dei movimenti operai per la giustizia ed il socialismo, il Marxismo-Leninismo fornisce una guida scientifica per l’azione. Ciò consente al Partito Comunista di dare un importante contributo in ogni stadio della lotta, e di indicare la strada in avanti. Ciò non ci rende infallibili e non significa che non dobbiamo imparare dagli altri. Ciò consente al nostro Partito di essere il più tenace combattente per l’unità, per il progresso e per il socialismo.
Come possiamo raggiungere il socialismo nel nostro paese? A causa del potere della classe capitalista, del ruolo dominante dell’ideologia capitalista nei media e nel sistema scolastico, delle divisioni create e promosse dagli agenti della classe capitalista, le prossime maggiori trasformazioni sociali, la transizione al socialismo, richiedono una forza di classe cosciente. I rivoluzionari devono essere forgiati nelle lotte della classe operaia per migliori salari e condizioni di lavoro, devono essere sperimentate nella costruzione di alleanze tra i lavoratori ed i popoli oppressi, conseguenti nelle battaglie contro le concrete e perniciose divisioni tra lavoratori giovani e anziani, tra maschi e femmine, tra le coscienti, radicali forze operaie della sinistra e del centro che si impegnano per riforme concrete.
Il nostro partito, con radici profonde nella storia e nella cultura degli Stati Uniti, con le sue battaglie per l’unità della classe operaia, per i diritti civili e la piena uguaglianza per tutti, per riforme genuine, per il mantenimento e l’estensione dei diritti costituzionali, è un’indispensabile componente della coalizione necessaria per il socialismo.
La lotta per conquistare il potere e costruire il socialismo sarà difficile. I monopolisti hanno grandi risorse e sono ben determinati a mantenere le loro ricchezze e il potere. Perché un’organizzazione possa avere il ruolo di direzione e sviluppare la strategia e la tattica che le circostanze obbiettive richiedono, c’è bisogno dell’analisi Marxista-Leninista, un’analisi basata sulle effettive risorse materiali della società. C’è bisogno della capacità di influenzare milioni di persone che si fonda su una lunga esperienza di lotte comuni e di mutuo rispetto. C’è bisogno di un Partito Comunista forgiato nell’azione. Il ruolo della direzione nella lotta per il socialismo non è proclamata, ma può solo essere guadagnata se milioni di lavoratori si avvicinano direttamente al Partito Comunista, ai suoi scritti, e alle sue applicazioni della teoria alle lotte concrete.
Il nostro partito non rivendica il monopolio della saggezza o del Marxismo. Noi guardiamo al mondo del lavoro con tutti coloro che sono genuinamente interessati alla costruzione di movimenti unitari di massa—con la sinistra, le forze di centro, e tutti coloro che partecipano all’attività sociale per il progresso e all’organizzazione della classe operaia. Vi sono casi in certi paesi dove più di una organizzazione si dichiara a favore del socialismo. In molti casi,queste organizzazioni si fondarono alla fine con il Partito Comunista o svilupparono una forte coalizione dei lavoratori con l’obiettivo condiviso di raggiungere e costruire il socialismo.
Noi cerchiamo di costruire il nostro Partito tra i lavoratori di tutte le razze, nazionalità, generi, età e orientamenti sessuali, tra i combattenti organizzati e non organizzati per i diritti dei lavoratori, per migliori salari, migliori condizioni di lavoro, e per battaglie per programmi sociali i cui benefici siano per tutti. Noi focalizziamo la sezione organizzata della classe operaia perché è forte nell’organizzazione, perché quando i lavoratori sono organizzati hanno più potere, perché quando si muovono i sindacati, mobilitano un gran numero di lavoratori. Per lo stresso motivo ci concentriamo sui lavoratoti delle industrie chiave, perché i lavoratori in questi settori decisivi possono colpire i profitti della classe dirigente nel suo insieme, perché hanno la capacità di colpire seriamente il sistema, perché la loro azione ha un forte impatto su tutti gli altri lavoratori e sull’economia.
Il potere della classe operaia deriva dall’azione unita di decine di milioni di lavoratori, dalla loro decisione di finirla con lo sfruttamento e l’oppressione. Nessuna scorciatoia sarà possibile per raggiungere una fondamentale trasformazione del sistema sociale che re-indirizzi le priorità per risolvere I bisogni del popolo, sia nel breve che nel lungo periodo. Noi pensiamo alla rivoluzione come un profondo processo democratico, di quelli che coinvolgono le azioni e le decisioni della grande maggioranza.
Noi rifiutiamo ogni approccio che auspica l’azione violenta. Noi lottiamo e ci impegniamo per costruire una sufficiente unità per costruire il socialismo in maniera pacifica, anche se sappiamo che le classi dirigenti usano per prime la violenza contro i movimenti progressisti e radicali per mantenere il loro potere.
La classe operaia ha bisogno di un proprio partito politico, un partito votato agli interessi dell’intera classe, votato alla visione di lungo termine necessaria per ottenere cambiamenti fondamentali, votato non ad un’ideale astratto ma al popolo concreto che costituisce la classe operaia e le sue lotte concrete. Anche quando sarà costruito un partito antimonopolista di tutto il popolo basato sul lavoro, la classe operaia avrà bisogno di un partito rivoluzionario che possa sviluppare una strategia per il futuro, per il socialismo, più chiara e coerente di quella di una coalizione elettorale. Noi riconosciamo che la vittoria non dipende da slogan o da espedienti o cospirazioni, ma dalla comprensione di milioni di persone conquistate nelle dure lotte sui problemi concreti, una comprensione che accresce la piena coscienza di classe e la coscienza socialista. Tale coscienza non può svilupparsi solo come il risultato di una lotta spontanea ma deve essere combinata con una esplicita organizzazione educazione marxista-leninista, verificata e provata nella lotta.
Il Partito Comunista dipende dalla forma di organizzazione della sua classe operaia per trasformare il lavoro individuale in uno sforzo collettivo. Proprio come un sindacato richiede che tutti i lavoratori escano in sciopero dopo che uno sciopero è stato votato, non importa come ogni singolo lavoratore abbia votato, così anche un partito rivoluzionario dei lavoratori richiede sia un processo decisionale democratico che una direzione centralizzata, unificata dell’azione. Noi chiamiamo questo approccio centralismo democratico. Nel passato il nostro partito ha interpretato il centralismo democratico in modo troppo rigido e dogmatico. Oggi ci impegniamo per la flessibilità, l’unità, la collegialità ed il mutuo sostegno. Ci impegniamo a conquistare tutti i nostri membri alla nostra linea politica democraticamente stabilita, senza imporre la disciplina alla minoranza. Noi parliamo di impegno e disciplina volontari dei nostri membri per raggiungere i nostri comuni obiettivi, la nostra strategia collettivamente convenuta. L’unità di intenti, di visione, di azione—è importante non solo nel sindacato, nei movimenti di massa o nelle coalizioni, ma è cruciale per un Partito Comunista.
9. Sommario
I problemi che affronta il genere umano possono essere risolti, in ultima istanza, eliminando il sistema di sfruttamento capitalistico. La nostra sopravvivenza dipende dalla trasformazione verso il socialismo. La classe operaia degli Stati Uniti, che ha una grande storia rivoluzionaria e molti potenti movimenti e organizzazioni di massa, ha il potenziale per condurre questa trasformazione. Ciò significa costruire l’unità per la pace, per proteggere ed espandere la democrazia, per lavori con salari sufficienti per vivere, per un sistema sanitario universale, per la reale uguaglianza di tutti coloro che sono oppressi per motivi razziali o di nazionalità e per le donne, per finirla col controllo sulle istituzioni politiche dell’ultra-destra, per finirla col ruolo economico delle multinazionali. La costruzione di organizzazioni e di alleanze tra la classe operaia ed i suoi alleati, conquistando una reale unità nel corso della lotta, questo è il percorso della nostra attuale lotta per il socialismo.
Un Partito Comunista è essenziale per i marxisti per verificare nella pratica la teoria rivoluzionaria. Non siamo una società che dibatte su oscuri testi. Siamo un movimento politico e accogliamo tutti coloro che accettano il nostro programma. Come disse Marx, “Finora i filosofi hanno cercato di capire il mondo. La questione, tuttavia, è di cambiarlo”. Il Partito Comunista vuole appunto cambiare il mondo.
——————————————–
Traduzione del “Draft Program of the CPUSA” di Giuliano Cappellini