Pronta la riforma del codice penale. Opg sostituiti da «misure di cura»

La riforma del codice penale è pronta. La commissione istituita a luglio presso il ministero della giustizia, e presieduta dall’avvocato Giuliano Pisapia, ha concluso i suoi lavori a tempo di record. Tra due settimane le proposte per rivedere il codice saranno sul tavolo del Guardasigilli Clemente Mastella. Ne uscirà un disegno di legge delega che dovrà essere approvato dal consiglio dei ministri. Poi inizieranno i lavori parlamentari. Un passo avanti, se si considera che i precedenti tentativi di riformare il codice sono rimasti in un cassetto. Proprio quindici giorni fa il presidente Pisapia ha illustrato le linee guida alla commissione giustizia del senato «riscontrando – spiega Pisapia – una generale approvazione sulle linee di fondo. Mi sembra che stiamo iniziando con il passo giusto».
La riforma cambierà la faccia del codice penale italiano sotto diversi aspetti, uno di questi è l’idea di abolire l’ergastolo, tra i nodi più delicati. Ma una delle novità contenute dalla riforma della commissione Pisapia è l’eliminazione delle misure di sicurezza (o detentive) per le persone non imputabili. Ovvero, l’abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari. «E’ un punto che ha ricevuto l’unanimità della Commissione – spiega Pisapia – Le misure detentive per tutte quelle persone che commettono un reato ma non sono imputabili per i motivi più diversi quali la malattia psichica o uno stato cronico di tossicodipendenza o alcolismo si sono dimostrate inefficaci e anacronistiche».
Questi i principali elementi della riforma: sarà rivista anche la concezione della «incapacità di intendere e volere». La valutazione medico legale, infatti, dovrà considerare non soltanto le malattie psichiche ma, ad esempio, anche i gravi disturbi della personalità.
Al posto degli attuali opg, saranno applicate «misure di cura e di sostegno». La proposta stabilisce una specie di «scala» di interventi. Rimane la previsione di strutture sanitarie specifiche, «ma solo nei casi in cui è assolutamente necessario un controllo quotidiano». E in ogni modo il controllo non sarà affidato alla polizia penitenziaria ma esclusivamente a personale medico.
Quando la salute del reo lo consente saranno previste – a scalare – misure simili alla «libertà controllata». Ad esempio l’obbligo di presentarsi in strutture mediche per assumere farmaci o per incontrare gli psichiatri. In caso di violazione delle prescrizioni, interverranno le forze dell’ordine e verranno comminate misure di maggior controllo. Si prevede, inoltre, la possibilità che alcune misure siano svolte in ambito famigliare. Altra importante novità è la specificazione che l’applicazione delle misure di sostegno non potranno superare l’entità della pena. Mentre oggi, con il meccanismo della «proroga», succede che le persone vengano lasciate negli opg anche per decenni, indipendentemente dal tipo di reato commesso. In secondo luogo – ma questo avviene già oggi – ci sarà una valutazione periodica dell’efficacia della cura. Se funziona, la misura applicata sarà più leggera. Viceversa, si provvederà a un maggiore controllo.