La Ue ha detto subito no: la golden share invocata da molti, per bloccare la possibile cessione di Tim da parte di Tronchetti Provera, non può essere utilizzata dal gverno italiano. Pronta la replica di Prodi appena arrivato a Nanchino: «chi ha mai parlato di goden Share?». In serata poi con un lungo comunicato diffuso da Roma, Prodi va giù duro e accusa Tronchetti Provera non solo di avergli nascosto le reali intenzioni, ma di avergli addirittura mentito.
Nel comunicato della presidenza del consiglio si ricostruiscono i due incontri (il 19 luglio e il 2 settembre) tra Prodi e il presidente di Telecom. Nel primo il presidente Telecom espose al presidente del consiglio il « progetto per l’ingresso di Rupert Murdoch nel capitale di Telecom Italia attraverso il conferimento di Sky Italia». Nel secondo il presidente del gruppo Telecom aggiornava Prodi, dicendo di disporre di «opzioni strategiche alternative» a Murdoch rappresentate da Time Warner e General Electric. Inoltre Telecom Italia «si sarebbe potuta rafforzare finanziariamente e patrimonialmente attraverso la dismissione della partecipata Telecom Brasile dalla quale avrebbe potuto ottenere risorse finanziarie valutabili nell’ordine di 7-9 miliardi di euro». Nell’incontro di Cernobbio del 2 settembre – è scritto nel comunicato – «il dott. Tronchetti non ha quindi in alcun momento fatto riferimento al processo di riorganizzazione societaria che il consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha approvato lo scorso 11 settembre».
A proposito dell’incontro del 9 luglio il comunicato precisa che Prodi, «nel prendere atto del progetto si era limitato a comunicare a Tronchetti che per il governo sarebbe stato auspicabile che a seguito dell’operazione il controllo di Telecom Italia fosse rimasto in mano italiana. In aggiunta il presidente Prodi si augurava che grazie alle sinergie attivabili nella partnership, Telecom Italia avrebbe potuto avviare un processo di internazionalizzazione basato sull’esportazione nei mercati esteri del modello tecnologia/contenuti sviluppato in Italia», ma Tronchetti «aveva rassicurato che il controllo italiano rappresentava condizione negoziale irrinunciabile». A conclusione del primo incontro si era anche Tronchetti Provera aveva affermato che «era intenzione di Telecom Italia conservare l’attività di La 7 per poterla potenziare e sviluppare anche grazie ai contenuti messi a disposizione dal gruppo Murdoch».
Nel secondo incontro (a Villa d’Este a Cernobbio) Tronchetti Provera aveva «aggiornato Prodi sullo stato di avanzamento della trattativa con il gruppo Murdoch» riferendo che «Telecom Italia aveva assunto una posizione negozialmente più forte: Telecom Italia disponeva di opzioni strategiche alternative al gruppo Murdoch rappresentate rispettivamente da Time Warner e General Electric». A conclusione del colloquio – si legge ancora nel comunicato – si è fatto notare come, alla luce dei due punti sottolineati da Tronchetti Provera, «la posizione del gruppo Murdoch fosse più debole in quanto solo la partnership con Telecom Italia rappresentava l’unica possibilità per raggiungere una adeguata massa critica sul mercato italiano. Nell’incontro di Cernobbio – conclude la nota – il dott. Tronchetti non ha quindi in alcun momento fatto riferimento al processo di riorganizzazione societaria che il consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha approvato lo scorso 11 settembre».
Insomma, un comunicato molto freddo, quesi una dichiarazione di guerra, anche se non sono ben chiari gli strumenti che Prodi potrà utilizzare per cercare di bloccare una eventuale vendita di Tim che in molti si augurano non finisca in mani straniere. Anche Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente di Confinustria da Nanchino ha mandato a dire «spera» che Tim rimanga italiana, per poi cautelarsi affermando che «in ogni caso mi sembra prematuro dare un giudizio su cose che non conosco».
Chi invece ha dato un giudizio netto sulla ristrutturazione sono i sindacati: ieri Cigl, Cisl e Uil, al termine di un incontro (nella sede della Telecom a pizza Affari a milano) con i vertici della società (gli amministratori delegati Riccardo Ruggiero e Carlo Buora) si sono detti «insoddisfati e delusi» del piano di ristrutturazione approvato lunedì dal consiglio di amministrazione. E sindacati come risposta al piano di ristrutturazione hanno annunciato un primo sciopero del gruppo entro la fine del mese
Tornando invece a Bruxelles, c’è da segnalare la dichiarazione («non c’è spazio nel ercato interno per l’uso della golden Share») rilasciata da Oliver Drewes, portavoce di Charly McCreevy, commissario al mercato interno. Il quale, poi ha un po’ attenuato la minaccia, sostenendo: «saremo più precisi quando avremo più informazioni».