Primo atto dei democratici: stop alle coppie di fatto in Emilia-Romagna

Il primo atto pubblico del Pd? È già nella bufera. A tre giorni dall’assemblea costituente di Milano, un progetto di legge dello Sdi sul sostanziale riconoscimento delle coppie di fatto per l’accesso alle agevolazioni previste dalle leggi dell’Emilia-Romagna è stato bocciato nella prima commissione dell’assemblea legislativa regionale. Proprio con l’astensione determinante dei consiglieri del Pd.
Gli esponenti Ds e DL si sono infatti astenuti sulla votazione del progetto di legge firmata dal consigliere dello Sdi Paolo Zanca che proponeva di ampliare i diritti all’accesso ai servizi nell’applicazione di leggi e regolamenti regionali. Nell’unico articolo della legge si prevede che per «nucleo familiare s’intende la famiglia anagrafica». Sul pdl hanno votato contro i consiglieri del centrodestra e a favore quelli di Sdi, Italia dei Valori, Prc e Pdci. La legge ora andrà in aula con il parere contrario della commissione.
E sempre ieri, come contromossa, il gruppo dei Democratici ha presentato un progetto di legge di sostegno alle famiglie, che non interviene sul concetto di famiglia, attenendosi alla legislazione nazionale in materia, in attesa che un’eventuale nuova legge varata dal Parlamento definisca a quale tipo di famiglia ci si riferisce per l’accesso al welfare. «Ma attenzione—avverte il consigliere pd Marco Monari, ex segretario dl, il nostro è un progetto serio, pronto ad accogliere eventuali chiarimenti che arriveranno dalla legge nazionale. Invece quella dello Sdi è solo una provocazione, non ha alcuna ricaduta seria sulle politiche per la famiglia. Nessun passo indietro sulla laicità, dunque».
Una risposta indiretta a chi, in queste ore, ha invece gridato allo scandalo. Ad esempio il deputato socialista e presidente onorario dell’Arcigay Franco Grillini: «Non mi meraviglia che alla prima prova concreta sul terreno della laicità il Pd abbia dimostrato con un clamoroso cedimento quello che sosteniamo da tempo, e cioè che il nuovo partito è subalterno all’ala clericale. La Regione Emilia-Romagna si sta dimostrando quindi più arretrata di Toscana, Puglia e Piemonte. È un vero peccato, perché l’Emilia all’epoca del Pci aveva, per prima, introdotto nella sua legislazione il plurale “famiglie”, tanto da suscitare, oltre vent’anni fa, l’ira dell’attuale presidente della Lombardia Formigoni, che promosse un sit-in di CL sotto la sede della Regione».
In difesa della decisione del Pd emiliano, però, mentre il presidente della Regione Vasco Errani ha preferito non commentare, si è schierato anche, tra gli altri, il presidente della commissione regionale Politiche sociali Tiziano Tagliani: «Il provvedimento Zanca non produce nulla di nuovo, estende solo le leggi regionali esistenti. Mentre il progetto di legge dell’Ulivo entra nel merito dei problemi». E mentre il segretario Pd Salvatore prende le distanze limitandosi a dire di non «saperne nulla», il consigliere Ds Mario Mazzotti critica lo Sdi, parlando di «intento ideologico» del documento.