PRIMARIE ‘RIVOLUZIONE D’OTTOBRÈ

‘La rivoluzione d’ottobrè. Questo il titolo d’apertura de ‘L’Unita» sull’esito delle primarie per il Partito democratico. «Uno straordinario successo per il Partito democratico. Una grande investitura per Walter Veltroni. Un forte incitamento per il governo di Romano Prodi. Una domanda esigente a tutti perchè si faccia di più», scrive nel suo editoriale il direttore del quotidiano Antonio Padellaro, secondo il quale «hanno fatto flop (ancora una volta) i famosi sondaggisti e i loro termometri di consenso che segnalavano temperature glaciali per il Pd. Si sono sbagliati teorici e cantori dell’antipolitica convintissimi che alla parola ‘partitò la gente si sarebbe barricata in casa». «Si può ben dire -scrive tra l’altro Padellaro- che ieri è avvenuto qualcosa di realmente rivoluzionario nella politica italiana. E rivoluzione d’ottobre è il nostro titolo, che abbiamo preso in prestito da una battuta azzeccata di Dario Franceschini. Si temeva anche un voto frutto principalmente della fusione fredda degli apparati di partito, privo quindi di un effettivo consenso di base. E invece il Pd una base ce l’ha ed è la più vasta e popolare che si potesse sperare». La vittoria di Veltroni, osserva Padellaro, «è anche un successo di squadra da condividere con Piero Fassino e Francesco Rutelli. Protagonisti di un’operazione ad alto rischio, come lo scioglimento dei Ds e della Margherita in un partito tutto da costruire, e che oggi possono dire di aver fatto la cosa giusta». «Ma soprattutto -sottolinea il direttore de ‘L’Unita»- un successo anche di Romano Prodi per la costanza con la quale per dodici anni ha perseguito l’idea di un partito che non c’era e che molti non volevano mai ci fosse. Prodi e Veltroni. I tre milioni e oltre delle primarie rappresentano un energico ricostituente per questo governo. Una nuova spinta ad andare avanti, a correggere gli errori, a realizzare per intero il programma, a smetterla con i protagonismi e le divisioni inutili