Il «non candidato con passamontagna arcobaleno» rappresenterà i senza casa, i senza lavoro, i senza speranza…
«Ma certo che se me lo chiedono accetto. Come si fa a dire di no a questi ragazzi?». Don Andrea Gallo, il prete genovese da sempre vicino ai movimenti, non è ancora candidato ufficialmente alle primarie del centrosinistra, ma non esclude questa possibilità «Ci sia-
mo trovati con Francesco Caruso, Luca Casarini ed altri ad un dibattito in Campania, a Mercogliano. Loro sono venuti da me, mi hanno parlato della loro idea di presentare un candidato senza volto, magari con un passamontagna arcobaleno ficcato sulla testa, che rappresenti tutti i senza documenti, i senza casa, i senza lavoro, i senza speranza – racconta lui stesso dopo le anticipazioni della Stampa di ieri – Io ho detto loro che li appoggio senz’altro. Ma quando hanno avanzato l’ipotesi che quel volto fossi io, li ho invitati a scegliere qualcuno più rappresentativo». Dunque, nulla di fatto. O meglio non ancora. Ma è evidente la voglia dei Disobbedienti – l’ala più radicale del movimento, abituata a far sentire la propria presenza anche con gesti eclatanti, e dal sicuro effetto mediatico – di trovare un modo per far pesare la propria voce nelle consultazioni per scegliere il leader dell’Unione. «È in corso una discussione su quali forme trovare per partecipare in maniera provocatoria alle primarie – spiega Casarini, che dei Disobbedienti è uno dei leader – è chiaro che presentare una candidatura come quella di Don Andrea Gallo sarebbe il segnale di una rottura». Per dire che i temi che il movimento ha sollevato in questi anni devono esser fatti propri da chi tra un anno sfiderà Berlusconi. Per ribadire dunque il no totale alla guerra, porre il ritiro delle truppe dall’Iraq come condizione non negoziabile per la coalizione di centrosinistra, portare avanti la battaglia per la chiusura dei Cpt, e rilanciare la richiesta di un’amnistia per i reati sociali. «Si sta ancora lavorando ma non è così scontato che una candidatura vi sia – precisa comunque un altro leader disobbediente, Caruso – quello che è fondamentale è rimarcare la distanza e la diversità rispetto agli altri candidati». Se tali distanza e diversità sono evidenti rispetto al “Professore”, vengono però contrapposte in maniera chiara ai candidati della sinistra radicale: Alfonso Pecoraro Scanio e, soprattutto, Fausto Bertinotti. Casarini esplicita: «Questa può essere un’azione di disturbo, anche contro quei partiti che si definiscono sinistra radicale». La candidatura di Don Gallo è una provocazione, «ma significa dire alla coalizione di centrosinistra che il movimento c’è», commenta Vittorio Agnoletto, uno dei leader storici del movimento, europarlamentare del Prc. E a proposito di Bertinotti: «La candidatura non è in contraddizione ma, anzi, è complementare alla sua proposta».
Intanto, lui, il leader di Rifondazione preferisce non commentare. Mentre Pecoraro Scanio ribadisce che «più ampia è la partecipazione alle primarie, meglio è». E sulla possibilità che qualche voto passi da lui a Don Gallo, dice: «La mia sensazione è che nel caso si candidasse, prenderebbe consensi di persone che altrimenti non voterebbero».
Nella sinistra radicale direttamente chiamata in causa, comunque, la discussione è accesa. Giovanni Russo Spena (uno dei più “movimentisti” di Rifondazione) dichiara che «la candidatura di Bertinotti rappresenta già, oltre al Prc, le aree vicine ai movimenti». Sposa la stessa linea anche Claudio Grassi leader dell’ Ernesto, la minoranza del Prc, spesso in disaccordo con il Segretario («Rifondazione ha investito molto sui movimenti e Bertinotti è il candidato da appoggiare»). Quella di Don Gallo, «non è una candidatura di per sé alternativa a Bertinotti», dice Patrizia Sentinelli, della segreteria Prc con l’incarico di tenere i rapporti con i movimenti. Fuori dal coro, invece, la voce di Marco Ferrando, leader dell’area trotzkista del partito. Questa eventuale candidatura sarebbe «la conferma di una presa di distanza, per altro già avvenuta da tempo, nei confronti di Rifondazione». Unico a commentare nei Verdi – oltre a Pecoraro Scanio – Paolo Cento: «Le primarie sono uno strumento democratico a cui possono prendere parte anche personaggi esterni al mondo della politica».
Ogni decisione da parte dei Disobbedienti, intanto, è rimandata a settembre.