Meno supplenti e meno risorse economiche per la gestione quotidiana delle scuole. La scure della Finanziaria si è abbattuta sulla scuola pubblica: quasi un miliardo di euro in meno rispetto allo scorso anno. In compenso, il ministro Letizia Moratti, non dimentica il personale «fedele» che si è dato da fare per far decollare, dove è stato possibile, la riforma della scuola: 14 milioni e 400 mila euro l´anno per i dirigenti ed il personale che si è dato da fare. Soldi che verranno sottratti al fondo destinato al disagio e alla dispersione scolastica. I criteri con cui verranno assegnati i «premi» saranno stabiliti dal ministero dell´Istruzione che la scorsa estate aveva invitato i direttori regionali a segnalare i «nominativi» degli oppositori alla riforma.
E a confermare la drammaticità della situazione è la discesa in campo dell´Associazione nazionale presidi, mai così dura con il ministro Moratti. «Una morte annunciata attende le scuole italiane», esordisce il comunicato dell´Anp. A partire da 2001 i fondi destinati ai bilanci correnti degli istituti scolastici sono scesi dal parametro cento a cinquanta. «Nel corso di cinque anni, cioè nell´arco di questa legislatura – ricorda l´Associazione nazionale presidi – sono crollati. In molti casi le scuole non saranno in grado di pagare la tassa comunale sulla rimozione dei rifiuti. E per la didattica, l´autonomia e la qualità, cosa rimane? Abbiamo segnalato questo grave problema anche al presidente della Repubblica».
Cosa colpirà il taglio di 980 milioni di euro al bilancio della scuola pubblica? In primo luogo i fondi per il funzionamento didattico e amministrativo degli istituti. I soldi disponibili passano da 166 a 99 milioni di euro. Quindi tagli del 40 per cento sulle cartucce per le stampanti, carta per le fotocopie, attrezzature di laboratorio e persino sui registri di classe, che dovranno essere più spartani. Taglio drastico anche ai fondi destinati alle supplenze annuali: dai 3 miliardi stanziati nel 2005 ai 2 miliardi e 358 milioni nel 2006. Tutti soldi destinati ai 130 mila precari, pari al 15 per cento dei docenti. In cambio aumentano i finanziamenti alle scuole non statali: di un milione di euro in Lombardia, 572 mila in Veneto e 680 mila euro in Campania.