Precari a vita dell’Ausl di Sulmona: dopo 10 anni forse la svolta

Sono 38 i lavoratori precari della Ausl di Sulmona, Avezzano e Castel di Sangro che attendono di sapere del loro destino. 13 autisti del 118 e 25 addetti ai servizi del Cup, centro unico di prenotazioni. Eterni giovani in cerca di stabilità lavorativa inquadrati come Lsu, lavoratori socialmente utili, per 5 anni, ormai quarantenni con famiglia a carico e contratto co. co. co. da altri 5. Ma il 24 luglio anche quest’ultima “incertezza” è crollata: scaduto il contratto a termine, i lavoratori abbruzzesi se lo sono visti rinnovare per soli altri 5 mesi, in attesa che venga presentata la nuova legge regionale che dovrebbe «avviare le procedure concorsuali per trasformare i contratti di lavoro precari in lavoro subordinato a tempo indeterminato», come si legge nella vertenza da loro presentata al sindacato di base Rdb al quale aderiscono. «Quaranta famiglie che da oltre 10 anni temono un licenziamento», dice Pino Gentile, del coordinamento Rdb dei lavoratori atipici, «oramai stufe di essere prese in giro».
Normali storie di precarietà di questo millennio, che si inseriscono tra quelle degli oltre 350mila precari della pubblica amministrazione, che chiedono, come si legge nel documento approvato dall’assemblea dei sindacati di base del 16 luglio, «all’attuale maggioranza di ottenere soluzioni generali e sostanziali, cioè provvedimenti legislativi volti alla programmata trasformazione di tutte le tipologie contrattuali precarie in contratti di lavoro a tempo indeterminato». E che per questo manifesteranno uniti a Roma il prossimo 6 ottobre.

«Ma la nostra lotta non si ferma qui» racconta la precaria e agguerrita Carla, «ci siamo un pò fermati per l’estate, ma continueremo a farci sentire. Il contratto co. co. co che ci è appena scaduto prevedeva, a fronte di un lavoro di 36 ore settimanali, uno stipendio di circa 1000 euro mensili, ma ci subordinava ad orari e rapporti gerarchici che mal si conciliavano, quando non tenevano direttamente in nessun conto, con le tipologie e le necessità effettive del nostro lavoro. Tutto questo senza contare che non avevamo alcun diritto a ferie e malattie. Ora aspettiamo che la giunta si riunisca a settembre e che finalmente venga indetto un concorso per le assunzioni a tempo indeterminato che tenga conto delle nostre professionalità acquisite in oltre 10 anni di lavoro».

Per questo i 38 lavoratori, che dal 28 febbraio tengono un presidio ad oltranza sotto la sede del consiglio regionale dell’Abruzzo, avevano già occupato, il 23 maggio scorso, l’assessorato regionale alla sanità, chiedendo al presidente Del Turco «un preciso e concreto impegno per la tempestiva approvazione di una legge regionale quale indispensabile premessa per avviare le procedure concorsuali». Anche perché «il direttore generale, nonostante sia direttamente responsabile dei servizi fin qui garantiti con evidente professionalità dai precari, sembra sempre più interessato a procedere nella politica di esternalizzazione dei servizi». «C’è da domandarsi cosa ne sarà dell’Ausl di Sulmona, oltre che di noi, a settembre» conclude Carla. E chi vivrà vedrà… Servizio sanitario nazionale permettendo.