«Vogliamo che Rifondazione ritiri la sua delegazione del governo, siamo contrari al rinvio del congresso ed alla verifica chiesta per gennaio perchè c’è stata in questo anno e mezzo di governo ed il risultato si è visto con la vicenda del welfare». A ‘bocciarè il governo così come la linea scelta da Rifondazione sono Gian Luigi Pegolo e Fosco Giannini, parlamentari del Prc ed esponenti dell’Ernesto, minoranza del partito. I due parlamentari, insieme con Leonardo Masella e Francesco Maringiò, due esponenti della minoranza, scelgono la sede nazionale del Prc in viale del Policlinico, per contestare l’atteggiamento del partito di Franco Giordano e mettere in evidenza «il fallimento della linea scelta con il congresso di Venezia». Parole dure contro la maggioranza del Prc così come contro Fausto Bertinotti: «La deve smettere di fare il padre-padrone – attacca Giannini – o fa il segretario del partito oppure il presidente della Camera. È lui – aggiunge – il costruttore del disastro». Bocciata dunque la linea del presidente della Camera così come il progetto di un nuovo soggetto politico messo in campo dal Prc con gli altri partiti della sinistra. L’Ernesto non parteciperà agli stati generali della sinistra in programma domani e domenica a Roma perchè, osserva il senatore del Prc: «La ‘cosa rossa – osserva – è speculare al Pd. Nasce nello stesso luogo, il governo, su una piattaforma ultra moderata». La sinistra unita, secondo l’Ernesto, «non può mettersi a capo di un nuovo ciclo di conflitti sociali. L’unico modo – avvertono – con cui il nostro popolo può ottenere qualcosa». Se il progetto di un nuovo soggetto politico non piace a Giannini e Pegolo, critiche non sono risparmiate neanche alla decisione di rinviare il congresso del partito in programma per marzo 2008. La decisione di rinviare l’assise osserva Pegolo «è una cosa grave. Un gesto antidemocratico». In linea anche l’accusa di Giannini, convinto che gli iscritti di Rifondazione debbano essere consultati nel momento in cui si decide di dar vita ad nuovo soggetto politico bollato come «un’ accozzaglia senza passione». Il senatore di Rifondazione si lascia andare ad una battuta: «Se una bocciofila vuole diventare una birreria deve consultare i suoi soci. Bisogna avere quindi il coraggio di chiedere ai militanti di questo partito se sono pronti a superare se stessi». Il senatore dell’Ernesto non scioglie poi la riserva in merito al voto sul ddl welfare, che dalla prossima settimana sarà al Senato: «Ho seguito il consiglio degli operai di Mirafiori – spiega – ho chiesto al partito e al mio capogruppo Giovanni Russo Spena di poter avere un atteggiamento diverso, magari non partecipando al voto. Sto aspettando una risposta – aggiunge – e mi regolerò in base a quella». In attesa di sapere quale sarà l’atteggiamento sul welfare, Giannini manda però un avvertimento in vista dei prossimi appuntamenti: «A tutto c’è un limite»,dice pensando già al voto di rifinanziamento della missione in Afghanistan