Prc: «In piazza con la scuola»

«Rifondazione comunista sostiene lo sciopero della scuola, il 16 aprile sarà anch’io in piazza insieme ai sindacati». Poche parole del segretario del Prc Franco Giordano a radio Bbs Popolare Network e riscoppia la polemica sulla partecipazione di forze di governo agli appuntamenti di piazza contro l’esecutivo. Con l’opposizione che ci sguazza: «Si apre un nuovo fronte del dissenso nell’Unione», osserva il responsabile scuola di Alleanza nazionale, Giuseppe Valditara. Eppure, non è la prima volta che il Prc appoggia le proteste dei sindacati contro i tagli: l’ultima volta il 17 novembre, all’indomani dell’approvazione della legge Finanziaria del governo Prodi. Aderirono anche lo Sdi, Pdci e Verdi (che ieri con un comunicato hanno sottoscritto le rivendicazioni dei sindacati). Ma, all’epoca, non c’era ancora stata la crisi di governo e lo piscodramma del «ci vado o non ci vado». Ieri, ai microfoni della radio, Giordano ha comunque precisato che non sarebbe opportuna la partecipazione dei ministri: «Penso che quando ci sono manifestazioni contro il governo, per questioni di stile, è meglio che i ministri non vadano».
Se non altro, l’annuncio del segretario ha dato la sveglia al ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni: «Spero di risparmiare a Giordano la fatica di manifestare – ha dichiarato – stiamo cercando risposte aggiuntive». «Risparmierà la fatica non solo a me ma a migliaia di insegnanti, studenti e lavoratori del mondo della scuola», ha risposto a distanza il segretario del Prc. Proprio ieri, rispondendo a un question time alla Camera, il ministro Fioroni ha parlato della situazione delle risorse per la scuola. Ripetendo la frase di rito di tutti i ministri dell’Istruzione, e cioè «abbiamo ereditato una situazione difficile», Fioroni ha ricordato che il governo Berlusconi ha tagliato risorse alla scuola «per 500 milioni di euro». Per quanto riguarda «il rinnovo contrattuale che i sindacati giustamente rivendicano», scaduto da 15 mesi, il ministro ha spiegato che «il governo è impegnato nello sforzo di trovare risorse aggiuntive»: in particolare quelle che dovevano essere accantonate nella scorsa legislatura in seguito a «manovre di razionalizzazione». Si tratta, grosso modo, di 250 milioni di euro che il ministero del Tesoro avrebbe dovuto certificare. Ma non è stato fatto, né dal precedente governo, né da quello attuale. In ogni caso, la Finanziaria già prevede uno stanziamento per il rinnovo dei contratti «si tratterebbe di 110 euro procapite – spiega il segretario della Cgil Flc Enrico Panini – potremmo già avviare il tavolo delle trattative, ma il governo non dà segnali». I sindacati unitari protestano anche perché non è mai stato riunito il tavolo, sottoscritto a gennaio, che avrebbe dovuto discutere delle risorse da destinare alla conoscenza. «I conti sono in ripresa – ricorda Panini – perché non investire nella scuola pubblica?». A parte il contratto scaduto da più di un anno, il mondo della scuola è in fibrillazione: il taglio degli organici sta riducendo ovunque il tempo pieno. Domani si terrà una nuova manifestazione a Bologna. Anche a quella aderisce il Prc. «Ormai ci sono più di mille scuole indebitate con le banche – aggiunge Panini – Tanto che le supplenze non vengono più garantite». Per questo, le parole di Fioroni non sembrano far traballare l’appuntamento del 16 aprile: «Noi giudichiamo i fatti, non le parole», conclude Panini.
Convinto che lo sciopero del 16 aprile non si farà è Piero Bernocchi portavoce dei Cobas, sindacato che ha proclamato lo sciopero per l’11 maggio: «I confederali si accorgono ora che i soldi non ci sono, né per il contratto né per altro».