Noi non entreremo in segreteria». Lo puntualizza l’ex presidente dei deputati del Prc, il ‘bertinottianò Gennaro Migliore, interpellato su questo argomento il giorno dopo la chiusura del congresso del partito a Chianciano. Altro discorso, osserva, è quello relativo agli organismi più istituzionali della vita del partito: «per il collegio di garanzia abbiamo candidato una donna e riteniamo che per quanto riguarda questi organismi di garanzia sia giusto partecipare e lo stesso vale per la tesoreria». «Non me la sento però – aggiunge Migliore – di entrare in una segreteria nella quale componenti ultraminoritarie dettano veti e priorità. La segreteria deve operare per applicare la linea politica, è giusto che ci entri chi quella linea l’ha votata». In questo senso Migliore, che con i vendoliani prepara per settembre una «assemblea di massa come ex mozione ‘Rifondazione per la sinistrà», invita la nuova maggioranza a «uscire dalle secche degli appelli all’unità a cose fatte». «Sulle questioni riguardanti la vita del partito – spiega – ci confronteremo ma da qui a dire che condividiamo un appello all’unità ne passa anche perchè ci sarebbe stata la possibilità di una soluzione veramente unitaria con l’87% del congresso e invece si è preferito eleggere un segretario con il 50,5% e questo la dice lunga sulla volontà di unità». «Bisogna tornare alla mobilitazione sociale – prosegue – e noi continueremo a cercare di ricostruire la sinistra. Noi stiamo dentro a Rifondazione consapevoli che il partito deve rapportarsi con l’esterno e non essere nè settaria nè chiusa». Riguardo infine a eventuali problemi di ‘coabitazionè nelle giunte paventati dal Pd, Migliore osserva: «mi sembra naturale che ci sia questo timore visto che la linea votata parla di una chiusura minoritaria, non è la mia, però, e in questo senso proveremo a cambiare l’ordine delle questioni».(