PRAGA 19 novembre: CONTRO-VERTICE ANTI-NATO

CONTRO-VERTICE ANTI-NATO

dal Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM)
Lun 30 sett. 2002
mail a [email protected] http://www.kscm.cz

Praga, 30 Settembre, 2002

Cari compagni,

Il contro-vertice internazionale organizzato dal KSCM si terrà il 19 novembre, prima del summit della NATO, affronterà le questioni chiave della sicurezza europea ed il lancio di una campagna per attivare un movimento della pace nel continente europeo.

Siamo convinti che dovrebbe essere dedicata attenzione continua al tema della sicurezza europea. Per questo proponiamo che per attivare un movimento per la pace e per progettare l’architettura della sicurezza europea, l’incontro internazionale di novembre dovrebbe avere una continuità di lavoro permanente nel tempo. Il lavoro relativo, fra un incontro e l’altro, potrebbe essere coordinato da un comitato di coordinamento europeo. Al di là dei vari punti di vista, con questa campagna l’Europa potrebbe trasmettere un segnale contro la guerra al mondo intero.

Vi chiediamo di raccogliere adesioni a sostegno della bozza di appello che vi alleghiamo; siamo sicuri che userete tutti i mezzi disponibili per attivare e coordinare un movimento per la pace a livello europeo.

Vi invitiamo a segnalarci idee, suggerimenti e osservazioni sul testo, entro il 1° novembre 2002, in modo che esse possano essere incluse nel summit internazionale di novembre a Praga.

Dott. Ing. H. Charfo, DrSc.
Responsabile del dipartimento esteri
Comitato Centrale – Partito Comunista di Boemia e Moravia

Bozza dell’appello internazionale di Praga

La NATO aumenta i rischi per la sicurezza e minaccia la pace.

L’esistenza della NATO è stata giustificata dai suoi fondatori come “alleanza difensiva “ contro ” la minaccia sovietica”. Logicamente il crollo dell’Unione Sovietica e la dissoluzione del patto di Varsavia avrebbero dovuto portare anche allo scioglimento della NATO.
E’ accaduto l’opposto. La NATO invece di smobilitare si sta rafforzando.
Contrariamente a quanto dichiarato nel trattato fondativo di Washington, la NATO ha ufficialmente assunto il diritto di intervenire militarmente contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo e in qualunque momento. Questo viola non soltanto il proprio statuto, ma sfida apertamente il diritto internazionale, e la NATO usurpa l’autorità della Comunità internazionale delle Nazioni Unite e del suo Consiglio di sicurezza.

La guerra contro la Yugoslavia del 1999, intrapresa senza un mandato del Consiglio di sicurezza Onu, in spregio anche della convenzione di Ginevra, è la prova convincente di una nuova strategia aggressiva ed interventista che per la prima volta dal 1945 porta una guerra di aggressione in Europa.
Un altro esempio lampante è l’attacco anglo-americano all’Afghanistan, come parte di quella cosiddetta “guerra contro il terrorismo”, condotta e sostenuta da alcune nazioni NATO. L’attacco non ha rispettato i principi umanitari fondamentali e non ha risparmiato la popolazione civile, le infrastrutture, le vite e i diritti dei prigionieri di guerra.
Il cambiamento dell’elite dirigente dell’Afghanistan che è stato imposto non risolverà i problemi di base della popolazione afgana.

Influenzata in modo determinante dagli USA, la NATO è sempre più chiaramente un patto politico-militare che va ben oltre il carattere difensivo. Sta trasformandosi in uno strumento di espansione e di consolidamento dell’influenza mondiale degli Stati membri più importanti. È uno strumento fondamentale per perseguire i programmi degli Stati Uniti nel mondo intero, la loro influenza e i loro interessi sul continente europeo.
L’egemonia degli Stati Uniti nella NATO si basa sullo status privilegiato e sull’autorità USA, sul controllo che gli Usa esercitano sugli apparati militari e di sicurezza, sull’industria della “difesa” e sulla tecnologia militare degli Stati membri dell’alleanza.
Le strutture militari integrate della NATO hanno una operatività che agisce, specialmente nei momenti di crisi, al di fuori dell’effettivo controllo delle istituzioni nazionali, particolarmente negli Stati europei.

Le armi nucleari, il cui uso è contrario alle Costituzioni di diversi paesi membri, sono soggette di fatto alle decisioni degli Stati Uniti e al controllo politico-militare delle loro autorità, anche quando le basi nelle quali sono schierate sono sul territorio di questi Stati.
Questo significa che c’è un crescente e peculiare pericolo per tali paesi di essere trascinati in uno scenario di guerra senza che ciò sia sottoposto alla valutazione e al controllo delle legittime autorità nazionali.
Sotto la pressione degli Stati Uniti, vi è così un crescente pericolo per l’Europa e per il mondo di essere trascinati in una nuova corsa al riarmo.

L’umanità è minacciata dalla militarizzazione dei rapporti internazionali, dalla militarizzazione dello spazio cosmico, dall’interventismo militare crescente che sempre più domina la politica degli Stati Uniti.
La NATO, come strumento politico dell’egemonia USA, dà priorità all’escalation militare e all’uso della forza, anziché alle soluzioni pacifiche nelle controversie internazionali e ai metodi civili di risoluzione dei problemi economici e sociali che si acutizzano nel mondo contemporaneo.
La NATO non è all’altezza di risolvere questi problemi politicamente.

Per assicurare la pace sul continente e l’istituzione di rapporti pacifici con le altre nazioni del mondo, l’Europa non ha bisogno di un’alleanza aggressiva che insidia e in pratica sfida il ruolo delle Nazioni Unite. La NATO è inaccettabile nella sua forma attuale e chiedere oggi il suo scioglimento è un fatto politico di grande rilievo.
Noi pensiamo che la decisione, da parte degli Stati europei, di sospendere la propria appartenenza alle strutture militari integrate della NATO possa essere un primo passo realistico di procedere nella direzione del suo scioglimento. Ed è vitale per l’Europa e per gli Stati che vogliono mantenere un certo grado di sovranità nelle decisioni, per evitare di essere trascinati in nuove avventure militari.
L’Europa ha bisogno di un diverso sistema di sicurezza rispetto a quello rappresentato dalla NATO. Un sistema difensivo e non aggressivo, che sulla base del principio dell’ eguale condizione e dignità, comprenda tutti gli Stati del continente, dal Portogallo agli Urali, dalla Scandinavia ai Balcani.
Un sistema che sia basato sulla necessità non soltanto dell’esistenza ma anche della riforma delle Nazioni Unite.

Un sistema che, nel pieno rispetto della carta delle Nazioni Unite e dello spirito di Helsinki, si emancipi dalla pressione degli USA e di altri poteri forti che agiscono contro le leggi internazionali.
Un sistema che dovrebbe essere basato sulla sovranità di tutte le nazioni e su rapporti di cooperazione pacifica con gli altri Paesi.
Noi proponiamo che questo concetto sia implementato sulla base dell’esperienza dell’OSCE, nello spirito della “Carta di Parigi per una nuova Europa”, firmata alla fine dell’incontro dei leaders degli stati e dei governi dei Paesi membri della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE), tenuta a Parigi il 21 novembre 1990.

L’Europa è stata sempre una delle parti del mondo più minacciata dalle politiche di riarmo e dallo sviluppo delle armi di sterminio di massa, nucleari, chimiche, biologiche e “spaziali”.
Essa può svolgere un ruolo determinante per una politica di disarmo graduale e bilanciato, fino a che queste armi possano essere completamente eliminate, a partire da quelle delle grandi potenze. Ciò consentirebbe di recuperare enormi risorse oggi bruciate nelle spese militari, che potrebbero essere impiegate per uso sociale, per risolvere i problemi economici e ambientali che travagliano il pianeta.

Il patto aggressivo della NATO è incapace di trasformarsi e porre le fondamenta di un’autentica sicurezza per l’Europa. Il futuro sta nello sviluppo del processo di integrazione economica e politica di tutti gli stati del continente, su basi di pari uguaglianza e sovranità per tutti i Paesi, contro qualsiasi tipo di oppressione da parte di alcuni paesi o gruppi sociali nei confronti di altri, e quindi del tutto diverse da quelle imposte dal liberismo antisociale e dalla subalternità atlantica.

In occasione del vertice NATO a Praga, in cui ci si aspetta che l’Alleanza si allarghi ad Est con l’ingresso di nuovi paesi, i firmatari di questo appello, pur esprimendo una varietà di posizioni politiche e ideologiche, sono concordi nella comune volontà di pace, invitano tutti i Paesi d’Europa e i membri delle Nazioni Unite a mobilitarsi unitariamente contro la politica di riarmo e di guerra e a compiere alcuni passi concreti verso un’Europa di giustizia e di pace.