A seguito del mortale attentato di Nassiriya la missione italiana in Iraq è tornata all’attenzione delle cronache. Tuttavia, di fronte al profluvio di commenti giustamente addolorati, ma spesso poco informati e imprecisi, abbiamo ritenuto di fare cosa utile per i nostri lettori nel redigere questo dizionarietto di alcuni dei termini più usati nel dibattito, naturalmente senza alcuna pretesa di esaustività.
apparecchi esplosivi improvvisati (AEI). Si tratta degli strumenti di offesa più usati da parte dei terroristi-insorti (v.), responsabili di oltre i due terzi dei decessi tra le truppe di occupazione. Si riteneva che non potessero esplodere sotto i mezzi corazzati (v.) di una missione di pace, ma solo sotto quelli del nostro più potente alleato, e per questo motivo si era ritenuto superfluo dotarli di adeguate blindature. Da un punto di vista lessicale è un neologismo costituito per calco sull’inglese “Improvised Explosive Device” (IED). In quanto tale costituisce, fino ad oggi, il principale contributo dell’Italia alla guerra irachena, e bene dimostra come gli italiani non siano succubi del loro più potente alleato.
eroici caduti. Invariabilmente si tratta di civili e militari uccisi nel corso di una missione di pace (v.), anche ad opera e per volontà del più potente alleato (cfr. “caso Calipari”). Il loro eroismo è sempre post-mortem dal momento che prima del decesso vengono definiti (ad es. dal presidente del consiglio pro-tempore Berlusconi): “giovani amanti dell’avventura… professionisti ben pagati”. La funzione degli e.c. è essenzialmente quella di conquistare credibilità e di costituire prova della fermezza del governo che li ha mandati a morire nei confronti del più potente alleato. Altre finalità belliche tradizionali(conquista di territorio, difesa della madrepatria, difesa dell’ordine internazionale) non si vedono.
governo legittimo. come nella frase: “Ci ritireremo dall’Iraq con il consenso del governo legittimo”. Il guaio è che da quattro mesi (dalle elezioni di dicembre) non c’è ancora un governo legittimo in Iraq. Al momento esiste solo un primo ministro designato, Al-Maliki, che ancora non è stato confermato dal parlamento e tanto meno ha formato un governo. Per il resto il paese è controllato (poco) dalle truppe di occupazione e (molto) dalle fazioni in guerra tra loro.
insorti. erano poche migliaia quando “la missione fu compiuta” (aprile 2003); secondo stime di fonte americana sarebbero adesso non meno di 40.000. Erano soprattutto seguaci di Saddam, adesso sono (anche) militanti di Al Qaeda, guerriglieri vari assortiti, ex membri del partito Baath, ex guardie nazionali, ex militari, sciiti dello Sciiri, sciiti dell’esercito del Mahdi, sciiti di osservanza iraniana, agenti provocatori siriani, seguaci di tribù e gruppi etnici sciiti, sunniti, curdi, turkmeni. Non si ha ancora notizia di insorti specificamente cristiani (3 per cento della popolazione), ma è probabile che presto emergeranno anche loro dall’anonimato.
mezzi corazzati. Si tratta in genere di mezzi di trasporto provvisti di blindatura su tutti i lati, ad eccezione della parte bassa; in questo modo la blindatura amplifica la devastazione provocata dall’esplosione di un apparecchio esplosivo improvvisato (v.) posto sotto il veicolo. Poiché l’assenza di blindatura inferiore è anche una caratteristica degli humvee americani, si è ritenuto forse poco eroico e comunque scortese nei confronti del più potente alleato fare meglio di lui.
missione di pace. Termine usato per designare le operazioni militari all’estero vietate dalla costituzione italiana; le m.d.p. hanno finalità abbastanza oscure dal momento che di solito si svolgono con mezzi bellici in paesi in guerra (di aggressione, civile o altro). Alcuni lessicografi sostengono che il loro scopo principale è di compiacere un più potente alleato, particolarmente al fine di trarne benefici in campagna elettorale. Per parte sua il più potente alleato, invece, fa la guerra e lo dice.
ricostruzione del paese. Fase delle operazioni belliche che segue quella della distruzione di infrastrutture, strade, ponti, impianti industriali, reti idriche, energetiche, fognarie, abitazioni civili, scuole, ospedali ecc. Consiste essenzialmente nel fare lucrare elevati profitti, con o senza tangenti, alle società incaricate della ricostruzione, le quali hanno sede nei paesi stranieri responsabili della distruzione, ma agiscono attraverso manodopera locale così da non subire danni quando questa viene uccisa.
sovranità restituita (all’Iraq). è stata restituita numerose volte: a giugno 2004, a gennaio 2005, a dicembre 2005, al governo ad interim, al governo provvisorio, al primo ministro designato (provvisorio). Nonostante sia stata restituita, è saldamente nelle mani delle truppe della coalizione (leggi: americani). La s.r. viene esercitata dalle truppe di occupazione attraverso arresti indiscriminati, bombardamenti indiscriminati, torture indiscriminate, facendo dimettere primi ministri, trattando direttamente con paesi limitrofi (ad es. l’Iran).
terrorista. Tipica espressione “coperta” (che copre tutto), sinonimo di cattivo, anzi di cattivissimo. E’ del tutto superata l’accezione secondo la quale il t. è colui che colpisce (ferisce, uccide) civili inermi per fini politici; adesso il termine viene usato nel senso generico di “chiunque attacchi con mezzi non convenzionali anche le truppe di occupazione di uno o più eserciti stranieri”. Per estensione, una persona che non capisce la superiore bontà della nostra missione di pace e vuole che ce ne andiamo via. In questo caso, se si trova all’estero, si parla piuttosto di un “alleato dei terroristi”.