Perù, Ollanta Humala è il nuovo presidente

Il Perù ha scelto: Ollanta Humala, 48 anni e già una corsa alle presidenziali alle spalle, è il nuovo presidente della Repubblica. La sua prima promessa? Promuovere la crescita economica puntando tutto su politiche sociali che vadano a sanare il disequilibrio di una società profondamente iniqua. Missione poveri pare essere la sua parola d’ordine.

Davanti a migliaia di fedelissimi, nella piazza Dos de Mayo a Lima, Humala ha celebratola sua vittoria stirata sulla figlia del famigerato dittatore di origine giapponese, in carcere per violazione dei diritti umani e delitti di lesa umanità, la quale è stata battuta con meno un punto percentuale: 50.7 contro 49.3. “Stanotte rinnovo il mio compromesso con il popolo peruviano. Cominceremo a lavorare dal prossimo 28 luglio. I risultati ci stanno mostrando un successo arrivato al culmine di una campagna elettorale dura. Adesso possiamo procedere con un governo di concertazione”, principio questo che ha intenzione di perseguire anche in politica estera, dove cercherà una integrazione del Perù con i paesi della regione latinoamericana.

Ma la priorità resta tutta interna. “La mia amministrazione affronterà politiche reali per risolvere i problemi di salute, educazione, infrastrutture, sicurezza, senza prestare il fianco alla corruzione”, ai soliti cartelli che cercano da sempre di manipolare il potere. Per questo il nuovo presidente convocherà i migliori quadri tecnici e intellettuali del paese, per formare un esecutivo ampio e di larghe vedute “dove nessuno si senta escluso e tutti si sentano rappresentati”. Il tutto in nome di un’economia aperta e di mercato, partendo dal rafforzamento del mercato interno.

“Trasformeremo l’agricoltura e l’industria, per ricavarne più posti di lavoro e più soldi da far girare nel paese”, ha precisato, con aria soddisfatta. Una vittoria, quella di Humala, che arriva anche grazie al supporto dell’ex presidente Alejandro Toledo, del presidente cileno Sebastián Piñera e dell’ex capo di stato brasiliano Lula, che hanno esercitato forti pressioni per assicurargli la vittoria su Keiko Fujimori, che ha avuto qualche difficoltà a metabolizzare la sconfitta. Fondamentale l’appoggio ricevuto dallo scrittore e premio Nobel della Letteratura Mario Vargas Llosa che a caldo ha dichiarato: “Sono molto contento, c’e stata una sconfitta del fascismo, in Perù la democrazia è salva”.Visto che le previsioni la davano quale vincitrice fino a pochi giorni prima del ballottaggio, la figlia del dittatore ci ha messo un po’ prima di riprendersi per poi dichiarare ai suoi rappresentanti che il fatto di aver comunque ottenuto quasi la metà del consenso le dava “molta allegria e soddisfazione”.